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A cura di Michela De Iesu, laureata in Materie LetterarieProgetto e realizzazione grafica: Edipress sas
ISBN 88-89142-23-5
Copyright © 2006 - Edipress sasvia Fontananuova, 11/b - 83031 Ariano Irpino (AV)
per informazioni: servizio clienti 0825 828066 e-mail: [email protected]
Prima edizione: maggio 2006
Finito di stampare nel mese di aprile 2006presso la Tecno Print s.r.l
via VIII trav. Appia, n. 30 - 83042 Atripalda (AV)per conto della Edipress sas
Tutti i diritti sono riservati.È vietata la riproduzione anche parziale e con qualsiasi strumento.I testi e l’elaborazione dei testi, anche se curati con scrupolosa attenzione, nonpossono comportare responsabilità per involontari errori o inesattezze.
GRAMMATICA ITALIANA
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INDICE
PARTE I1. FONOLOGIA ......................................................................................... PAG. 05
PARTE II - MORFOLOGIA
1. FORMA E FUNZIONE DELLE PAROLE ................................................. PAG. 08
2. LE PARTI DEL DISCORSO2.1 LE PARTI VARIABILI ............................................................................................ PAG. 09
2.1.1 L’ARTICOLO ....................................................................................................... PAG. 102.1.2 IL SOSTANTIVO .................................................................................................. PAG. 152.1.3 L’AGGETTIVO ..................................................................................................... PAG. 292.1.4 IL PRONOME ...................................................................................................... PAG. 442.1.5 IL VERBO .......................................................................................................... PAG. 47
2.1.5.A LE CONIUGAZIONI ................................................................................... PAG. 532.1.5.B VERBI REGOLARI E IRREGOLARI ................................................................ PAG. 562.1.5.C VERBI IMPERSONALI, SERVILI, DIFETTIVI .................................................... PAG. 57
2.2 LE PARTI INVARIABILI ......................................................................................... PAG. 682.2.1 L’AVVERBIO ....................................................................................................... PAG. 68
2.2.1.A I GRADI DELL’AVVERBIO .......................................................................... PAG. 702.2.1.B LA POSIZIONE DELL’AVVERBIO ................................................................. PAG. 72
2.2.2 LA PREPOSIZIONE ............................................................................................... PAG. 722.2.3 LA CONGIUNZIONE ............................................................................................... PAG. 762.2.4 L’INTERIEZIONE .................................................................................................. PAG. 78
PARTE III - SINTASSI
1. SINTASSI DELLA PROPOSIZIONE ...................................................... PAG. 791.1 IL SOGGETTO ..................................................................................................... PAG. 831.2 IL PREDICATO .................................................................................................... PAG. 851.3 L’ATTRIBUTO ...................................................................................................... PAG. 871.4 L’APPOSIZIONE ................................................................................................. PAG. 881.5 I COMPLEMENTI .................................................................................................. PAG. 89
1.5.1 I COMPLEMENTI DIRETTI ....................................................................................... PAG. 891.5.2 I PRINCIPALI COMPLEMENTI INDIRETTI ..................................................................... PAG. 911.5.3 ALTRI COMPLEMENTI INDIRETTI .............................................................................. PAG. 961.5.4 UNA PREPOSIZIONE TANTI COMPLEMENTI ................................................................. PAG. 98
2. SINTASSI DEL PERIODO2.1 LA STRUTTURA DEL PERIODO ............................................................................... PAG. 1032.2 LA STRUTTURA DI UN PERIODO ............................................................................ PAG. 104
2.2.1 LE PROPOSIZIONI PRINCIPALI INDIPENDENTI .............................................................. PAG. 1052.2.2 LE PROPOSIZIONI INCIDENTALE .............................................................................. PAG. 1062.2.3 LE PROPOSIZIONI COORDINATE .............................................................................. PAG. 1072.2.4 LE PROPOSIZIONI SUBORDINATE ............................................................................. PAG. 108
2.2.4.A CLASSIFICAZIONE DELLE SUBORDINATE ...................................................... PAG. 1082.2.4.B LA CONCORDANZA DEI TEMPI .................................................................... PAG. 128
2.3 GLI INCISI ......................................................................................................... PAG. 1322.4 LA FRASE NOMINALE ......................................................................................... PAG. 1322.5 DISCORSO DIRETTO E INDIRETTO .......................................................................... PAG. 132
2.5.1 DAL DISCORSO DIRETTO AL DISCORSO INDIRETTO ..................................................... PAG. 133
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APPENDICE
Verbi irregolari della 1^ coniugazione -are ..................................... PAG. 136
Verbi irregolari della 2^ coniugazione -ére ..................................... PAG. 137
Verbi irregolari della 2^ coniugazione -ére/ere ............................. PAG. 140
Verbi irregolari della 2^ coniugazione -ere ..................................... PAG. 142
Verbi irregolari della 3^ coniugazione .............................................. PAG. 167
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PARTE I
1. FONOLOGIA(1)
Elementi di fonologia
Elemento Definizione Esempio
Lettere
Alfabeto
Vocali
Consonanti
Omonimi
Digramma
Trigramma
Proclitiche
Enclitiche
Dittongo
Trittongo
A, b, c, …..
A, b, c, …. u, v, z
A, e, i, o, u
B, c, d, f, ….
dà (verbo)da (preposizione)
famiglia, ghirlanda,…
figlia, sciarpa, …
la fortuna, vi scri-vo, …
alzati, dimmi, …
cielo, tuono, fiato,causa, …
tuoi, buoi, buio, …
Segni grafici convenzionali usati per rap-presentare nella scrittura i suoni checompongono le parole.
Serie ordinata di lettere
Lettere che possono essere pronun-ciate da sole, senza l’ausilio di altre let-tere, aventi una voce propria.
Lettere che possono essere pronun-ciate solo se accompagnate da unavocale.
Parole di significato diverso che si scri-vono allo stesso modo.
Gruppo di due lettere che costituisco-no un unico suono.
Gruppo di tre lettere che costituisco-no un unico suono.
Monosillabi atoni pronunciati accen-tuando la parola che li segue.
Monosillabi atoni pronunciati accen-tuando la parola che li precede.
Gruppo di due vocali che si pronun-ciano con una sola emissione di voce.
Gruppo di tre vocali che si pronuncia-no con una sola emissione di voce.
(1) La fonologia studia i fonemi, cioè i suoni specifici di una lingua, dal punto di vista dellaloro funzione nel sistema di comunicazione linguistica.
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Incontro di due vocali che si pronun-ciano separatamente.
Gruppo di lettere che si pronuncia conuna sola emissione di voce.
Parola composta da una sillaba.
Parola composta da due sillabe.
Parola composta da tre sillabe.
Parola composta da più di tre sillabe.
La maggiore intensità di tono con cuisi pronuncia una sillaba in una parola.
Forma scritta dell’accento tonico.
Sillaba su cui cade l’accento tonico.
Sillaba su cui non cade l’accento toni-co.
Parole che presentano l’accento to-nico sull’ultima sillaba.
Parole che presentano l’accento to-nico sulla penultima sillaba.
Parole che presentano l’accento to-nico sulla terzultima sillaba.
Parole che presentano l’accento to-nico sulla quartultima sillaba.
Soppressione della vocale finale diuna parola non accentuata davanti aun’altra parola che inizi anch’essa pervocale.
Eliminazione della sillaba o vocale fi-nale di una parola davanti a un’altra
beato, maestro, re-ame, aorta, boato...
cru-de-le, cal-cio,…
ma, se, Po, …
ma-no, …
ta-vo-la, ….
cor-ri-do-re, …
denaro, …
povertà, capì, …
ridono, andrà, …
verrò, ridono, …
ospitalità, …..
nazione, …
sindaco, …
abitano, …
l’aurora, …
buon affare, ….
Iato
Sillaba
Monosillabo
Bisillabo
Trisillabo
Plurisillabo
Accentotonico
Accentografico
Sillaba tonica
Sillaba atona
Tronche
Piane
Sdrucciole
Bisdrucciole
Elisione
Troncamento
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Apòcope
Punteggiatura
Segni grafici
parola che inizi sia per vocale che perconsonante.
Troncamento segnato con l’apostrofosenza nessun rapporto con la parolache segue.
Insieme di segni che indicano grafi-camente le pause del discorso (vir-gola, punto e virgola, due punti, punto fer-mo) e l’intonazione della voce (puntointerrogativo, punto esclamativo, punti disospensione).
Virgolette, lineette, parentesi tonde,parentesi quadre, asterisco, tratti-no.
po’ (poco),…
I soldati portaronoserenità, tranquil-lità, libertà;…
Mi raccomandò:«Cerca di starglivicino»;…
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PARTE II
MORFOLOGIA(1)
1. FORMA E FUNZIONE DELLE PAROLEGli elementi che costituiscono una parola possono essere di natura morfo-logica, riguardanti la forma, ed etimologica, che spiegano l’origine nonché laderivazione delle parole; essi si distinguono in:
elementi caratteristiche/esempi
parte essenziale, immutabile della parola che ne espri-me il significato fondamentale,es.: acqua, acquazzone, acquoso, acquerello, ...
parte mutevole della parola che indica cambiamentodi:• numero → singolare o plurale,
es.: acquerello / acquerelli; …• genere → maschile o femminile,
es.: acquatico / acquosa; …• modo, tempo e persona nei verbi,
es.: annacquare → annacquo, annacqui, annacqua-rono,…
una lettera o gruppo di lettere che si inserisce fra ra-dice e desinenza e che attribuisce a ciascun vocabo-lo della stessa famiglia significato differente. Nella lin-gua italiana i suffissi sono numerosi, ad esempio:• -mente che compare nella maggior parte degli avver-
bi di modo o maniera,es.: accuratamente, educatamente, …;
• -ame che fornice al nome valore collettivo,es.: bestiame, legname, …;
• -ite e –osi che ricorrono frequentemente nei nomi dimalattie,es.: appendicite, artrosi, sclerosi, …
parte della parola costituita da radice + suffisso,es.: acquerello, acquoso, acquazzone, …
radice
desinenza
suffisso
tema
(1) Il termine morfologia deriva dal greco morphé (= forma) + logos (= studio) e significastudio della forma.
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2. LE PARTI DEL DISCORSONella lingua italiana le parti del discorso sono nove; esse per il significato e lafunzione che svolgono nella frase si dividono in:
2.1 LE PARTI VARIABILILe parti o parole variabili del discorso sono così definite perché le loro desi-nenze mutano secondo la necessità del discorso; articoli, nomi, aggettivi epronomi variano in relazione a:
• il genere →→→→→ maschile o femminile, es.: le rose odorose / i girasoli gialli,…;
• il numero →→→→→ singolare o plurale, es.: lo studioso / gli studiosi, …;• la persona →→→→→ nel caso di pronomi personali, es.: noi italiani / voi inglesi,
….I verbi invece variano:
• nella persona →→→→→ 1a, 2a, 3a, es.: lodo, lodi, loda, …;• nel numero →→→→→ singolare o plurale, es.: lodo, lodiamo, …;• nel modo →→→→→ indicativo, congiuntivo, …, es.: lodasse, lodarono, …;• nel tempo →→→→→ presente, imperfetto, futuro, …, es.: lodava, loderebbero,
….
gruppo di lettere che si premette alla radice di una pa-rola per variarne il significato, es.:risciacquato, sciaqua-to, …;numerosi sono i prefissi, alcuni di essi come a-, fra-, quandosi uniscono a una parola, producono il raddoppiamentodella consonante iniziale (es.: fram-mettere, am-mettere,…). Allo stesso modo, purché la radice della parola iniziper consonante semplice, si comportano anche contra-(2) (es.: contrapporre, …), sopra- (es.: soprattutto, …), sovra-(es.: sovrapposto), su- (es.: supporre, …).
prefisso
(2) Al contrario di contra-, il prefisso contro- non produce mai raddoppiamento, es.:controcorrente, controriforma, ….
avverbiopreposizionecongiunzioneinteriezione
parti variabili parti invariabili
articolonomeaggettivopronomeverbo
gruppo del nome}
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2.1.1 L’articoloL’articolo è la parte variabile del discorso che si premette al nome o adeventuali altri elementi del gruppo del nome per indicarli in modo determina-to (articolo determinativo) o in modo indeterminato (articolo indetermina-tivo) o anche per esprimere una parte, una quantità imprecisata di qualcosa(articolo partitivo).
Tipo Forma/ParticolaritàCaratteristiche
determinativo si premette ad una nome per in-dicare una persona, un animale, una cosa ben definita e notaa chi parla e chi ascolta, o di cui siè già parlato, es.: il libro, l’a-mico, ….
USO DELL’ARTICOLODETERMINATIVO
1. Davanti a nomi proprie cognomi
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• con i nomipropri se preceduti da unaggettivo dao un nomecomune,es.: il bell’An-tonio, il ducaAlberto;
• con i nomipropri se as-sumono signi-ficato di no-me comune,es.: I catoninon mancanomai;
• con i nomipropri quan-do sono titolidi opere,
• con nomipropri, (es.:la Paola) an-che se in alcu-ni usi regionali e familiari sipuò trovarel’articolo pre-messo (es.:Salutami laRoberta).
genere numerosingolare plurale
maschile il, lo /(l’) i, gli
femminile la / (l’) le
OSSERVAZIONIIl → si usa davanti ai nomimasch. che iniziano con:• consonante (tranne z,x,
h, s + consonante,ps,gn),es.: il tavolo, il castello.
Lo → si usa davanti ainomi masch. che inizia-no con:• s + consonante, es.: lo
sciopero• z, es: lo zaino• x, es.: lo xilofono• gn, es.: lo gnosticismo• ps, es.: lo pseudonimo• la semiconsonante i
(pronuncia /j/), es.: loiodio.
Inoltre, con i nomi che ini-ziano con il gruppo pnl’uso è variabile, es.: lopneumatico o più comune-mente il pneumatico. Perquanto riguarda la semi-consonante u/w inizialeè necessario distinguere:• i nomi italiani, che pre-sentano l’articolo l’, es.:l’uomo;
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es.: Il Saul èuna tragediadi Alfieri;
• con i cogno-mi di perso-naggi fem-minili celebri, es.:la Lo-ren;
• con tutti i co-gnomi al plurale,es.: i Rossi,gli Strozzi;
• con i sopran-nomi, glipseudonimi,es.: il Barba-rossa.
• i nomi di origine stra-niera, che presentanol’articolo il, es.: il whisky.I nomi che iniziano conw prendono l’articolo ilquando la pronuncia è /v/ (es.: il watt); le paroledi origine straniera cheiniziano con ch + vocalipresentano l’articolo loquando la pronuncia è/ƒ/ (es.: lo champagne),hanno l’articolo il quan-do la pronuncia è /tƒ/(es.: il chador).
L’ → si usa davanti alle pa-role che iniziano per vo-cale, es.: l’eremita. Poichénella lingua italiana la con-sonante h non si pronun-cia, le parole che inizianocon essa si comportanocome quelle che iniziano pervocale e prendono l’arti-colo l’ (es.: l’habitat). Inol-tre, nelle parole stranierecon h aspirata si può tro-vare la forma lo (es.: lo hob-by, lo hardware), anche sein questi casi è di uso co-mune la forma l’ (es.:l’hobby, l’hardware). È ne-cessario sottolineare per iltermine humor, dove lapronuncia può essere siacon h aspirata che semicon-sonantica, è richiesto l’ar-ticolo lo.
La → si usa davanti ainomi femminili che inizia-no con:
2. Davanti a nomi cheindicano parentela
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• al plurale sepreceduti daun aggettivopossessivo,es.: i miei zii;
• quando l’ag-gettivo pos-sessivo se-gue il nome,es.: il padretuo;
• quando il no-me di parentela è altera-to,es.: la zietta;
• con i nomimamma ,papà, babbo,considerati
• al singolarese precedutida un aggetti-vo possessi-vo,es.: mio zio.
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vezzeggiativi, es.: lamamma.
• consonante, es.: la na-ve, …;
• la lettera i (pronuncia /¼/),es.: la ionosfera, …;
• la lettera h (parole straniere), es.: la hole, …;
• la lettera w (parole stra-niere), es.: la world music,….
Davanti a vocale si usa laforma elisa (l’), es.: l’om-bra
4. Davanti ai nomi geografici
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• con i nomigeografici di:continenti/l’Europa sta-ti / l’Italiaregioni / laCampaniagrandi isole/ la Siciliamari / il Tir-reno laghi / ilTrasimeno fiu-mi / il Danu-bio monti /il Cervino;
• con i nomi dicittà + agget-tivo o compl.di specifica-zione (es.: laParigi delXVIII secolo,la Firenze mo-derna); fannoeccezione al-cuni nomi dicittà dove l’ar-ticolo costi-tuisce parteintegrante delnome (es.: LaSpezia).
• con i nomi diregioni, di Sta-ti e di continenti se introdot-ti dalla propo-sizione in,es.: Vado inFrancia;
• con i nomi dipiccole isole,es.: Capri;
• con i nomi dicittà, paese,villaggio, es.:Visiteremo Ro-ma.
5. Davanti ai nomi dei giornidella settimana
SI USA NON SI USA
• quando sono sottintesi gliaggettivi prossimo e scor-so, es.: Domenica prossimaandremo in barca.
• in ogni altrocaso, es.: il mu-seo è aperto ilMartedì e il Saba-to.
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indetermi-nativo
si premette a un nome per in-dicare una persona, un anima-le, una cosa indefinita, impreci-sata e non nota a chi parla e ascol-ta, es.: un libro, un’amica, unamico, ….
USO DELL’ARTICOLOINDETERMINATIVO
Si usa con i nomi propri quan-do:• l’articolo precede un nome
famoso usato per antono-masia, per indicare qualcuno“del livello di”, “simile a”,es.: Gianni pensa di essere unEinstein (= un genio);
• l’articolo usato per designa-re un’opera di un personag-gio famoso,es.: Un Picasso (= un quadrodi Picasso);
• il nome è seguito da una de-terminazione,es.: Un Tevere insolitamente inpiena ha travolto gli argini;
• il nome assume il valore in-determinato di “un certo”,“un tale”,es.: Conosci un tale Marco (=un certo Marco).
genere numerosingolare plurale
maschile un, uno manca, èsostituitodall’arti-colo par-titivo
femminileuna/(un’)
OSSERVAZIONIUn → si usa negli stessicasi dell’articolodeterminativo il (unbambino, …); inoltre si usa:• davanti a vocale, es.:
un amico, …;• davanti alla semicon-
sonante u (pronuncia /w/), es.: un uomo, unwhisky, ….
Uno → si usa negli stessicasi dell’articolo deter-minativo lo (es.: uno xilo-fono); per i nomi inizianticon h segue quanto dettoa proposito dell’articolo lo.
Una → si usa negli stessicasi dell’articolo deter-minativo la, es.: una ca-sa, ….
Un’ → si usa solo davantia nomi femminili, ini-zianti per vocale, es.:un’elica, un’onda, ….
partitivo si premette a un nome per indicareuna parte di un tutto (cioè di uninsieme di persone, animali o cose),senza precisare la quantità,es.: Ho letto dei libri; ….
genere numerosingolare plurale
maschile del,dello
dei,degli
femminile una/(un’)delle
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USO DELL’ARTICOLOPARTITIVO
Si usa con:• nomi che indicano non un
singolo oggetto bensì unaquantità imprecisata diqualcosa,es.: Ho portato del vino;
• sostantivi astratti o dal si-gnificato figurato, in espres-sioni come: avere dello spirito(= senso dell’umorismo), averedel fegato (= coraggio), ….
OMISSIONE DELL’ARTICOLOÈ necessario ricordare che l’arti-colo spesso viene omesso, ciòaccade nei seguenti casi:• in molte locuzioni avverbiali: a
torto, a ragione, in sostanza, …;• nelle espressioni che hanno
valore di avverbi qualificativi:con ansia, con serenità, …;
• in diversi complementi di luo-go, soprattutto se introdotti dalla preposizione in: essere invacanza, vivere i campagna, …;
• in alcune espressioni costitui-te da verbo + complementooggetto: dare fastidio, provarepietà, cercare lavoro, cambiarecittà, …;
• nei costrutti introdotti dallapreposizione da: carta da let-tere, sala da pranzo, …;
• nel complemento di materia:una scala di ferro, …;
• nelle locuzioni “parlare italia-no”, “parlare francese” e simili;
• in alcune espressioni intro-dotte dalla preposizione sen-za: senza pace, senza rimorso,…;
OSSERVAZIONIL’articolo partitivo è indicatodalle forme articolate del-la preposizione di (del,dello, …); al singolare as-sume il significato di “un po’di”, “alquanto”, mentre alplurale si usa al posto del-l’inesistente articolo indeter-minativo e significa “alcuni”,es.: Ho letto un libro → deilibri;….
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2.1.2 Il sostantivoIl sostantivo è la parte variabile del discorso che serve a indicare tutto ciòche esiste nella realtà o che possiamo immaginare: esseri viventi, cose, fattio azioni, concetti, sentimenti; in base al significato, al genere e al nume-ro si possono distinguere le seguenti categorie:
• secondo il significato il nome può essere
• in alcune espressioni prover-biali, es.: uomo avvisato mezzosalvato, …;
• con i nomi dei mesi, delle sta-gioni e dei giorni della settimana, es.: in agosto andrò in va-canza, …; tuttavia, quando ilnome è accompagnato da undeterminante (es.: il sabato delvillaggio, …) e in espressionicon significato temporale(es.: La domenica vado in Chiesa) l’articolo non può esseresottinteso, così come si ren-de necessario quando il nomedi stagione ha funzione disoggetto o di complementooggetto (es.: Trovo noioso l’in-verno);
• in alcuni titoli di libri, es.: Sto-ria illustrata; Grammatica inglese, …;
• per ragioni di brevità: nei te-legrammi (es.: Vivi auguri lietoevento = per il lieto evento) e negli annunci della piccole pub-blicità (es: Vendo casa zona pe-riferica).
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• secondo la forma il nome ha un
• secondo la formazione il nome si distingue in
a. classificazione del sostantivo secondo il significato
maschile
femminilegenere
numerosingolare
plurale
primitivoderivatoalterato
categorie significati/esempi
indica persone, animali o cose e, in genere, esseri cheesistono nella realtà o che siano pensati come realmenteesistenti, es.: castello, cane, suono, profumo, …
indica sentimenti, concetti, qualità, modi di essere,ovvero tutto ciò che esiste si può immaginare, es.: gioia,amore, filosofia, virtù, …
indica in modo generico esseri viventi o cose appar-tenenti a una stessa categoria o specie, es.: isola, cit-tà, scrittore, …
indica esseri viventi o cose, distinguendoli però daglialtri della medesima categoria o specie; si scrive sem-pre con la lettera maiuscola(3), es.: Marta, Bari, Ionio, …
indica una sola persona, un solo animale o una solacosa, es.: giocatore, gatto, nave, …
indica un insieme di animali o cose della stessa spe-cie, es.: flotta, gregge, …
concreto
astratto
comune
proprio
individuale
collettivo
(3) Oltre ai nomi propri, si scrivono con la maiuscola:• soprannomi, es.: l’Innominato, il Barbarossa, …;• pseudonimi, es.: Pietro Metastasio (Pietro Trapassi), …;• cose personificate, es.: la Luna ispirò il poeta; …
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b.classificazione del sostantivo secondo la forma
genere numero
• singolare: nome che indica una sola persona, un soloanimale, una sola cosa (es.: penna, porta, carta, …);
• plurale: si forma cambiando la desinenza del singo-lare secondo il seguente schema generale:
N.B. I termini ala e arma, pur essendo femm., presentanoil plurale con la desinenza –i: ali, armi.
FORMAZIONE DEL PLURALE• nomi in –a, generalmente presentano il plurale secondo
regole della tabella precedente; tuttavia, alcune categoriedi nomi formano il plurale nel modo seguente:
- nomi maschili e femminili in -ca, -ga
N.B. Il termine belga, “abitante del Belgio”, se maschile fabelgi, se femminile belghe.
- nomi in -cìa e gìa (con l’accento sulla ì)
- nomi in -cia e -gia (senza l’accento sulla i)
• per i nomi dipersone o dianimali c’è cor-rispondenza tragenere natura-le e generegrammaticale,sono cioè:
• maschili i nomidegli esseri ani-mati di sessomaschile, es.: ilpadre, il gatto,...;
• femminili i nomidegli esseri ani-mati di sessofemminile, es.:la madre, la gat-ta, ….
ECCEZIONI Alcuni sostanti-vi, come: guardia,sentinella, spia,pur essendo digenere grammati-cale femminilesi riferisconogeneralmente auomini;così comead esempio sopra-no, contralto, …,pur essendo digenere grammati-cale maschile, siriferiscono adonne. In questicasi, gli elementiche si riferisco-no al nome (attri-
singolare plurale
nomi ma-schili in
-a - e
nomifemminili
in
-a-o-e
-i}
esempi
casa/case
problema/problemimano/maniseme/semi
formazione del plurale esempi
se maschili in-chi, -ghi
se femminili in-che, -ghe
il monarca/i monarchi;lo stratega/gli strateghi, …
la nuca/le nuche,la strega/le streghe, …
formazione del plurale esempi
in -cìe, -gìe l’allergìa/le allergìe, la bugìa/lebugìe, la farmacìa/le farmacìe,…
formazione del plurale esempi
vocale + -cia, -gia in-cie e -gie
consonante + -cia e-gia in -ce e -ge
la camicia/le camicie, la valigia/le valigie, …
la provincia/le province,la lancia/le lance, …
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• nomi in -o, generalmente presentano il plurale in -i; tutta-via, alcune categorie di nomi formano il plurale nel modoseguente:
-nomi in -co e -go
N.B. Fra questi nomi hanno entrambe le forme di plura-le i termini:
Come è possibile osservare le eccezioni sono numerose,per cui possono essere d’aiuto alcune regole empiriche,come:
• i nomi in -fugo hanno sempre il plurale in -ghi(es.: callìfugo → callifughi, …);
• i nomi in -logo:- se riferiti a persone (es.: biologo, …) hanno il plu-
rale in -gi (biologi, forme come biologhi sono di usopopolare);
- se riferiti a cose (es.: catalogo, …) hanno il pluralein -ghi (cataloghi, …).
N.B. Alcuni nomi maschili in -o al plurale diventanofemminili, prendendo la desinenza -a:
buto,…) concor-dano con essotenendo contodel genere grammaticale, non diquello naturale,es.: La sentinella èstata assalita dairapinatori.La sentinella èstato assalito dairapinatori;• per i nomi di co-
sa l’attribuzionedel genere è con-venzionale, poi-ché soltanto l’u-so ha stabilitoche sole, fuoco,… sono di gene-re maschile e lu-na, acqua di ge-nere femminile.Il genere di unnome di cosa,oltre alla consul-tazione del voca-bolario, può es-sere individua-to mediante:
a. la desinenzaSono maschili inomi:• con la desi-
nenza -o, es.:foglio, tavolo,…;
• terminanti inconsonante,
formazione del plurale esempi
in -chi e -ghi se sonoparole piane (se pre-
sentano cioè l’accentosulla penultima
sillaba)(4)
in -ci e -gi se sono pa-role sdrucciole (se pre-sentano cioè l’accentosulla terzultima silla-
ba)(5)
buco/buchi, fungo/funghi,spago/spaghi, ….
asparago/asparagi,monaco/monaci,
medico/medici, …
termini plurale
chirurgosarcofagointonacostomaco
chirurghi, chirurgisarcofaghi, sarcofagi
intonachi, intonacistomachi, stomaci
(4) Fanno eccezione i termini: amico/amici, greco/greci, nemico/nemici, porco/porci.(5) Fanno eccezione i termini: carico/carichi, catalogo/cataloghi, dialogo/dialoghi, epilogo/
epiloghi, incarico/incarichi, obbligo/obblighi, pizzico/pizzichi, profugo/profughi, prologo/prologhi, strascico/ strascichi, valico/valichi.
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• -nomi in -io- nomi in –ìo (con l’accento sulla ì)
- nomi in -io (senza l’accento sulla i)
N.B. Alcuni nomi in -io al plurale possono confondersicon i plurali di altri sostantivi, si rende necessario perciòun segno distintivo, ad esempio l’accento sulla sillabatonica, l’accento circonflesso sulla i finale, la doppia ifinale, come risulta dal seguente schema:
generalmentestranieri (es.: ilfilm, lo sport,…);fanno eccezione la gang, laholding, ….
Sono femminili inomi:• con la desinen-
za -a, es.: mati-ta, carta, …;
• con la desinen-za -i, es.: tesi,diagnosi, …;fanno eccezione il brindisi,il bisturi e pa-role di originestraniera comeil bikini, il bon-sai, …;
• terminanti in-tà e in -tù (es.:la novità, la vir-tù,…); fa ecce-zione il tutù.
Sono sia maschiliche femminili inomi con la desi-nenza -e, es.: ilmese, la notte, …;inoltre, se la -e co-stituisce la partefinale di un suf-fisso:sono maschili inomi che termi-nano in:• -tore, es.: il for-
nitore,…;• -ore, es.: il pro-
fessore,…
formazione del plurale esempi
in -ìi addìo/addìi, calpestìi/calpestìi,zìo/zìi, pendìo/pendìi …
singolare plurale
il centinaioil migliaioil migliol’ossoil paio
il riso (il ridere)l’uovo
le centinaiale migliaiale migliale ossale paiale risa
le uova, …
formazione del plurale esempi
in -i poiché perdono lai del tema e conserva-no solo quella della de-
sinenza
acciaio/acciai, aglio/agli,viaggio/viaggi, vizio/vizi, …
singolare pluraleambiguo
osservato-rio
(luogo per os-servare)
osservatore(chi osserva)
solo quelladella desinen-
za
principio(inizio, con-
osservatori/osservatorî/osservatorii
osservatóri
princìpi/principî/principii
per evitare equivoci
osservatori
principi
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• nomi in -e sia maschili che femminili al plurale prendo-no la desinenza -i, es.: l’ape/ le api; il dente/ i denti, ….N.B. Il plurale del termine bue è buoi; quello di mille pre-senta nei multipli la terminazione -mila (duemila, tremila,…)
• nomi invariabili o indeclinabili, essi sono:- alcuni nomi maschili in -a,
es.: il boa/i boa; il cinema/i cinema, …;- alcuni nomi femminili in -o,
es.: l’auto/le auto, la biro/le biro, …;- i nomi in -i,
es.: l’analisi/le analisi, il bisturi/i bisturi, la metropoli/lemetropoli, …;
- i nomi femminili in -ie,es.: la barbarie/le barbarie, la specie/le specie, …;
- i nomi costituiti da una sola sillaba,es.: il re/i re, la gru/le gru, …;
- i nomi terminanti con vocale accentata,es.: la città/le città, la libertà/le libertà, il tabù/i tabù, …;
- i nomi, per lo più di origine straniera, terminanti inconsonante,es.: il bar/i bar, il film/i film, lo sport/gli sport, …;
• nomi maschili con doppia forma al plurale (in -i e in
• -one, es.: loscroccone, …;
sono femminili inomi che termi-nano in:• -zione, es.: la
nazione, …;• -trice, es.: l’at-
trice, …;• -ite, es.: la ne-
vrite, …;• -itudine, es.: la
gratitudine, ….;
b. il significato,nomi che appar-tengono ad alcunearee omogeneedi significato ge-neralmente tendo-no a far parte delmedesimo ge-nere grammati-cale.Sono maschili inomi di:• alberi, es.: l’abe-
te, l’arancio, ilpioppo, …;
• mesi e giornidella settima-na: ottobre, il lu-nedì, …(fa ecce-zione la domeni-ca);
• metalli ed ele-menti chimici,es.: l’oro, il bron-zo, …;
• monti, mari,fiumi e laghi,es.: l’Etna, il Tir-reno, il Tevere, il
cetto)principe
(titolo nobilia-re)
arbitrio(atto abusivo,prepotenza)
arbitro(chi dirige unagara sportiva)
omicidio(assassinio,uccisione)omicida
(chi uccide,assassino)
prìncipi
arbìtri, arbitrî, arbitrii
àrbitri
omicidî, omicidii
omicidi
arbitri
omicidi
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-a) o sovrabbondanti; generalmente i due plurali pre-sentano significato differente, come:
Garda; fannoeccezione moltinomi di catenemontuose (leAlpi, le Dolomiti) edi fiumi (la Sen-na, la Loira);
• punti cardinali:il Nord, il Setten-trione, il Sud,l’Occidente, ….;
Sono femminili inomi di:• frutti,es.: l’aran-
cia, la ciliegia;fanno eccezionemolti nomi di frut-ti: il limone, ilkiwi, …;
• scienze e di-scipline di stu-dio, es.: la biolo-gia, l’architettu-ra,…;
• continenti, sta-ti, regioni, cit-tà, isole, es.:l’Asia, l’Inghil-terra, la Puglia,la Sicilia, …;fanno eccezionemolti nomi come:il Belgio, il Moli-se, ….
Alcuni nomi pre-sentano una formamaschile e unafemminile condiversi signifi-cati:
singolare plurale
budello
braccio
calcagno
cervello
ciglio
corno
cuoio
dito
filamento
filo
budelli (vie strette)le budella (gli intestini)
bracci (della croce, della bilancia, di unfiume)le braccia (del corpo umano)
calcagni (dei piedi, delle calze, dellescarpe)le calcagna (nella locuzione “averequalcuno alle calcagna”)
i cervelli (le intelligenze, le menti, gli in-gegni)le cervella (la materia cerebrale)
i cigli (i bordi di un fosso, di una stra-da)le ciglia (degli occhi)
i corni (gli strumenti musicali, le estre-mità, le punte)le corna (degli animali)
i cuoi (le pelli conciate)le cuoia (in senso figurato nella locu-zione “tirare le cuoia” = morire)
i diti (considerati distintamente l’unodall’altro)le dita (viste complessivamente)
i filamenti senza differenza di
significatole filamenta
i fili (dell’erba, della luce, del telefono)le fila (di una congiura; nella locuzione“tirare le fila di qualcosa”)
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maschileil balzo (salto)
il banco (tavolo)il buco (foro)
il busto (parte deltronco umano)il cero (grossa
candela)il gambo (stelo di
un fiore)il limo (fango)
il manico(impugnatura)
il modo (maniera)
femminilela balza (trattoscosceso di un
monte)la banca (istituto
di credito)la buca (fossa)
la busta(involucro)
la cera (materiaprodotta dalle api)
la gamba(arto inferiore)la lima (utensile
per limare)la manica (parte
del vestito)la moda
(usanza), …
N.B. Il termine ta-volo/tavola si usasia il maschileche il femminileper indicare gene-ricamente un mo-bile (es.: la tavolada pranzo, un ta-
fondamento
fuso
gesto
ginocchio
grido
labbro
lenzuolo
membro
muro
osso
sopracciglio
i fondamenti (di una scienza/disciplina)le fondamenta (di un edificio/città)
i fusi (i rocchetti per la filatura, i fusiorari)le fusa (nella locuzione riferita al gatto“fare le fusa”)
i gesti (i movimenti)le gesta (le imprese)
i ginocchi senza differenza di
significatole ginocchia
i gridi (soprattutto degli animali)le grida (dell’uomo)
i labbri (di una ferita, di un vaso, di unatazza)le labbra (della bocca)
i lenzuoli (due o più lenzuoli, presi unoper uno)le lenzuola (considerate a coppia)
i membri (di una famiglia/associazione,di un partito)le membra (parti del corpo umano, nelloro complesso)
i muri (di una casa)le mura (di una città/fortezza)
gli ossi (degli animali macellati)le ossa (l’insieme dell’ossatura umana)
sopraccigli senza differenza di significatole sopracciglia
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volo in noce), men-tre è obbligatorio ilmaschile per in-dicare lo stessooggetto adibito ausi particolari (es.:il tavolo da gioco, iltavolo anatomico).Altri nomi, pur con-servando la stes-sa forma, cam-biano significatose usati al ma-schile o al fem-minile; è possibi-le distinguerlipertanto dall’arti-colo o dall’accor-do con aggettivio altri termini, es.:il capitale investi-to, la capitalefrancese;essi sono:
maschileil capitale (som-
ma di denaro)il fine (scopo)il fronte (luogo
dove si combatte)il lama (animale)il radio (elemen-
to chimico)femminile
la capitale (diuno stato)
la fine (termine)la fronte (parte
del viso)la lama (oggetto
tagliente)la radio (appa-recchio radio-
fonico)
strido
urlo
vestigio
gli stridisenza differenza di significato
le strida
gli urli (soprattutto di animali)le urla (dell’uomo)
i vestigi senza differenza di
significatole vestigia
}
}• nomi con doppia forma sia al singolare sia al plura-
le:
• nomi difettivi, così chiamati perché si usano solo alsingolare o solo al plurale:• si usano generalmente al singolare:
- la maggior parte dei nomi astratti: pietà, coraggio, …;- alcuni nomi collettivi: gente, fogliame, …;- la maggior parte dei nomi di malattia: tifo, colera, …;- i nomi degli elementi chimici e metalli: idrogeno, allu-
minio, …;- i nomi dei mesi: gennaio, ….;- alcuni nomi di festività: Natale, Ramadam, …;- i nomi indicanti cose uniche in natura: universo,
equatore, …;- molti nomi di prodotti alimentari: latte, riso, …;- altri nomi come: fame, sete, aria, ….
N.B. Alcuni nomi difettivi possono essere usati al pluralecon un significato differente o in senso figurato, es.: legenti assume il significato di “popoli”, …;
singolare plurale
N.B. Al maschile la coppia frutto/frutti designa il pro-dotto delle piante e, in senso figurato, il risultato/l’effettodi qualcosa (es.: i frutti del lavoro), o il profitto/il vantag-gio (es.: i nostri figli godono i frutti …). Al femminilela frutta è un nome collettivo usato per indicare i fruttiche si mangiano a tavola (es.: frutta di stagione, …)
i fruttile frutte
il fruttola frutta
l’orecchiol’orecchia
gli orecchile orecchie
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FORMAZIONEDEL FEMMINILE
Il passaggio deinomi di esserianimati dal gene-re maschile aquello femmini-le avviene secon-do le seguenti re-gole:• nomi in -o for-
mano il femminilecon la desinenza-a, es.: amico /amica, maestro /maestra, …;
• nomi in -a for-mano il femminileaggiungendoal tema il suffis-so -essa, es.:poeta / poetes-sa, duca / du-chessa, …;
• nomi in -e for-mano il femmi-nile in diversimodi:a. alcuni pren-dono la desi-nenza -a(es.:signore/si-gnora, giardiniere/giardiniera,...);
b.alcuni aggiun-gono al tema ilsuffisso-essa,
• si usano generalmente al plurale:- i nomi indicanti oggetti costituiti da due parti
uguali: forbici, cesoie, occhiali, …;- i nomi indicanti una pluralità di cose o di azioni:
spezie, stoviglie, percosse, …;- alcuni nomi di origine dotta, che già nella lingua lati-
na difettavano del singolare: ferie, calende, idi, fasti,esequie, posteri, ….
PLURALE DEI NOMI COMPOSTII nomi composti formano il plurale in modo diverso,a seconda del tipo di parole che li compongono; i più comu-ni sono:• nomi derivanti dall’unione di nome + nome
• se i due sostantivi sono dello stesso genere, laformazione del plurale avviene cambiando solo la desi-nenza del secondo elemento, es.:l’arcobaleno/gli arco-baleni, ….N.B. Il termine capogruppo presenta il plurale in capi-gruppo, mentre pescecane ha un doppio plurale: pescecani o pescicane;
• se i due sostantivi sono di genere diverso, la for-mazione del plurale avviene cambiando solo la desi-nenza del primo elemento, es.: il capobanda(6)/ icapibanda …;
• se i due sostantivi sono composti da nome + nomeil plurale è invariabile, es.: il centropagina/i centropa-gina, il crocevia/i crocevia, ….N.B.Il termine capocollo (un tipo di salumi) al plurale pre-senta sia la desinenza del primo che del secondo:capicolli;
•nomi derivanti dall’unione di nome + aggettivo• generalmente prendono la desinenza plurale di en-
trambi gli elementi (es.: l’acquaforte/le acqueforti, lacartastraccia/le cartestracce), ma possono presentareanche diversi tipi di formazione del plurale: il caposal-do/ i capisaldi (o i caposaldi), la cartapesta/ le carta-
(6) Quando i sostantivi costituiti da capo- sono maschili formano il plurale cambiandola desinenza del primo elemento (es.: capufficio → capiufficio), invece se il compostoè femminile, il plurale generalmente è invariato (es.: la capoclasse → le capoclasse);mentre in alcuni casi si forma cambiando la desinenza del secondo elemento (es.:la capolista → le capoliste).
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(es.: leone/leo-nessa, conte/contessa, …);
• nomi in -toreformano il fem-minile in -trice:autore/autrice,scrittore/scrittri-ce, …;N.B. Fa eccezio-ne dottore, il cuifemminile èdottoressa; raroè il femminile in-tora: imposto-re/impostora, …;
• nomi in -soreformano il fem-minile aggiun-gendo -itrice altema dell’infini-to del verbo dacui derivano: difensore(da di-fend-ere) difen-ditrice, …N.B. Questi fem-minili sono a-doperati rara-mente; fannoeccezione: pre-cursore/precor-ritrice e profes-sore/professo-ressa;
• nomi come il pa-dre/la madreche presenta-no in entrambii generi diffe-renti radici eperciò detti in-dipendenti; ap-partengono a
peste, il palcoscenico/ i palcoscenici, la roccaforte/ leroccheforti (o roccaforti), …;
• nomi derivanti dall’unione di aggettivo + nome:• se il nome è maschile modificano al plurale solo de-
sinenza del secondo elemento , es.: l’altoparlante/gli altoparlanti, il bassorilievo/i bassorilievi, il franco-bollo/i francobolli, ….N.B. Alcuni termini, tuttavia, presentano due tipi di plura-le, es.: l’altoforno/gli altoforni (o gli altiforni), l’altopia-no/gli altopiani (o gli altipiani), il bassofondo/i basso-fondi (o i bassifondi), …;
• se il nome è femminile prendono la desinenza delplurale entrambi gli elementi, es.: la falsariga/le
falserighe, la mezzaluna/le mezzelune, …; tuttavia,fanno eccezione alcuni termini come: la chiaroveggen-za/le chiaroveggenze, la piattaforma/le piattaforme (ole piatteforme), la mezzanotte/le mezzanotti (o lemezzenotti),…;
• nomi derivanti dall’unione di aggettivo + aggettivo• prende la desinenza del plurale soltanto il secondo
elemento, es.: il chiaroscuro/i chiaroscuri, il piano-forte/i pianoforti, …;
•nomi derivanti dall’unione di verbo + nome• se il nome è plurale rimangono invariati, es.: l’accen-
disigari/gli accendisigari, il cavatappi/i cavatappi, ilguastafeste/i guastafeste, …;
• se il nome è femminile singolare rimangono inva-riati, es.: l’aspirapolvere/gli aspirapolvere, il portaban-diera/i portabandiera, il portacenere/i portacenere, …;
• se il nome è maschile singolare modificano al pluralesolo desinenza del nome, es.: il battibecco/i batti-becchi, il parafango/i parafanghi, il passaporto, i pas-saporti, …; si comportano allo stesso modo i nomicomposti formati da verbo + mano, es.:l’asciugama-no/gli asciugamani, il baciamano/i baciamani, il cor-rimano/i corrimani, ….N.B. Fanno eccezione i seguenti nomi che nel plura-le rimangono invariati: il parasole/i parasole, il perdi-giorno/i perdigiorno, lo spartitraffico/gli spartitraffico, iltritaghiaccio/i tritaghiaccio, il portaburro/i portaburro,il portasapone/i portasapone, …;
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questo gruppo:a. nomi che indicano rappor-ti di parentela,es.: fratello/so-rella, marito/mo-glie, genero/nuo-ra, …;b. nomi di ani-mali, es.: monto-ne/pecora, fuco/ape, toro/vacca,…;
• nomi come il ni-pote/la nipoteche presenta-no un’unicaforma per en-trambi i generi eperciò detti co-muni; essi si di-stinguono solodall’articolo odall’aggettivoche li accompa-gna: il cantante/la cantante, ilgiornalista /lagiornalista, …;
• nomi come larondine ma-schio e la ron-dine femminache presenta-no un’unica for-ma per entram-bi i generi eperciò detti pro-miscui, es.: lavolpe, la rondi-ne, il corvo, …;in questi casi perspecificare il ge-
peste, il palcoscenico/ i palcoscenici, la roccaforte/ leroccheforti (o roccaforti), …;
• nomi derivanti dall’unione di verbo + verbo o verbo+ avverbio:
• questi nomi rimangono invariati, es.: il buttafuori/i but-tafuori, il dormiveglia/i dormiveglia, il lasciapassare/ilasciapassare, il parapiglia/i parapiglia, il posapiano/iposapiano, il saliscendi/i saliscendi;
• nomi derivanti dall’unione di preposizione (o avver-bio) + nome• questi nomi possono modificare al plurale la desi-
nenza del secondo elemento, es.: il dopopranzo/idopopranzi, il soprannome/i soprannomi, la soprat-tassa/le soprattasse, …., o rimanere invariati, es.: ildoposcuola/i doposcuola, il fuoricorso/i fuoricorso, ilretroterra/i retroterra, …;
• nomi derivanti dall’unione di nome (o verbo) + pre-posizione + nome• in alcuni casi modificano al plurale la desinenza del
primo nome, es.: il ficodindia (o fico d’India)/i fichi-dindia (o fichi d’India), …;
• in altri casi modificano al plurale la desinenza delsecondo, es.: la messinscena/le messinscene, ….N.B. Il termine pomodoro costituisce un caso particolare, poiché presenta tre plurali: i pomodori/i pomidoro(dialettale)/i pomidori (popolare).
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nere “naturale”si aggiungono itermini maschioo femmina (es.:la giraffa ma-schio o il ma-schio della giraf-fa / la giraffa fem-mina o la femmi-na della giraffa).
CASI PARTICO-LARI DI FORMA-ZIONE DEL FEM-
MINILE O DELMASCHILE
Alcuni nomi alfemminile assu-mono la formadel diminutivomaschile: eroe/eroina, re/regina,gallo/gallina, …,oppure formanoil femminile inmodo irregolare:abate/badessa,cane/cagna, dio/dea, …; più raro èil caso in cui unnome femmini-le assume almaschile la for-ma dell’accresci-tivo, es.: capra/caprone, strega/stregone, ….
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c. classificazione del sostantivo secondo la formazione
tipo caratteristiche
costituito soltanto da radice + desinenza,es.: acqu-a, libr-o, …N.B. Nei nomi primitivi la radice e il tema si identificano.
contiene, oltre a radice e desinenza, prefissi o suffissi, oentrambi,es.: da carta → cartaio, cartolaio, cartiera, cartella;da latte → lattaio, latteria, latticino, lattante;da fiore → infiorata, infiorescenza, fioriera, fiorista…
contiene un suffisso che ne determina meglio la quanti-tà, la dimensione o il giudizio di chi parla. I sostantivialterati possono essere:
formato da due parole, le cui combinazioni possono esse-re:a. nome + aggettivo, es.: chiaroscuro, pianoforte, …;b.aggettivo + aggettivo o aggettivo + nome, es.: acqua
primitivo
derivato
alterato
composto
suffissi
diminutivi
vezzeggiativi
accrescitivi
dispregiativi
fanciullino, tronchettobambinello, orticelloporticciolo, ossicino
alberello
cosuccia, pietruzza,poesiola, orsacchiotto
librone, omaccione
casaccia, poetastro,omiciattolo, mediconzolo,
casupola,mostriciattolo
esempi
-ino, -etto-ello, -icello
-icciolo,-icino,-erello
-uccio, -uzzo, -olo,-acchiotto
-one,-accione
-accio,-astro,
-onzolo,-u(n)colo,
-upola,-iciattolo
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2.1.3 L’aggettivoL’aggettivo (dal latino adiectivum, da adicio = aggiungo) è la parte variabile deldiscorso che si aggiunge al sostantivo per meglio qualificarlo o determi-narlo,esempi: Oggi è stata proprio una bella giornata. Agli afosi pomeriggi estivi preferisco le fresche giornate di primavera. Questo inverno verrò a trovarti.Nella lingua italiana gli aggettivi possono essere:
• attributivi, quando si collegano direttamente al sostantivo,es.: Gli uomini coraggiosi sono rari;
• predicativi, quando si collegano al nome attraverso il verbo essere oun altro verbo copulativo (sembrare, divenire, credere, …),es.: Marta è intelligente; Oggi il cielo sembra sereno;
variano nel genere e nel numero, accordandosi con il sostantivo a cui siriferiscono,
la camicia nuova le camicie nuove
il cappello vecchio i cappelli vecchie si dividono in:
a. aggettivi qualificativi(7)
santa, mezzaluna, …;c. verbo + nome, es.: segnalibro, posacenere, ...;d. verbo + avverbio o avverbio + verbo, es.: posa-piano,malefatta, …;e.verbo + verbo, es.: lasciapassare, ...;f. preposizione + nome, es.: sottospecie, doposcuola, ….
(7) Agli aggettivi qualificativi appartengono gli aggettivi di relazione, derivanti da nomi(es.: fisco → fiscale, …) con i quali hanno una relazione; essi, a differenza degli agg.qualificativi:• non possono essere collocati prima del nome (es.: situazione economica → no →
economica situazione );• non ammettono il comparativo e il superlativo;• non possono essere usati in funzione predicativa (es.: la situazione economica →
no → la situazione è economica).(8) Per la formazione del genere e del numero, l’aggettivo segue le regole del sostantivo.
Funzione Genere/Numero
l’aggettivo qualificativo, concordando nel genere e nelnumero(8)al nome cui si riferisce, presenta le seguenti moda-lità di declinazione:
l’aggettivo qualifi-cativo indica unaqualità, uno sta-
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• aggettivi con quattro desinenze
• aggettivi con tre desinenze: a questa categoria appar-tengono gli aggettivi in -ista, -cida, -ita
N.B. Prendono le stesse desinenze altri aggettivi, come: entusiasta, analfabeta, iconoclasta, ipocrita, idiota.
• aggettivi con due desinenze
• aggettivi invariabili, cui appartengono le seguenti cate-gorie:- gli aggettivi: pari, impari e dispari;- alcuni aggettivi indicanti un colore: lilla, rosa, viola,
amaranto; invece marrone e arancione possono avere ilplurale in -i (es.: piatti arancion-i). Generalmente resta-no invariati gli aggettivi composti da nome + colore+nome di un oggetto di paragone (es.: verde bottiglia,giallo ocra, …);
- alcuni termini di categorie grammaticali diverse usati occa-sionalmente come oggettivi, come: le locuzioni avverbialidabbene, dappoco, perbene, ammodo (es.: delle persone perbene) e l’infinito avvenire (es.: i tempi avvenire);
- l’aggettivo arrosto (es.: polli arrosto);- gli aggettivi terminanti in vocale accentata e quelli di
origine straniera uscenti in consonante (es.: popoliindù, ragazze snob, …).
to, una caratteri-stica del sostan-tivo che accom-pagna.
singolare
maschile
femminile
i cappelli ner-i
le piazze gremit-e
plurale
il cappello ner-o
la piazza gremit-a
singolare
maschile
femminile
degli uomini egoist-i
delle donne egoist-e
plurale
un uomo egoist-a
una donna egoist-a
singolare
maschile
femminile
gli uomini giovan-i
le donne giovan-i
plurale
l’uomo giovan-e
la donna giovan-e
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a.1 La posizione dell’aggettivo qualificativoIn italiano l’aggettivo qualificativo può:
• precedere il nome a cui si riferisce →→→→→ funzione descrittiva,es.: Emily andrà ad abitare nella vecchia casa dei suoi genitori (dove l’agget-tivo vecchia indica una qualità aggiunta della casa; infatti, eliminandoloil significato della frase rimane invariato);
• seguire il nome a cui si riferisce →→→→→ funzione restrittivaes.: Emily andrà ad abitare nella casa vecchia dei suoi genitori (dove si sot-tintende l’esistenza di una casa “nuova” e l’aggettivo vecchia è usato peridentificare la casa e a distinguerla dalle altre).
Quindi nella sequenza aggettivo + nome, l’aggettivo è usato generalmente insenso figurato, mentre nella sequenza nome + aggettivo determina un cam-biamento di significato:
Inoltre, per quanto riguarda gli aggettivi composti è necessa-rio distinguere:
- aggettivi composti dall’unione di due aggettivi forma-no il femminile e il plurale modificando il secondo elemen-to,
es.: sordomuto → sordomuta → sordomute
↓ ↓ femminile plurale
- aggettivi composti dal prefisso anti- variabili nellamaggior parte dei casi (es.: antiaere-o →→→→→ antiaere-a →→→→→antiaere-e →→→→→ antiaere-i) e invariabili (es.: antifurto,antinebbia, …)
CONCORDANZA DELL’AGGETTIVO QUALIFICATIVOL’aggettivo qualificativo, come già detto, concorda in gene-re e numero con il sostantivo a cui si riferisce; se l’ag-gettivo si riferisce a più nomi, occorre evidenziare:
- quando i sostantivi sono di genere maschile, l’agget-tivo va al plurale maschile, es.: un vaso e un quadrodipinti;
- quando i sostantivi sono di genere femminile, l’agget-tivo va al plurale femminile, es.: una casa e una piaz-za graziose;
- quando i sostantivi sono di genere diverso, l’aggettivova al plurale maschile, es.: una matita e un pennarellorossi.
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È necessario sottolineare che l’aggettivo deve obbligatoriamente essere col-legato dopo il nome nei seguenti casi:
• quando il nome è alterato, es.: una casetta piccolina → una piccolina casetta;
• quando regge un complemento,es.: uno scaffale ricolmo → un ricolmo scaffale;
• quando deriva da un participio presente o passato(9),es.: un edificio ristrutturato;
• quando è un aggettivo di relazione,
aggettivo nome + aggettivoaggettivo + nome
alto
grosso
vecchio
bello
buono
certo
diverso
grande
nuovo
povero
un alto funzionario(=importante)
un grosso scultore(= importante)
una vecchia amica(= di vecchia data)
farsi una bella dormita(= lunga, considerevole)
essere un buon avvocato(= bravo, esperto)
ottenere certe informazioni(= alcune, non precisate)
invitare diverse presone(= parecchie)
osservare un grande quadro(= artisticamente notevole)
comprare una nuova auto(= un’altra, un ulteriore)
essere un pover’uomo(= meschino)
un funzionario alto(= di statura)
uno scultore grosso(= di dimensioni, di peso)
un’amica vecchia(= di età)
non si può dire “Farsi una dormita bella”
essere un avvocato buono(= l’agg. è riferito alla persona,
anziché alla professione)
ottenere informazioni certe(= sicure)
invitare persone diverse(= di vario tipo)
osservare un quadro grande(= di notevoli dimensioni)
comprare un’auto nuova(= non usata)
essere un uomo povero(= non ricco)
(9) In questo caso fa eccezione l’espressione: “un emozionante romanzo”.
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es.: un biglietto aereo → un aereo biglietto.
a.2 I gradi dell’aggettivo qualificativo
Grado Funzione/Caratteristiche/Esempi
esprime il concetto semplice della qualità,es.: Andrea è intelligente
esprime un paragone, un confronto tra due termini.• Il comparativo di maggioranza si ottiene facendo
precedere l’aggettivo dall’avverbio più: intelligente→ più intelligente.
Il secondo termine di paragone è:• introdotto dalla preposizione di:
- se è formato da un nome o un pronome senzapreposizione, es.: Giorgio è più alto di suo padre;
- se è un avverbio, es.: Giorgio è più alto di prima;• introdotto dalla congiunzione che:
- se è un nome o un pronome retto da preposi-zione, es.: Martina è più gentile con Marco che conEnrico;
- se si paragonano avverbi o verbi,es.: Mi piace più adesso che prima;
- se si paragonano due aggettivi riferiti allo stes-so nome,es.: Giada è più furba che intelligente.
• Il comparativo di minoranza si ottiene facendo pre-cedere l’aggettivo dall’avverbio meno: intelligente →meno intelligente.
Il secondo termine di paragone è introdotto dalla pre-posizione di o dalla congiunzione che, secondo i criteridel comparativo di maggioranza, es.: Mattia è meno intelli-gente di Giada.
• Il comparativo di uguaglianza dove l’aggettivo non su-bisce modifiche e il secondo termine di paragone puòessere introdotto da:
- come o quanto, es.: La tigre è feroce come/quan-to la pantera;
- tanto: se nel secondo termine di paragone siusa quanto,es.: La tigre è tanto feroce quanto la pantera;
- così: se nel secondo termine di paragone si usacome, es.: La tigre è così feroce come la pantera.
positivo
comparativo che può essere di: -maggioranza -minoranza -uguaglianza
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il superlativo relativo si ottiene facendo precedere l’ag-gettivo dall’articolo determinativo e dall’avverbio più (omeno), es.: alto → il più alto / il meno alto.Il secondo termine di paragone è introdotto:
- dalla preposizione di,es.: Questa giornata è stata la più calda dell’estate;
- se è plurale anche dalle preposizioni fra, tra,es.: Carla è la più giovane fra le zie.
Inoltre, quando il secondo termine di paragone assu-me il significato di tutti può essere anche sottinteso,es.: Andrea è il più studioso [di tutti].N.B. Il sostantivo a cui l’aggettivo si riferisce può esserecollocato prima dell’aggettivo, fra l’articolo e l’avverbio(es.: È il libro più divertente della biblioteca) o dopo l’ag-gettivo (es.:È il più divertente libro … ).
• Il superlativo assoluto si ottiene dall’unione del suffis-so -issimo + aggettivo, es.: bravo → bravissimo.Non presenta il secondo termine di paragone(10 ); lasua formazione presenta alcuni casi particolari:
- gli aggettivi in -eo, -io e –uo (es.: fulmineo, …) rifiu-tano il superlativo –issimo e lo formano ricorrendo a parafrasi, es.: Un gesto veramente fulmineo;
- celebre, acre, integro, salubre, misero formano ilsuperlativo togliendo le ultime due lettere + ilsuffisso –errimo: celeberrimo, miserrimo, …;
- benefico, munifico, benevolo, malevolo formano ilsuperlativo con il suffisso –entissimo(11):beneficentissimo, …;
- ampio e aspro presentano due forme di superla-tivo:ampissimo/amplissimo, asprissimo/asper-rimo.
Infine, il superlativo si può formare anche in altri modi:- facendo precedere l’aggettivo dagli avverbi di
qualità molto e assai, es.: molto bello, …;- facendo precedere l’aggettivo da avverbi intensi-
ficativi come davvero, proprio, notevolmente, partico-
superlativoche può essere:
-relativo -assoluto
(10) Il termine assoluto deriva, infatti, dal latino “absolûtus”, participio passato del verboabsolvere (composto di ab “da” e solvere “sciogliere”) che significa “sciogliere da (ognivincolo)”.
(11) Nella lingua parlata i superlativi in -errimo e -entissimo sono rari, si preferiscericorrere alle forme alternative, es.: Una condizione assai rara.
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a.3 Comparativi e superlativi sintetici(12)
Inoltre, alcuni comparativi e superlativi sintetici, anch’essi derivanti dal lati-no, non presentano il grado positivo, essi sono:
larmente, straordinariamente, es.: È straordinaria-mente gentile;
- ricorrendo alla ripetizione dell’aggettivo, es.: Andare svelto svelto;
- rafforzando l’aggettivo con tutto, es.: Sono tutto ac-caldato;
- ricorrendo ai prefissi arci-, extra-, iper-, sovra- esopra-, stra-, super-, es.: sovraccarico, ….
Gradopositivo
Superlativoassoluto
Comparativo dimaggioranza
buono
cattivo
grande
piccolo
molto
più buono/migliore(13)
più cattivo/peggiore
più grande/maggiore
più piccolo/minore
più
il più buono/il migliore
il più cattivo/il peggiore
il più grande/il maggiore
il più piccolo/il minore
il più
Superlativorelativo
buonissimo/ottimo
cattivissimo/pessimo
grandissimo/massimo
piccolissimo/minimo
moltissimo/il più
(12) Alcuni aggettivi presentano forme “sintetiche” di comparativi e superlativi, derivantidal latino costituite da un solo termine.
(13) Migliore, peggiore, maggiore, … costituiscono già comparativi o superlativi, per cui leforme più migliore, il più peggiore, ottimissimo e simili sono da evitare; fanno eccezionei superlativi primo e ultimo che hanno una forma in -issimo, es.: primissime indiscre-zioni, ultimissime notizie.
comparativi esempisignificato
anteriore
posteriore
che sta davanti/che viene prima
che sta dietro/che viene dopo
il lato anteriore dell’auto/gliavvenimenti anteriori alla se-
conda guerra mondiale
il lato posteriore dell’auto/gliavvenimenti posteriori allaseconda guerra mondiale
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inferiore
superiore
interiore
esteriore
ulteriore
citeriore
più basso
più alto
più interno, in senso figurato
più esterno o, in senso figura-to, apparente/formale
posto al di là o, in senso figu-rato, nuovo/aggiuntivo
posto al di qua
lo studio dentistico è al pianoinferiore
lo studio dentistico è al pianosuperiore
un tumulto interiore
sembra interessata unicamenteal suo aspetto esteriore/ una
gentilezza esteriore
Gallia ulteriore (in senso lette-rale si usa solo in denomina-zioni storico-geografiche)/il
giudice valuterà ulteriori pro-ve
Gallia citeriore (si usa solo indenominazioni storico -geogra-fiche)
superlativi esempisignificato
postumo
infimo
supremo/sommo
intimo
estremo
prossimo
primo
nato dopo la morte del padre opubblicato dopo la morte del-
l’autore
il più basso, in senso figurato
il più alto
il più interno/il più vicino
al di là del quale non c’è nulla/che rappresenta il massimo
grado di qualcosa
più vicino
che costituisce l’iniziodi qualcosa
un figlio postumo/una pubbli-cazione postuma
un uomo di infime doti morali
il potere supremo/il sommogrado della gerarchia
biancheria intima/un intimoamico
l’estremo sud del continente/possedere un’estrema
dialettica
l’anno prossimo
la prima infanzia
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b. aggettivi determinativi o pronominaliGli aggettivi determinativi servono a determinare il nome a cui si riferi-scono, precisandone una caratteristica (il possessore, la posizione nellospazio, la quantità, la qualità, il numero); si definiscono anche aggettivipronominali(14) perché, a differenza degli aggettivi qualificativi, possono averevalore di pronome. Si distinguono in:
ultimo che viene dopo tutti gli altri l’ultimo atto della tragedia
categorie forma
indicano ilpossessoredi una cosa econcordanoin genere enumero conla cosa pos-
seduta,es.:
ha venduto-il suo negozio-la sua macchi- na-le sue rendite-i suoi terreni
COLLOCA-ZIONE DEL-
L’AGGETTIVOPOSSESSIVO
Generalmenteprecede il nomea cui si riferisce,segue il no-me :- quando si vuo
aggettivie pronomipossessivi
caratteristiche
singolare maschile femminile
miotuosuo
nostrovostroloro(15)
pluralepersona maschile femminile
1a sing.2a sing.3a sing.
1a plur.2a plur.3a plur.
miatuasua
nostravostra
loro
mieituoisuoi
nostrivostriloro
mietuesue
nostrevostre
loro
N.B. Esistono, oltre a quelli in tabella, i posses-sivi proprio e altrui, considerati di 3a personacome suo e loro:
- proprio ha funzione di rafforzativo se uni-to ad altri aggettivi possessivi (es.: I nostripropri desideri); il suo uso in luogo di suo/loro è facoltativo, è invece obbligatorio nellefrasi impersonali (es.: Troppo spesso i pen-sa ai propri interessi);
- altrui (di un altro, di altri, degli altri) indicaun possessore non definito e si riferiscesolo a persona (es.: I fatti altrui, la robaaltrui …).
(14) Gli aggettivi pronominali non presentano, come gli aggettivi qualificativi, i gradi delcomparativo e del superlativo e costituiscono, inoltre, una classe chiusa, da cui nonne possono derivare nuovi attraverso neologismi e procedimenti di formazione delle parole.
(15) Nella lingua italiana per la 3a persona non si distingue tra possessore maschile ofemminile, es.: Andrea ha parlato a lungo con Giada a casa sua → casa sua puòessere tanto la casa di lui quanto la casa di lei. Nei rari casi in cui ciò determina ambiguità,per evitare equivoci si ricorre alla forma analitica del possessivo (di + pronomepersonale): Andrea ha parlato a lungo con Giada a casa di lui (o di lei).
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le dare maggio-re rilievo alpossessore ,es.: Questa ècasa nostra.- in espressioni esclamati-ve, es.: Figliomio!.
USO DELL’AG-GETTIVO
POSSESSIVOIn italiano l’ag-gettivo pos-sessivo di re-gola è prece-duto dall’arti-colo, es.: la miacasa, …; rifiu-ta però l’artico-lo:- con i nomi diparentela usa-ti al singolare:padre,ma-dre, figlio, …;fanno eccezio-ne i terminimamma e papà;- nelle espressioni: a mioparere e simi-li;- nei vocativi,es.: Signorimiei, è necessa-rio far qualco-sa.
Inoltre, in alcu-ni casi il pro-nome possessivo è usato
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con valore so-s t a n t i v a l e ,sottintende cioèun sostantivo;può riferirsi a:- il denaro, leproprietà, es.:Nell’azienda hoinvestito delmio;- i familiari(es.: Abito con imiei) oppure gliamici, i compa-gni, gli alleati(es.: Andrea èdei nostri);- una lettera,nello stile e-pistolare (es.:Scrivo questalettera i rispostaalla tua);- un’opinione,con i verbi dire,esprimere e si-mili (es.: Dico lamia).
indicano per-sona, animaleo cosa e ne de-finiscono irapporti di vi-cinanza o lon-tananza neltempo e nellospazio rispet-to a chi parla oa chi ascolta.I dimostrativifondamentalisono:questoindicante esse-ri o cose vicini achi parla;
aggettivi epronomi di-mostrativi
maschile
singolare plurale
questocodestoquello/quel(16)
stessomedesimo
(tale)
femminile
singolare plurale
questicodestiquelli/quegli/
queistessi
medesimi(tali)
questacodestaquella
stessamedesima
(tale)
questecodestequelle
stessemedesime
(tali)
(16) Quel è la forma tronca di quello.
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- codesto indi-cante esseri ocose vicini a chiascolta (gene-ralmente è sosti-tuito da quello);- quello indi-cante esseri ocose lontani dachi parla e dachi ascolta; se-gue le regoled e l l ’ a r t i c o l odeterminativo:lo studente/quello studen-te,gli scolari/que-gli scolarii fanciulli/queifanciulliN.B. Si apostro-fa sempre da-vanti a vocale
- stesso emedesimo in-dicanti identitàche possonoessere usati siaper significare“uguale”, “iden-tico” sia comerafforzativi diun nome o unpronome (es.:egli stesso, a memedesimo);- tale conside-rato dimostrati-vo con valore diquesto, quello,es.: Ho detto tali(queste o quel-le) cose.
maschile singolare plurale
questiquellicostuicoluiciò
femminile singolare plurale
//
costorocoloro
/
//
costeicolei
/
//
costorocoloro
/
DIMOSTRATIVI USATI SOLOCOME PRONOMI(17)
(17) Si tratta di forme indicanti persone o cose cheaffiancano i dimostrativi questo e quello e il loroimpiego è proprio della lingua formale o lettera-ria.
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determinanoil nome a cui sir i f e r i s c o n ospecificandoin maniera gene-rica e approssi-mativa una re-lazione diquantità o qualità, es.: Certevolte non ti ca-pisco; sembravialquanto stan-co.
aggettivi epronomiindefiniti
maschile
singolare plurale
alcunoalquantoaltrettanto
altrocerto
certunociascunodiversomolto
nessunoparecchio
pocotale
talunotanto
troppotuttovario
femminile
singolare plurale
alcunaalquantaaltrettanta
altracerta
certunaciascunadiversamolta
nessunaparecchia
pocatale
talunatanta
troppatuttavaria
alcunialquantialtrettanti
altricerti
certuni/
diversimolti
/parecchi
pochitali
talunitanti
troppituttivari
alcunealquantealtrettante
altrecerte
certune/
diversemolte
/parecchie
pochetali
talunetante
troppetuttevarie
questa classe di aggettivi presenta un conside-revole numero di forme, diverse per usi esignificati.
INDEFINITI USATI COME AGGETTIVI ECOME PRONOMI
INDEFINITI USATI COME AGGETTIVI Sono invariabili e si usano solo al singolare:
singolaremaschile / femminile
ogniqualche
qualsiasiqualsivogliaqualunque
INDEFINITI USATI SOLO COME PRONOMI Si usano solo al singolare:
singolaremaschile femminile
alcunché /
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si usano perporre una do-manda, diret-ta o indiretta,sulla qualità,quantità o i-dentità del no-me a cui si ri-feriscono.
indicano unad e t e r m i n a -zione numeri-ca precisa e sidistinguono in:• c a r d i n a l i ,esprimono unaquantità nu-merica (es.:uno, due, …) di
aggettivi epronomi
interrogativied
esclamativi
aggettivinumerali
INDEFINITI USATI SOLO COME PRONOMISi usano solo al singolare:
N.B. Nella lingua italiana il pronomeinterrogativo può essere espresso con:
che cosa, cosa, chees.: che cosa
che è successo?cosa
che cosanon so che fare.
cosa
alcunchéaltri/altruichecché
checchessiachicchessia
chiunquenientenulla
ognunoqualcosaqualcuno
uno
/altri (altrui)
//
chicchessiachiunque
//
ognuna/
qualcunauna
singolare maschile femminile
chequale
quantochi
plurale maschile femminile
chequale
quantachi
chequali
quantichi
chequali
quantechi
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cifre arabe romane
123456789
101112131415161718192030405060708090
100200300400500600700800900
1000
cardinali
IIIIIIIVVVIVIIVIIIIXXXIXIIXIIIXIVXVXVIXVIIXVIIIXIXXX
XXXXLL
LXLXX
LXXXXCC
CCCCCCDD
DCDCC
DCCCCMM
unoduetre
quattrocinque
seisetteotto
novedieciundicidodicitredici
quattordiciquindicisedici
diciassettediciotto
diciannoveventitrenta
quarantacinquantasessantasettantaottantanovantacento
duecentotrecento
quattrocentocinquecento
seicentosettecentoottocento
novecentomille
primosecondo
terzoquartoquintosesto
settimoottavonono
decimoundicesimododicesimotredicesimo
quattordicesimoquindicesimosedicesimo
diciassettesimodiciottesimo
diciannovesimoventesimotrentesimo
quarantesimocinquantesimosessantesimosettantesimoottantesimo
novantesimocentesimo
duecentesimotrecentesimo
quattordicesimocinquecentesimo
seicentesimosettecentesimoottocentesimo
novecentesimomillesimo
ordinali
persone, ani-mali o cose; adeccezione diuno (femm.una) e mille(plur. mila) i nu-meri cardinalisono invariabi-li;• ordinali,esprimono lasuccessionein una serienumerica (es.:primo, …);•moltiplicativi,esprimono unaquantità due,tre o più voltemaggiore diun’altra (es.:doppio, triplo,…);•frazionari,esprimono unao più parti di untutto (es.: dueterzi, …);•distributivi,esprimono ilmodo in cuisono distribu-ite persone ocose (es.: a trea tre, …);• c o l l e t t i v i ,esprimono uninsieme nu-merico (es.:dozzina, …).Per quanto ri-guarda la clas-s i f i c a z i o n egrammaticaleessi costituisco-no una catego-
PROSPETTO DEI NUMERALI
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2.1.4 Il pronomeIl pronome è la parte variabile del discorso che generalmente sostituisce ilnome; si divide nelle seguenti categorie::
ria eteroge-nea, che com-prende:-aggettivi (es.:la terza fila);-pronomi (es.:entrambi);- s o s t a n t i v i(es.: il tre nel seici sta due volte).
categorie forma
sostituisconoun nome pro-prio o comunedi persona (inalcuni casi an-che di animali ocose); si distin-guono in:•pronomipersonalisoggetto,sono sempretonici, es.: ioleggo, tu studi,….Spesso sonosottintesi per-ché le forme delverbo conten-gono già l’indi-cazione dellapersona, tutta-via,devono esse-re sempreespressi :- quando man-ca il verbo, es.:«Chi è stato?»
pronomi per-sonali
caratteristiche
1^ persona2^ persona
3^ persona maschile
femminile
1^ persona2^ persona
3^ persona maschile
femminile
plur
ale
iotu
egli, lui, essoella, lei, essa
noivoiloro
PRONOMI PERSONALI SOGGETTO
PRONOMI PERSONALI COMPLEMENTO
sing
olar
e
1^ per.2^ per. 3 ̂per.
1^ per.2^ per. 3 ̂per.
plur
ale
sing
olar
e
maschile
femminile
maschile
femminile
mete
lui, esso
lei, essa
noivoi
essi
esse
lo (com.oggetto)gli (com.di termine)la (compl.oggetto)le, gli
(compl. ditermine)
civi
li (com.oggetto)le (com.oggetto)
forme toniche forme atone
miti
ne
loroloro, gli,ne(compl.indiretti)
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«Lui»;- quando sonocoordinati conun nome ocon un com-plemento, es.:Io e Giada an-diamo in biblio-teca;- quando sonoaccompagnatida un’apposi-zione o pro-posizione re-lativa, es.: An-drea, che è il piùbravo, deve aiutare i compagniin difficoltà;- quando sonoaccompagnatida un numera-le, es.: Loro tresi occuperannodi risolvere laquestione;- dopo il raffor-zativo stesso,es.: Io stesso hobisogno di chiarimenti;- dopo i raffor-zativi: anche,neanche, pure,neppure, …, es.:Anche lei ha ta-ciuto;•pronomi per-sonali com-plemento,possono esse-re tonici (es.:Ha visto te) o
N.B. I pronomi atoni mi, ti, ci, si, vi, quando sonoseguiti da un altro pronome atono, si modificanoin me, te, ce, se, ve; inoltre, le (femm. sing.) e glidiventano glie-. Tali forme possono essere seguitedai pronomi atoni lo, la, li, le, ne, dando origine aigruppi me lo, te lo …, come nel seguente schema:
Altre combinazioni sono possibili, come:- pronome atono (oggetto) + ci (avverbio
di luogo o dimostrativo), es.: Ti ci vedo;- pronome atono (oggetto o compl. di ter-
mine) + si (riflessivo, impersonale o passi-vizzante), es.: Mi si offre una grande op-portunità.
rifl
essi
vosi
ngol
are
e pl
ural
e sé si (complementooggetto e di termine)
lo la li le nemi me lo me la me li me le me neti te lo te la te li te le te nesi se lo se la se li se le se neci ce lo ce la ce li ce le ce nevi ve lo ve la ve li ve le ve nele/gli glielo gliela glieli gliele gliene
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atoni (es.: Ti ha visto).Generalmente i primi seguono il verbo(es.: Veniamo da voi), i secondi lo precedono (es.: Miascolti).I pronomi atoni sono in posizione enclitica con:
- un infinito (es.: Vincerlo);- un gerundio (es.: Vedendolo);- un participio passato se usato in forma assoluta o con
funzione aggettivale (es.: Il libro regalatomi è interes-sante);
- un imperativo sia affermativo (es.: Prendimi il libro),sia negativo (es.: Non ascoltatelo);
- l’avverbio ecco (es.: Eccomi sono arrivato).Inoltre, si possono rilevare i seguenti casi particolari:
- con i verbi servili (dovere, potere, …) il pronome puòunirsi all’infinito che segue o precede il verbo servile,es.: Non posso aiutarti/ Non ti posso aiutare; Se il verboservile regge due infiniti, tre sono le possibilità: Ti vor-rei poter aiutare/Vorrei poterti aiutare/Vorrei poter aiutar-ti;
- con i verbi fare e lasciare con valore causativo il pronome precede il verbo, es.: Lo faccio aiutare;
- con i verbi sembrare e parere, seguiti da un infinito, ilpronome è posposto al verbo all’infinito, es.: Sem-brava crederci.
possono sosti-tuire un nome e,contemporane-amente, metterein relazione traloro due pro-posizioni, lareggente e larelativa, es.:Ho incontratoSimona che miha parlato di te.La scelta delpronome relati-vo in relazionealla funzionesintattica svol-ta nella frase èsintetizzata nelseguente sche-ma:
pronomirelativi maschile
singolare plurale
checui
il quale
femminile singolare plurale
checui
i quali
checui
la quale
checui
le quali
PRONOMI RELATIVI
funzionesintattica
soggetto
pronome
compl.oggetto
compl.indiretti
che/ilquale
che/ilquale
cui/il qua-le precedu-ti da prepo-
sizione
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2.1.5 Il verboNel discorso il verbo è la parte variabile più importante, senza la quale, siaespressa sia sottintesa, non è possibile dare un senso compiuto alla frase; essoindica un’azione, un modo di essere o uno stato del soggetto e assumediverse forme per esprimere la persona o le persone che compionol’azione, il tempo, il modo in cui essa avviene. In italiano il verbo è caratteriz-zato di seguenti elementi:
i pronomi chi e quanto si definiscono doppi perché svolgo-no le funzioni di due pronomi:
- chi (= colui il quale, colei la quale, coloro i quali, qualcunoche) è invariabile; si usa soltanto al singolare e con rife-rimento a esseri animati (es.: Chi studia sarà premiato).Inoltre, unisce in sé la funzione di due pronomi diversi:dimostrativo + relativo, es.: Chi (= colui il quale) è non èd’accordo lo dica; o indefinito + relativo, es.: C’è chi(=qualcuno che) non è d’accordo;
- quanto (= [tutto] quello che) è invariabile. Al singolare siriferisce soltanto a cose, es.: Per quanto (= quelloche) mi riguarda non ho nulla da dirti; al plurale si riferi-sce sia a persone che a cose, es.: Il denaro non è unproblema: posso guadagnarne quanti ne (= tutti quelli che)voglio.
pronomidoppi
chi, quanto
nella lingua italiana i pronomi allocutivi sonobipartiti secondo il seguente prospetto:
forme diconfidenza
singolare
plurale
lei; Ella (moltoformale)
voi (regionale)voi; loro (molto
formale)
tu
voi
forme dicortesia
usati per rivol-gersi diretta-mente, a voce oper iscritto, aqualcuno, es.:Nel ringraziar-La per la Suacollaborazione,Le porgo distin-ti saluti.
Elementi Caratteristiche/Esempi
indica se il soggetto è chi parla (1a pers. = io scrivo, …); chiascolta (2a pers. = tu scrivi, …); altri individui, presenti o as-senti (3a pers. = egli scrive, …). Le persone del verbo sono sei,tre singolari e tre plurali, e corrispondono ai pronomi per-sonali:
persona
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indica se il soggetto è singolare o plurale.
specifica il carattere dell’azione: se è certa o se esprimepossibilità, dubbio, desiderio. I modi verbali possono esse-re:
• finiti se nei differenti tempi definiscono sempre il numeroe la persona;
• indefiniti se non definiscono la persona a cui si riferisco-no.
Ogni modo verbale si articola in diversi tempi:
numero
modo
singolare plurale
1a persona io2a persona tu
3a personaegli (lui), ella (lei)
esso, essa
1a persona noi2a persona voi
3a personaessi, esse
(loro)
modi/caratteristiche tempi
mo
di
fin
iti
presente passato futuro
indicativoesprime certezza, realtà.
congiuntivoesprime dubbio, desiderio,possibilità, ma anche coman-do, esortazione.
presente(io lodo)
presente(che io lodi)
passatoprossimo
(io ho lodato)
imperfetto(io lodavo)
trapassatoprossimo(io avevo
lodato)
passatoremoto(io lodai)
trapassatoremoto(io ebbilodato)
futurosemplice(io loderò)
futuroanteriore(io avròlodato)
passato(che io abbia
lodato)
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indica la relazione cronologica tra il momento in cui si par-la e quello in cui si verifica l’evento, può essere:
tempo
mo
di
fin
iti
condizionaleindica generalmente un’azione ilcui compimento dipende dal ve-rificarsi di una condizione; seusato in senso assoluto, ovve-ro senza dipendere da una con-dizione, esprime un desiderio,una supposizione.
imperativoesprime un ordine, un coman-do, un divieto, un’esortazione.
infinitoesprime un’azione genericamente indicata nel tempo e indefi-nita nel genere, numero e persona.
participioesprime l’azione del verbo an-che in funzione di attributo e,come l’aggettivo e il sostanti-vo, presenta due generi e duenumeri.
gerundioindica un’azione nel suo svol-gersi e ne definisce il modo ele circostanze rispetto a quelledella proposizione principale.
presente(io loderei)
presente(loda!)
presente(lodare)
presente(lodante)
presente(lodando)
imperfetto(che iolodassi)
imperfetto(io lodavo)
trapassato(che io aves-
si lodato)
passato(io avreilodato)
passato(aver
lodato)
passato (lodato)
passato(avendolodato)
futurosemplice(io loderò)
futuroanteriore(io avròlodato)
mo
di
ind
efin
iti
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- presente →→→→→ indica coincidenza tra l’evento e il momentodell’enunciazione,es.: io studio, studierei, …;
- passato →→→→→ indica che l’evento è anteriore al momentodell’enunciazione,es.: io studiai, io avrei mangiato, ….;
- futuro →→→→→ indica che l’evento è posteriore al momentodell’enunciazione,es.: io studierò, avrò studiato, ….
I tempi verbali si distinguono in:- tempi semplici →→→→→ costituiti da una sola parola (radice +
desinenza), es.: leggo, …;- tempi composti →→→→→ costituiti dall’ausiliare essere o avere +
participio passato del verbo di cui si vuole formare il tempocomposto, es.: ho parlato, ….
A ciascun tempo semplice corrisponde un tempo compo-sto, come emerge dal seguente schema, dove non sono pre-senti l’imperativo (che ha il presente) e il participio (in cuipresente e passato hanno forme diverse):
secondo il genere il verbo si distingue in:• transitivo, quando l’azione compiuta dal soggetto passa di-
rettamente sul complemento oggetto (es.: Giulia scrive
genere
tempisemplici
presenteimperfetto
passato remoto
presenteimperfetto
presente
presente
presente
passato prossimotrapassato prossimotrapassato remoto
passatotrapassato
passato
passato
passato
indicativo↔↔↔↔↔↔↔↔↔↔↔↔↔↔↔
congiuntivo↔↔↔↔↔↔↔↔↔↔
condizionale↔↔↔↔↔
infinito↔↔↔↔↔
gerundio↔↔↔↔↔
tempicomposti
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forma
USO TRANSITIVOLa nonna ha bollito le uova.
Il prossimo annocambierò città.
La radio ha comunicato lenotizie sull’attentato.
L’acqua del radiatore bolleDomani il tempo cambierà.
A volte genitori e figli nonriescono a comunicare
USO INTRANSITIVO
una lettera); i verbi transitivi possono essere usati anche in mo-do assoluto, senza cioè il compl. oggetto (es.: Giulia scri-ve);
• intransitivo, quando l’azione espressa dal verbo si esau-risce nel soggetto (es.: Carlo arrivò) o passa su un comple-mento indiretto (es.: Carlo arrivò in città). Alcuni verbi, gene-ralmente intransitivi, possono essere usati transitivamente,poiché presentano il cosiddetto “complemento oggetto in-terno”, costituito da un sostantivo che ha la stessa radicedel verbo o è ad esso legato da uno stretto rapporto di si-gnificato (es.: Vivere una vita serena).
il verbo può essere di:• forma attiva, quando il soggetto compie l’azione espres-
sa dal verbo,es.: Mattia colpisce il pallone;
• forma passiva, quando il soggetto subisce l’azioneespressa dal verbo,es.: Il pallone è colpito da Mattia.
La trasformazione della frase attiva in passiva avviene se-condo il seguente schema:
forma attiva Mattia colpisce il pallonesoggetto verbo attivo com. oggetto
forma passiva Il pallone è colpito da Mattiasoggetto verbo passivo com. d’agente
La forma passiva si ottiene con le voci dell’ausiliare essere +participio passato del verbo da coniugare; il passivo, inoltre,si può formare:
- con l’ausiliare venire (al posto di essere) + participio passa-to del verbo principale, es.: Venni (= fui) richiamato dal preside.N.B. Questa forma è impiegata solo nei tempi semplici;
- con la particella pronominale si (si passivizzante) + la 3a
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- persona singolare e plurale del verbo di forma attiva, es.:Si vendono (= sono vendute) auto usate;
- con l’ausiliare andare + verbi come perdere, smarrire, sprecare, distruggere,
es.: Durante i bombardamenti l’intero edificio andò distrutto (=fu distrutto).N.B. In questa costruzione il complemento d’agente o di cau-sa efficiente non è introdotto dalla preposizione da;
• forma riflessiva, quando l’azione compiuta dal soggetto si ri-flette sul soggetto stesso, es.: Marta si veste.La forma riflessiva si ha con i verbi denominati:- riflessivi propri →→→→→ verbo transitivo - attivo + particelle
pronominali (mi, ti, ci, si, vi) con funzione di complementooggetto, es.: A volte mi giudico (= giudico me) con severità;
- riflessivi apparenti →→→→→ verbo transitivo - attivo + particel-le pronominali, che non hanno però funzione di complemento oggetto, es.: Mi pettino spesso i capelli;
- riflessivi reciproci →→→→→ l’azione è esercitata in modo scam-bievole tra due o più persone, es.: Quei ragazzi si amano;
- riflessivi impropri o transitivi pronominali →→→→→ la particellapronominale non ha valore riflessivo, ma fa parte del ver-bo; si possono distinguere due categorie:1. verbi che non esistono senza la particella pronominale
(es.: arrabbiarsi = io mi arrabbio);2. verbi transitivi o intransitivi, che presentano anche la
forma pronominale (es.: divide/rsi; divido il ricavato; midivido da te);
• forma pronominale(18), quando il verbo è accompagnato dalla particella pronominale (es.: Mi lavo; ti vergogni) ed ha si-gnificato attivo. Questa coniugazione dal punto di vista forma-le è identica a quella riflessiva; si ha con:- un gruppo di verbi intransitivi (es.: accorgersi, arrabbiarsi,
…);- un gruppo di verbi transitivi (es.: abbandonare, commuovere,
…) che cambiano significato e assumono valore intransi-tivo se accompagnati dalla particella pronominale (es.: abbandonarsi, commuoversi, …);
- un gruppo di verbi intransitivi (es.: sedere, approfittare, …)che esistono nella forma pronominale senza differenzedi significato (es.: approfittare/approfittarsi di qualcuno) o conuna lieve differenza di significato (es.: sedere = stare sedu-ti, sedersi = mettersi a sedere).
(18) Nelle coniugazioni riflessiva e pronominale le voci verbali sono accompagnatedalle particelle pronominali mi, ti, ci, si, vi.
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2.1.5.a Le coniugazioniLa flessione del verbo si definisce coniugazione.
-ava-erete
parl -assi desinenze ↓ ↓ ↓ ↓ ↓ -andoradice -are
Come si può osservare, il verbo è costituito da due parti fondamentali:• la radice, che è invariabile (tranne in alcuni verbi irregolari) e contiene il
significato del verbo; si ottiene dall’infinito togliendo la desinenza,es.: parl-are → parl- → parl- iamo;
• la desinenza, che è variabile e fornisce indicazioni riguardanti il modo,il tempo, la persona o le persone che compiono l’azione (es.: io parl-o/voi parl-ate/…); nella desinenza si possono distinguere:
- una vocale tematica, che specifica la coniugazione [-a- per la 1a coniug.(parl-a-vamo); -e- per la 2a coniug. (prend-e-ranno); -i- per la 3a coniug.(part-i-remo)];
- una marca personale, che consente di individuare le persona del verbo(es.: lav-o, laver-ai, …);
- una marca temporale, presente solo in alcuni tempi [la -v- per l’imper-fetto (cant-a-v-amo); la -r- per il futuro semplice e il condizionale pre-sente (lod-e-r-ò, part-i-r-ei)]. Tuttavia, questo tipo di suddivisione inter-na della desinenza non si applica regolarmente a tutti i modi e i tempi;per esempio, nella 1a persona sing. dell’indicativo presente manca la vocaletematica (es.: la forma ascolt-o non presenta la -a- della 1a coniug., inprendo manca la -e- della 2a coniug., in parto manca la -i- della 3a coniug,…).
In italiano il verbo presenta tre coniugazioni:
}
gruppi diconiugazioni
particolarità
-are = am-are, …
1a coniuga-zione
desinenzedell’infinito
• i verbi in -care e -gare aggiungono alla ra-dice una h davanti alle desinenze -i/-e, cosìda mantenere un suono gutturale, es.: cerca-re → tu cerchi, …;
• i verbi in -ciare, -giare, -sciare perdono la-i della radice davanti alle desinenze -i/-e,es.: mangiare → tu mangi; strisciare → tustrisci, …;
• i verbi in -iare, davanti alle desinenze che
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-ere =tem-ere, …
2a coniuga-zione
iniziano per -i, conservano la -i della radice,tranne davanti alle desinenze -iamo/-iate,se essa è tonica alla 1a persona sing. dell’indicativo presente, la perdono invecese è atona:
espiare studiareio espio io studioche tu espii che tu studinoi espiamo noi studiamovoi espiate voi studiate
• i verbi in -gliare perdono la -i della radi-ce soltanto davanti alla vocale i, es.: taglia-re → io taglio, tu tagli, …;
• i verbi in -gnare sono regolari, conserva-no cioè la -i nelle desinenze -iamo/-iate,es.: regnare → noi regniamo (la 2a perso-na plurale dell’indicativo presente fa re-golarmente → voi regnate), ….
• molti verbi al passato remoto presentanodue forme alla 1a e 3a pers. sing. e alla 3a
plurale;
es.: io temetti temeiegli temette teméessi temettero temerono
• appartengono alla 2a coniug. i verbi fare edire, poiché derivano da due verbi latini della2a coniuga., e tutti quelli che terminano in -arre,-orre, -urre, come: trarre, porre, tradurre,condurre, …;
• i verbi in -cere, -gere, -scere (regolari eirregolari), con la e atona, mantengono un suo-no palatale davanti alle desinenze in i/e mahanno suono gutturale davanti alle desinenzein a/o; inoltre, i verbi in -scere aggiungonouna i davanti alla desinenza -uto del partici-pio passato, es.: vincere → tu vinci/che eglivinca; conoscere → tu conosci/conosciuto, …;
• il verbo nuocere e quelli in -cere con la etonica (piacere, giacere, …) aggiungono una
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-ire =serv-ire, …
3a coniuga-zione
i davanti alle desinenze in a/o/u. Inoltre, se lai è preceduta da una c, quest’ultima in al-cuni verbi e tempi si raddoppia, es.: nuo-cere → io nuoccio/tu nuoci/essi nuocciono...;
• i verbi in -gnere sono regolari, conserva-no la i nelle desinenze -iamo/-iate, es.: spe-gnere → spegniamo/spegniate, ….
• alcuni verbi presentano due forme di par-ticipio presente, una regolare in -ente euna in -iente. Alcuni hanno solo la forma in-iente; i casi più comuni sono:
infinito participiocapire capienteconsentire consenzienteconvenire convenientedissentire dissenzientedisubbidire disubbidiente (o disobbediente)dormire dormienteesaurire esaurienteesordire esordientenutrire nutrientepartorire partorientepatire pazientesconvenire sconvenienteubbidire ubbidiente (o obbediente)venire veniente
• molti verbi inseriscono il suffisso -isc- frala radice e la desinenza nelle persone sin-golari e nella 3a plurale dell’indicativo, delcongiuntivo e dell’imperativo presente:
indicativo congiuntivo imperativopresente presente presenteio cap-isc-o che io cap-isc-a /tu cap-isc-i che tu cap-isc-a cap-isc-i tuegli cap-isc-e che egli cap-isc-a cap-isc-a eglinoi cap-iamo che noi cap-iamo cap-iamo noivoi cap-ite che voi cap-iate cap-ite voiessi cap-ìsc-ono che essi cap-ìsc-ano cap-ìsc-ano essi
Seguono questa coniugazione i verbi comeagire, ammonire, …; mentre altri presentanoentrambe le forme con o senza suffisso,es.: applaudire → applaudo/applaudisco; as-sorbire → assorbo/assorbisco; mentire → men-to/mentisco; ….
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2.1.5.b Verbi regolari e irregolari
Formeverbali
Caratteristiche
mantengono invariate la radice e vi aggiungono le desinenzedelle coniugazioni a cui appartengono.
non seguono il modello di coniugazione a cui appartengo-no; l’irregolarità può consistere nel cambiamento:
- della radice, es.: anda-are → vad-o, …;- delle normali desinenze, es.: cad-di invece di cad-ei/cad-
etti, …;- sia della radice sia della desinenze, es.: viv-ere ? vis-si, ….(19)
Nella lingua italiana hanno una coniugazione irregolare anchegli ausiliari essere e avere, così definiti (dal latino auxílium =aiuto) perché aiutano a coniugare tutti gli altri verbi nei tempicomposti.
USO DELL’AUSILIARE
regolari
irregolari
(19) Per le forme dei verbi irregolari si veda l’Appendice.
ausiliare si usa
essere • in funzione di ausiliare serve a formare i tempicomposti:- del verbo essere, es.: Sono stato in montagna,
…;- di molti verbi intransitivi, es.: Siamo andati al
cinema, …;- di tutti i verbi riflessivi (propri, apparenti, reci-
proci, impropri o intransitivi pronominali), es: Misono pettinato; Ci siamo sentiti prima che arrivas-si …;
- dei verbi alla forma impersonale, es.: È acca-duto oggi, …;
• come verbo con significato proprio indica esi-stere, vivere, stare, trovarsi, es.: Sono a casa,...Inoltre, il verbo essere si dice copula quando è se-guito da un aggettivo o nome ;
• per formare il passivo, es.: È molto amato da tutti;• con si passivante e impersonale, es.: Si è ritenu-
to opportuno intervenire, ….Inoltre, ammettono entrambi gli ausiliari:
- alcuni verbi intransitivi come continuare, cor-
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2.1.5.c Verbi impersonali, servili, fraseologici, difettivi, sovrab-bondanti
avere
rere, mancare, …, es.: È corso a casa/Ha corsoper un tratto;
- alcuni verbi indicanti fenomeni atmosfericicome piovere, nevicare, diluviare, …, es.: è/hapiovuto; è/ha nevicato; è/ha diluviato, ….
• in funzione di ausiliare serve a formare i tempicomposti:- del verbo avere, es.: Avete avuto una buona
idea, …:- dei verbi transitivi-attivi, es.: Aveva studiato
tutto, …;- di alcuni verbi intransitivi, es.: Hai pianto dal
dolore, …;• come verbo con significato proprio indica: pos-
sedere, tenere, sentire/provare, es.: Hai la casa,…; inoltre, avere seguito dalla preposizione da +infinito indica un obbligo, es.: Ho molto da fareoggi, ….
Formeverbali
Caratteristiche
non presentano un soggetto determinato e si usano soltan-to nei modi indefiniti e nella 3a persona sing. dei tempi dimodo finito; sono impersonali:- i verbi che indicano fenomeni atmosferici, come: piove,
tuona, …; se usati in senso figurato diventano personali,es.: Una voce tuonò nella notte;
- il verbo fare in frasi come: Fa freddo; Fa caldo, …;- un gruppo di verbi spesso usati impersonalmente; i più
comuni sono: accadere, bisognare, avvenire, convenire, capi-tare, importare, necessitare, occorrere, parere, sembrare, suc-cedere, essere necessario, essere opportuno, essere indub-bio, essere certo, essere evidente, essere chiaro; es.: Biso-gna uscire, ….
reggono direttamente, cioè senza preposizione, l’infinito diun altro verbo, con cui formano un unico predicato verbale; pre-cisano il significato del verbo aggiungendo l’idea del dove-re, della possibilità o della volontà.
impersonali
servili
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Essi sono: dovere, potere, volere.Se usati autonomamente, tali verbi prendono l’ausiliare avere;quando reggono l’infinito di un verbo riflessivo o pronominaleusano:- l’ausiliare essere, se le particelle pronominali precedono
il verbo servile, es.: Si è dovuto preparare, …;- l’ausiliare avere, se le particelle pronominali sono unite
all’infinito del verbo, es.: Ha dovuto prepararsi, ….
i verbi come stare, cominciare, iniziare, continuare, seguire,finire, smettere detti “fraseologici” o “aspettuali”, se usati da-vanti a un altro verbo (all’infinito o al gerundio), definisconoaspetti o sfumature dell’azione espressa dal verbo:
mancano di alcune voci del paradigma (modi, tempi o persone);i più comuni, con l’indicazione delle forme in uso, sono:
- addirsi, “essere opportuno, conveniente”; indic. presente: siaddice/addìcono; indic. imperfetto: si addiceva / addicévano;cong. presente: si addica / addicàno; cong. imperfetto: siaddicesse / addicéssero;
fraseologici
difettivi
tipo di azione
azione durativa
imminenzadell’azione
inizio dell’azione
proseguimentodell’azione
fine dell’azione
studiandostudiare
studiare
studiare
studiare
studiare
verbofraseologico
infinito o gerundiodel verbo
starestare a
stare per, esserein procinto di, es-sere sul punto di,accingersi a, es-
sere lì lì per
cominciare a, ini-ziare a
continuare a, se-guitare a, andare
avanti a
smetter(la) di,finir(la) di,
piantar(la) di
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- aggradare, “piacere, riuscire gradito”; indic. presente: aggra-da;
- calére, “importare” (di uso letterario); indic. presente: cale;- consùmere, “consumare/logorare” (di uso letterario); indic.
pass. rem.: consunsi, consunse, consunsero; participio pas-sato: consunto;
- fèrvere, “svolgersi con impegno, con intensità”; indic. presen-te: ferve, fèrvono; indic. imperfetto: ferveva, fervévano; par-ticipio presente: fervente; gerundio presente: fervendo;
- ostare, “essere d’ostacolo”; indic. presente òsta; indic. imper-fetto: ostava; cond. presente: osterebbe; participio presente:(non) ostante;
- prùdere, “provocare prurito”; indic. presente: prude, prùdo-no; indic. imperfetto: prudeva, prudévano; indic. futuro: pru-derà, pruderanno; cong. presente: pruda, prùdano; cong.imperfetto: prudesse, prudéssero; cond. presente: prudereb-be, pruderèbbero; gerundio presente: prudendo;
- solére, “essere solito” (di uso letterario); indic. presente: soglio,suoli, suole, sogliamo, solete, sògliono; indic. imperfetto:solevo, solevi, …; cong. presente: soglia, sogliamo, sogliate, sògliano; cong. imperfetto: solessi, …; participio passato:sòlito; gerundio presente: solendo;
- tàngere, “toccare” in senso figurato, “interessante” (di usoletterario o scherzoso); indic. presente: tange; participio pre-sente: tangente;
- ùrgere, “essere urgente”; indic. presente: urge, ùrgono; indic.imperfetto: urgeva, urgévano; indic. futuro: urgerà, urge-ranno; cong. presente: urga, ùrgano; cong. imperfetto: ur-gesse, urgéssero; cond. presente: urgerebbe, urgerèbbero;participio presente: urgente; gerundio presente: urgendo;
- vèrtere, “avere per argomento, riguardare”; indic. presente:verte, vertono; indic. imperfetto: verteva, vertévano; indic.pass. rem.: verté, vertérono; indic. futuro : verterà, verteran-no ; cong. presente: vèrta, vèrtano; cong. imperfetto: vertesse,vertéssero; cond. presente: verterebbe, verterèbbero; par-ticipio presente: vertente; gerundio presente: vertendo;
- vìgere, “essere in vigore, avere validità”; indic. presente: vige,vìgono; indic. imperfetto: vigeva, vigévano; indic. futuro: vi-gerà, vigeranno; cong. presente: viga, vìgano; cong. imper-fetto: vigesse, vigéssero; cond. presente: vigerebbe, vigerèb-bero; participio presente: vigente; gerundio presente: vigendo.
Sono difettivi anche i verbi: compètere, concèrnere, convèrgere,dirìmere, discèrnere, divèrgere, esìmere, incómbere, inerire,soccómbere, splèndere, sùggere, transìgere; tali verbi non han-no il participio passato per cui non possono formare i tempicomposti.
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sono così definiti alcuni verbi che possono appartenere a dueconiugazioni. Alcuni di essi, nelle due forme, esprimono si-gnificati pressoché identici:
adempiere e adempire empiere e empireammansare e ammansire intorbidare e intorbidireannerare e annerire riempiere e riempirecompiere e compire starnutare e starnutire.dimagrare e dimagrire
Altri, cambiando coniugazione, presentano significati diffe-renti:abbrunare, “mettere il lutto” e abbrunire, “diventare bruno”arrossare, “rendere rosso” e arrossire, “diventare rosso”fallare, “sbagliare” e fallire “far fallimento”imboscare, “nascondere” e rimboschire, “piantare un bosco”.
sovrab-bondanti
(21) La particella pronominale precede il verbo nei modi finiti (escluso l’imperativo),segue il verbo (unendosi ad esso) nei modi indefiniti e nell’imperativo presente,esclusa la 3a persona singolare e plurale. Nella forma negativa della 2a persona singo-lare e plurale dell’imperativo presente, la particella pronominale si può collocaresia prima che dopo il verbo, es.: non ti lavare o non lavarti, …, così come si puòscegliere tra le due collocazioni quando l’infinito è retto da un verbo servile: ti vogliofare un regalo o voglio farti un regalo. I tempi composti dei verbi riflessivi e pronominalisi formano con l’ausiliare essere, per cui il participio passato concorda in generee numero con il soggetto, es.: Giada si è annoiata; Giorgio si è annoiato. Inoltre, se ilriflessivo è accompagnato da un verbo servile, si ha:- l’ausiliare essere quando la particella pronominale precede il verbo, es.: Si è
voluto pettinare;- l’ausiliare avere quando la particella pronominale segue il verbo, es.: Ha voluto
pettinarsi.
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TAVOLE VERBI - Coniugazione dei verbi ausiliari - AVEREin
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.(20) Il participio presente ènte è usato solo con valore di sostantivo; la forma
essènte è rarissima, si trova generalmente nella prosa filosofica.
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Paradigma modello della 1a coniugazione attiva - AMAREin
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o am
ato
tu h
ai a
mat
oeg
li ha
amat
ono
i abb
iam
oam
ato
voi a
vete
amat
oes
si h
anno
amat
o
io a
m-a
votu
am
-avi
egli
am-a
vano
i am
-ava
mo
voi a
m-a
vate
essi
am
-àva
no
io a
vevo
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tu a
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am
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egli a
veva
am
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noi a
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mo
amat
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i ave
vate
amat
oes
si a
veva
noam
ato
pre
sen
teim
per
fett
o
io a
m-a
itu
am
-ast
ieg
li am
-òno
i am
-am
mo
voi a
m-a
ste
essi
am
-àro
no
io e
bbi a
mat
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m-e
rém
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si a
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amat
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vran
noam
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f.se
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lice
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sen
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che
io a
m-i
che
tu a
m-i
che
egl
i am
-i c
he n
oiam
-iam
och
e vo
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i-ate
che
essi
àm-in
o
che
io a
m-a
ssi
che
tu a
m-a
ssi
che
egli
am-a
sse
che
noi
am-à
ssim
och
e vo
iam
-ast
ech
e es
siam
-àss
ero
pas
sato
che
io a
bbia
amat
och
e tu
abb
iaam
ato
che
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abbi
aam
ato
che
noi a
bbia
mo
amat
och
e vo
i abb
iate
amat
och
e es
si a
bbia
noam
ato
che
io a
vess
iam
ato
che
tu a
vess
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ato
che
egli
aves
seam
ato
che
noi a
vess
imo
amat
och
e vo
i ave
ste
amat
och
e es
si a
vess
e-ro
am
ato
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giu
nti
vop
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m-e
rèi
tu a
m-e
rést
ieg
li am
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bbe
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mo
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rést
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pas
.
64 morfologia
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w.s
un
tin
i.it/
isb
n97
8-88
-891
42-2
3-3
www.suntin
i.it/is
bn978-
88-8
9142
-23-
3
www.suntini.it/isbn978-88-89142-23-3
Paradigma modello della 2a coniugazione attiva - TEMEREin
dic
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o
io te
m-o
tu te
m-i
egli
tem
-eno
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o e
ssi a
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mp
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che
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m-a
che
tu te
m-a
che
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tem
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oite
m-ia
mo
che
voi
tem
-iate
che
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m-a
no
che
iote
m-é
ssi
che
tute
m-é
ssi
che
egli
tem
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ech
e no
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m-é
ssim
och
e vo
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m-é
ste
che
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tem
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ero
pas
sato
che
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tem
uto
che
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bbia
tem
uto
che
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abbi
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och
e no
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iam
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och
e vo
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uto
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och
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mut
och
e no
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ssim
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och
e vo
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tem
uto
che
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ro te
mut
o
con
giu
nti
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m-e
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tu te
m-e
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-eré
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mo
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morfologia 65
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w.s
un
tin
i.it/
isb
n97
8-88
-891
42-2
3-3
www.suntin
i.it/is
bn978-
88-8
9142
-23-
3
www.suntini.it/isbn978-88-89142-23-3
Paradigma modello della 3a coniugazione attiva - SERVIREin
dic
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o
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ono
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li ha
serv
itono
i abb
iam
ose
rvito
voi a
vete
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si h
anno
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io s
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tu s
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serv
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noi s
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v-iv
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vevo
ser
vito
tu a
vevi
ser
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veva
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itono
i ave
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ose
rvito
voi a
veva
tese
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essi
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ito
pre
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fett
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iitu
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noi s
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noi a
vem
mo
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itovo
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itoes
si e
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àno
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mo
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e vo
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sato
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e
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o
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dose
rvito
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pas
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66 morfologia
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w.s
un
tin
i.it/
isb
n97
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3-3
www.suntin
i.it/is
bn978-
88-8
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-23-
3
www.suntini.it/isbn978-88-89142-23-3
Paradigma modello della coniugazione passiva - ESSERE AMATOin
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voi e
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p. r
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io s
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ato
che
tu s
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och
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och
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ich
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rebb
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mat
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ati a
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amat
oeg
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io
pas
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trap
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nte
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re s
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morfologia 67
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tin
i.it/
isb
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www.suntin
i.it/is
bn978-
88-8
9142
-23-
3
www.suntini.it/isbn978-88-89142-23-3
Paradigma modello della coniugazione riflessiva - LAVARSI(21)in
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io m
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vati
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io m
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si s
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lava
toch
e tu
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vato
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si s
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mo
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e vo
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lava
tich
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i sia
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vato
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tu ti
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vato
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2.2 LE PARTI INVARIABILI2.2.1 L’avverbio
L’avverbio è la parte invariabile del discorso che serve a modificare o adeterminare il significato di:
- un verbo, es.: Riposare tranquillamente;- un aggettivo, es.: Quel pittore è piuttosto famoso;- un nome, es.: Compra solo dolci;- un altro avverbio, es.: Parla molto liberamente;- un complemento,es.: Ci siamo preoccupati soprattutto di voi;- una frase, es.: Onestamente, non so che dirti.
Formazione Classificazione
• avverbi in -mente da:- aggettivi in -o → forma femminile
-a + suffisso -mente = certo →cert-a-mente;
- aggettivi in -e → forma unica +suffisso -mente = veloce-mente;
• avverbi in -oni da:- nome o verbo + -oni per indica-
re un modo particolare di stareo procedere, es.: ginocchio →ginocchi-oni = “con le ginocchia aterra”: stare ginocchioni.
gli avverbi si distinguono:• secondo il tipo di formazione in:
- semplici: presentano una formapropria, non derivano cioè da altreparole, es.: bene, male, poco,mol-to, non, mai, più, qui, là, …;
- composti: si formano dalla fusio-ne di due o più parole, es.: almeno(al meno), perfino (per fino), dap-pertutto (da per tutto), talvolta (talvolta), …;
- derivati: hanno origine da un’altraparola (nome/aggettivo/verbo), tra-sformata in avverbio attraversol’aggiunta di un suffisso, es.: forte→ fortemente, …;
- locuzioni avverbiali, ovvero se-quenze fisse di parole che, perfunzione e significato, equivalgo-no ad avverbi, es.: all’improvviso(improvvisamente), di frequente(frequentemente), ….;
• secondo il proprio significato in:- avverbi di modo- avverbi di luogo- avverbi di tempo- avverbi di giudizio- avverbi di quantità- avverbi interrogativi
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Categorie Caratteristiche
indicano il modo in cui si svolge l’azione espressadal verbo, es.: parlare correttamente;• avverbi:
- la maggior parte degli avverbi in -mente e -oni;- alcuni avverbi semplici, es.: adagio, apposta, assie-
me, bene, così, invano, male, perbene, …;- parole e locuzioni di origine latina o straniera, es.:
gratis (senza alcuna spesa), by night (di notte), …;• principali locuzioni avverbiali: all’impazzata, di buon
grado, di corsa, di solito, in fretta, ….
indicano il luogo in cui si svolge l’azione espressadal verbo e specificano la posizione di qualcosa oqualcuno rispetto a chi parla o chi ascolta, es.: escifuori;• avverbi: accanto, addosso, altrove, appresso, attorno,
attraverso, avanti, ci, davanti, dentro, dietro, dinanzi, do-vunque, dintorno, indietro, giù, innanzi, intorno, laggiù,lassù, lì, lontano, ne, oltre, ovunque, quaggiù, quassù,qui, sopra, sotto, su, vicino, vi, …;
• principali locuzioni avverbiali: di fronte, di fuori, didietro, di qua, di là, di sopra, di sotto, in su, in giù, per diqua, per di là, ….
determinano il tempo di svolgimento di un’azione,es.: arriverò domani;• avverbi: adesso, allora, ancora, appena, dapprima, do-
mani, domattina, dopo, dopodomani, entro, fino, finora,già, mai, ieri, oggi, oggigiorno, ora, ormai, presto, prima,poi, quando, sempre, sino, spesso, stamani, stamattina,stanotte, stasera, stavolta, sùbito, talora, talvolta, tardi...;
• principali locuzioni: un giorno, di quando in quando,d’un tratto, di botto, nel frattempo, non appena, di buonora, in tempo, ….
si usano per affermare, negare o mettere in dubbioun evento;• gli avverbi di giudizio si distinguono in:
- avverbi di affermazione (appunto, certamente, certo,proprio, sicuramente, sicuro);
- avverbi di negazione (neppure, non, neanche, nem-meno);
avverbidi modo
avverbidi luogo
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avverbidi giudizio
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2.2.1.a I gradi dell’avverbioGli avverbi, come gli aggettivi, possono avere la forma comparativa e super-lativa; si distinguono in:
• comparativi e superlativi regolari:- avverbi di modo, fatta eccezione per quelli terminanti in –oni e pochi altri
come altrimenti;- avverbi di tempo: spesso, presto, tardi;- avverbi di luogo: vicino, lontano.
- avverbi di dubbio (eventualmente, forse, probabil-mente, quasi);
• locuzioni avverbiali: di sicuro, di certo, per l’appunto,neanche per idea, senza dubbio.
indicano una quantità in modo non precisato, es.: la-vora molto.• avverbi: abbastanza, alquanto, altrettanto, appena, as-
sai, meno, molto, niente, nulla, parecchio, più, poco, tan-to, quanto, troppo.
• locuzioni avverbiali: press’a poco, all’incirca, né piùné meno, di più, di meno, un poco, a bizzeffe, ….
si usano per introdurre una domanda; possonoriguardare:
- il modo: come?- il luogo: dove?- il tempo: quando?- la misura o il valore: quanto?- la causa: perché?, come mai?
si usano per modificare il significato di un’intera frase;essi possono avere valore proprio o frasale:
valore proprio valore frasalesono davvero stanco davvero non volevo offenderepensa innanzitutto innanzitutto, cerca di ragio-a te stesso naremangia sempre pesce,per lo più gamberi per lo più mangia sfogliate
avverbidi quantità
avverbiinterrogativi
avverbifrasali
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• comparativi e superlativi irregolari:
positivo
velocemente
piano
spesso
presto
tardi
vicino
lontano
velocissimamente/il piùveloce
il meno velocemente
pianissimo/il più pianoil meno piano
spessissimo/il più spessoil meno spesso
prestissimo/il più prestoil meno presto
tardissimo/il più tardiil meno ardi
vicinissimo/il più vicinoil meno vicino
lontanissimo/il più lontanoil meno lontano
comparativo superlativo
più velocementemeno velocementevelocemente come
più pianomeno pianopiano come
più spessomeno spessospesso come
più prestomeno prestopresto come
più tardimeno tarditardi come
più vicinomeno vicinovicino come
più lontanomeno lontanolontano come
gradi
positivo
poco
molto
pochissimominimamentemolto pocoassai poco
moltissimoassai
comparativo superlativo
meno
più
gradi
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N.B. Come gli aggettivi, gli avverbi possono subire alterazioni aggiungendo allaradice le desinenze tipiche del diminutivo, accrescitivo, vezzeggiativo e peggio-rativo, come: -ino/-one/-etto/-uccio/-accio, es.: pochino, malaccio, ….
2.2.1.b La posizione dell’avverbioLa collocazione degli avverbi nella frase può essere fissa o variare aseconda dei casi; è possibile individuare alcune regole che determinano la posi-zione e che dipendono principalmente dal tipo di elemento a cui esso si riferisce:
- se l’avverbio si riferisce a un verbo, si colloca dopo di esso, es.: Enricoparla molto;
- se l’avverbio si riferisce a un aggettivo o a un nome, si colloca primadi esso, es.: Sono molto soddisfatto del tuo lavoro;
- gli avverbi frasali generalmente hanno una collocazione libera, es.: Enri-co ha finalmente smesso di fumare/Finalmente Enrico ha smesso di fuma-re;
- gli avverbi di modo generalmente possono occupare qualunque posi-zione, es.: Assieme siamo andati al cinema/Siamo andati al cinema assieme…;
- l’avverbio di negazione non precede sempre il verbo a cui si riferisce,es: Non hanno sentito.
In alcuni casi il cambiamento di posizione dell’avverbio provoca un mutamentodi significato della frase:
Solo Francesco ha giocato a biliardo con Marco (non Andrea);Francesco ha solo giocato a biliardo con Marco (non ha fatto altro);Francesco ha giocato solo a biliardo con Marco (non a tennis);Francesco ha giocato a biliardo solo con Marco (non con Andrea).
2.2.2 La preposizioneLe preposizioni sono parole invariabili del discorso che si pongono da-vanti a un nome, un pronome, un aggettivo, un verbo indefinito (general-mente soltanto il complemento diretto, od oggetto, non è preceduto da preposi-
grandemente(da grande)
bene (da buono)
male (da cattivo)
massimamentesommamente
benissimoottimamentemolto beneassai bene
malissimopessimamente
molto maleassai male
maggiormente
meglio
peggio
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zione) per indicare rapporti di dipendenza che intercorrono tra gli elemen-ti di una frase; esse si distinguono in:
Tipo Caratteristiche
svolgono solo la funzione di preposizioni, introduco-no molti complementi e proposizioni subordinate; sisuddividono in:• preposizioni semplici: di, a, da, in, con, su, per, tra,
fra;• preposizioni articolate, formate dall’unione delle
prep. semplici (con l’eccezione di fra e tra(22)) + gliarticoli determinativi secondo il seguente schema:
USO DELLE PREPOSIZIONI PROPRIELe preposizioni introducono:• molti complementi• diverse proposizioni subordinate:
- proposizioni subordinate introdotte dalla preposizionedi: soggettiva/oggettiva/finale/causale
- proposizioni subordinate introdotte dalla preposizione a:causale/condizionale/finale/temporale/limitativa
- proposizioni subordinate introdotte dalla preposizioneda: consecutiva / finale
- proposizioni subordinate introdotte dalla preposizionein: temporale
- proposizioni subordinate introdotte dalla preposizionecon:modale
- proposizioni subordinate introdotte dalla preposizioneper: finale / causale / consecutiva
svolgono, oltre alla funzione di preposizioni, altre funzio-ni grammaticali (avverbi, aggettivi, verbi), come:
preposizioniproprie
preposizioniimproprie
articoliprep.nisemplici il lo la i gli le
dia
dainsu
delal
dalnelsul
delloallo
dallonellosullo
dellaalla
dallanellasulla
deiai
daineisui
degliagli
daglineglisugli
dellealledallenellesulle
(22) Alle preposizioni articolate: col, collo, colla, cogli, colle; pel, … , ormai in disuso, si pre-feriscono le forme separate: con la, per lo, ….
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- dopo è una preposizione-avverbio,es: Ci vediamo dopo (funzione avverbiale).Faremo una pausa dopo il pranzo (funzione preposi-zionale);
- lungo è una preposizione-aggettivo,es.: Correre lungo il viale (funzione preposizionale).Lo spettacolo è stato molto lungo (funzione aggetti-vale);
- escluso (dal participio passato di escludere) è una pre-posizione-verbo,es.: Il concorrente è stato escluso dalla gara (funzioneverbale).
Ha invitato tutti escluso me (funzione preposizionale);Alcune preposizioni improprie possono essere accompa-gnate da un’altra preposizione (es.: davanti a te), altresono usate da sole (es.: sotto il tavolo) o hanno più d’u-na costruzione (es.: sopra il tetto/sopra al tetto, …); leprincipali sono:
preposizione
attraverso
circa
contro
davanti
dentro
dietro
dopo
durante
eccetto
entro
Siediti davantialla porta
La casa è dietroalla collina
usata da sola + altra preposizione
La luce filtrava at-traverso le tende
Circa la questione,non so casa pensa-
reBattere la testacontro il muro
Il pigiama è dentroil cassetto
La casa è dietrola collina
Verrò a trovartidopo il lavoro
Mi ha chiamato du-rante la partita
Ha chiacchieratocon tutti, eccetto
(che con) teDevo rientrareentro le otto
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escluso
fuori
insieme
intorno
lontano
lungo
malgrado
mediante
nonostante
oltre
prima
rasente
riguardo
rispetto
salvo
secondo
senza
sopra
sotto
tramite
Uscire fuori dallacittà, …
Ne discuteremoinsieme a loro
Il corteo va intorno allemura
Vivere lontanodalla famiglia
Oltre (in aggiunta) a que-sto volevo dirti …
Terminerò l’articoloprima di domaniIl proiettile passòrasente alla casaRiguardo alla tua
richiesta …Rispetto al problema
ambientale …
Il libro è sopra al tavolo
Il tappeto è sotto altavolo
Il Museo è apertotutti i giorni, esclu-
so il lunedìStare fuori città
Camminare lungogli argini del fiumeGiunsero a destina-zione, malgrado le
avversitàHo superato me-
diante il suo aiutoSono partiti nono-stante lo scioperoI soldati si diresse-
ro oltre (al di là)le montagne
Il proiettile passòrasente la casa
Può mangiare tutto,salvo i dolci
Secondo me, haisbagliato
È uscito senzail cappello
Il libro è sopra iltavolo
Il tappeto è sottoil tavolo
Ho conosciuto tetramite mio fratello
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2.2.3 La congiunzioneLe congiunzioni sono parti invariabili del discorso che servono a unire tradi loro due proposizioni o due elementi di una stessa proposizione;esse possono essere classificate in relazione alla loro funzione sintattica:
tranne
vicino
presso
Puoi dirmi tuttotranne le bugie
Trovarono riparopresso alcuni vil-
laggi
La mia bici è vicinoal fiume
locuzionipreposizionali
espressioni fisse costituite da più parole che equival-gono a una preposizione; possono essere formate da:
- locuzioni avverbiali + preposizione:in cima a al cospetto di a meno diin capo a nel mezzo di al pari diin mezzo a per causa di a dispetto di…..
- verbo o avverbio accompagnato da preposizione:a partire da contrariamente aa prescindere da diversamente da….
Classificazione Caratteristiche
si distinguono in:- semplici →→→→→ formate da una sola parola: e, o, ma, come,
che, né, …;- composte →→→→→ formate da due o più parole:
oppure (da o + pure), neanche (da né + anche),nondimeno (da non + di + meno), …..
Ad esse si aggiungono le locuzioni congiuntive, formateda più parole scritte separatamente: anche se, ogni voltache, di modo che, dal momento che, ….
si distinguono in:• coordinative →→→→→ uniscono due o più elementi di una
proposizione che hanno la stessa funzione, oppuredue o più proposizioni con lo stesso valore sintattico;esse si dividono in:
rispettoalla forma
rispetto alla fun-zione sintattica
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- copulative: e, anche, pure, né, neanche, neppure, nem-meno, ..
- disgiuntive: o, oppure, ovvero, altrimenti, …- avversative: ma, però, tuttavia, nondimeno, eppure, anzi,
…- dichiarative o esplicative: cioè, infatti, vale a dire, os-
sia, …- conclusive: dunque, quindi, ebbene, perciò, pertanto,
allora, ..- correlative: e…e, né…né, sia…sia, non solo…ma an-
che, …subordinative →→→→→ uniscono due proposizioni all’internodi uno stesso periodo, ponendo una alle dipendenzedell’altra; esse sidividono in:
- dichiarative: che, cioè, come (regge il congiuntivo), …- interrogative indirette: se, come, quando, perché,
quanto, …- causali: perché, poiché, giacché, siccome, visto che, …- finali: affinché, perché, acciocché, che (reggono il con-
giuntivo), ..- consecutive: così…che, tanto…che, di modo/manie-
ra…che, ..- concessive: benché, seppure, sebbene, ancorché, per-
quanto,..- condizionali: se, purché, qualora, a condizione che, …- comparative: tanto…quanto, così…come, più…che, …- temporali: quando, come, appena che, dopo che, allor-
ché, …- modali: come, come se, nel modo che, quasi, …- avversative: quando, mentre, laddove, …- esclusive, eccettuative, limitative: fuorché, tranne
che, eccetto che, a meno che, senza che, per quanto, perquello, …
Ad esse si aggiungono le congiunzioni testuali, che pos-sono collegare segmenti di testi più ampi della singola frase;tale funzione può essere svolta da elementi di diversa natu-ra, come: congiunzioni coordinative (e, ma), congiunzionisubordinative (perché, benché), locuzioni congiuntive (d’al-tra parte, più che altro, tutto sommato), avverbi (allora, altri-menti, così, ora).
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2.2.4 L’interiezioneL’interiezione o esclamazione è la parte invariabile del discorso usata peresprimere un’emozione (gioia, dolore, sdegno) o per formulare un ordine,un saluto, un richiamo. A differenza delle altre parole del discorso, le interie-zioni non presentano legami sintattici con gli altri elementi della frase incui si trovano, ma il loro significato deriva dal tono della voce con cui si pronun-ciano; esse si distinguono in:
Tipo Caratteristiche
svolgono soltanto la funzione di interiezione (ah!, oh!, eh!,uh!, ih!, …); la medesima interiezione può significaresentimenti diversi, ad esempio eh! può esprimere: esor-tazione (es.: Sta’ attento, eh!) / ironia, irritazione (es.: Eh,per chi mi hai preso?) / rammarico, rimprovero (es.: Eh,se mi avessi dato ascolto!).Altre presentano generalmente un loro proprio significatocostante:
costituite da altre parti del discorso usate con funzionedi interiezione, come: sostantivi (es.: Misericordia!;Peccato!; Aiuto!; …) / aggettivi (es.: Sicuro!; Bravo!; Giu-sto!; …) / verbi (es.: Viva!; Salve!; …) / avverbi (es.: Bene!;Orsù!, …), …
formate da gruppi di parole o da vere e proprie propo-sizioni,es.: Dio mio!; Ora basta!; Neanche per sogno!; Mi facciail piacere!; …
interiezioniproprie
interiezioniimproprie
locuzioniinteriettive
interiezioniurrà!
ahi!, ohi!, ahimè!, ohimè!ohi!, ohè!, olà!
deh!
auff!ohibò!ehm!mah!
puh!, puah!
esultanzadolore
richiamodesiderio, implorazione,
preghieraimpazienza
negazione, incredulitàlieve minaccia
incertezza, dubbiodisprezzo, ripugnanza
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PARTE III
SINTASSI(1)
Le frasi, sequenze di parole ben organizzate e dotate di senso compiuto,possono essere di lunghezza e complessità variabili; esse si distinguono in:
1. SINTASSI DELLA PROPOSIZIONE
Le proposizioni o frasi semplici sono dette frasi indipendenti poiché sonoautonome dal punto di vista sintattico dalle frasi che le precedono e da quelleche le seguono (es.: Sarebbe bello andare in vacanza) e possono essere esa-minate da diversi punti di vista secondo il seguente schema:
Le frasi semplici, inoltre, possono essere classificate in relazione all’intentocomunicativo del parlante, come: informare su qualcosa, porre una domanda,esprimere un augurio, …; cinque sono i tipi fondamentali:
tipo caratteristiche esempi
frasi semplici (oproposizioni)
frasi complesse(o periodi)
aventi un solo predicato
costituite da più proposizio-ni collegate tra loro
Marco ha vinto un pre-mio.
Dopo aver studiato eaver svolto alcune com-missioni, Mario andò acinema con gli amici.
(1) Il termine sintassi deriva dal greco “sýntaksis” e significa “ordinamento”.
analisi logico-grammaticale
analisi del contenutoinformativo
analisi della strutturadelle conoscenze
predicato
rema(ciò che si dice
a proposito del tema)
nuovo
Frase
soggetto
tema(argomentodella frase)
noto
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tipo caratteristiche/esempi
comunicano un’esposizione di fatti, una dichiarazio-ne di intenzioni, la descrizione di uno stato di cose, …;si distinguono in:
• affermative, es.: Ho visto mio cugino.• negative, es.: Non ho soldi.
Le proposizioni dichiarative possono essere:• costruite oltre che con il verbo coniugato nei vari tem-
pi dell’indicativo (es.: Ho comprato una macchina; ca-pii il suo comportamento) o del condizionale (es.: Po-trei uscire) anche con l’infinito (narrativo o descrittivo);
• costituite anche da frasi nominali, es.: Molto interes-sante questa gara.
esprimono una richiesta di informazioni; si distinguo-no in:
• interrogative totali, quando la domanda è riferita al-l’intero contenuto della frase. es.: Vieni con noi?;
• interrogative parziali, quando la domanda riguardauno degli elementi della frase, costituito da un avver-bio, un pronome o dal gruppo aggettivo interroga-tivo + nome (chi, dove, quando, …), es.: Quando apreil Museo?.
Le interrogative dirette (proposizioni indipendenti) pos-sono essere trasformate in interrogative indirette (pro-posizioni subordinate) senza la presenza del punto interro-gativo, es.: È arrivata Martina? →→→→→ Voglio sapere se Martinaè arrivata.
oltre ad evidenziare che il contenuto della proposizione èinatteso, esprimono, in relazione ai casi, meraviglia,stu-pore, gioia, rabbia, …; possono essere:
• prive di un elemento lessicale introduttivo, es.: Ètardi!;
• introdotte da un aggettivo esclamativo (es.:Che bel-la giornata!) o raramente da un avverbio (es.:Comecorre, Marco!).
Le esclamative spesso sono costituite da frasi nomina-li, come: Ancora qui!; Che bel tramonto!.
hanno lo scopo di indurre qualcuno a fare qualcosa;quindi possono rappresentare un ordine, un consiglio,una preghiera, un’esortazione. Generalmente tali propo-
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desiderative
sizioni presentano il verbo:• all’imperativo (per la 2a persona singolare e plura-
le e per la 1a persona plurale), es.: Dammi quelle chia-vi!; Chiudi la porta!;
• al congiuntivo esortativo (per la 3a persona singo-lare e plurale), es.: Vada via di qui!;
• all’infinito quando il destinatario è generico, es.: Al-lacciare le cinture di sicurezza.
Inoltre, le imperative presentano anche la forma nominale(es.: Su le braccia!) e possono essere trasformate in subor-dinate completive, rette da un verbo che esprime coman-do, ordine, preghiera, …, come:es.: Vai via di qui! →→→→→ Ti ordino di andare via di qui.
Studia di più! →→→→→ Ti esorto a studiare di più.Sii più gentile con Valentina! →→→→→ Ti prego di essere più gen-
tile con Valentina.
esprimono un augurio, un desiderio, una speranza; pos-sono essere prive di elementi introduttivi (es.: Fosse lavolta buona!) o introdotte da magari, almeno, se (es.: Se cifosse Marta!).Le desiderative presentano il verbo al congiuntivo im-perfetto per esprimere un desiderio relativo al presen-te o al futuro realizzabile o non realizzabile (es.: Magarisi potesse rivivere la giovinezza!) o trapassato per esprimereun desiderio non realizzato relativo al passato (es.:Magari avessi studiato l’inglese da piccolo!)
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In una frase gli elementi fondamentali sono il predicato e il soggetto; essicostituiscono i nuclei a cui si possono aggiungere eventuali altri elementi cheampliano la frase, arricchendola di precisazioni o di informazioni. Tali elementi sidefiniscono espansioni, alcune delle quali si legano al soggetto formando conesso il gruppo del soggetto, altre unendosi al predicato formano con esso ilgruppo del predicato:
Le espansioni, in relazione della parte di frase a cui si riferiscono, possonoessere di tre tipi:
• elementi avverbiali, riferiti a una parte del nucleo (verbo o gruppo del ver-bo);
• elementi circostanziali, riferiti all’intero nucleo;• circostanziali di frase, tesi a modificare l’intera frase.
La sintassi della proposizione, a differenza della morfologia che studia ognisingola parola, analizzandone le forme e le possibili modificazioni, si occupa deirapporti che intercorrono tra i diversi elementi che la compongono. In una propo-sizione ogni elemento ha un ruolo ben definito, che non dipende dalla parola in
Probabilmente, Marco sta sorseggiando una bibita, lentamente, nel giardino di casa.
CIRCOSTANZIALEDI FRASE
NUCLEO AVVERBIALE CIRCOSTANZIALE
AM
PL
IAM
EN
TO
RID
UZI
ON
E
soggetto
Carlo
gruppo del soggetto
Mio fratello Carlo
gruppo del soggetto
Mio fratello Carlo
gruppo del soggetto
Mio fratello Carlo
Frase
predicato
scrive.
predicato
scrive.
gruppo del predicato
scrive una lettera.
gruppo del predicato
scrive una lettera a unsuo amico.
Frase
Frase
Frase
→→→→ →→→→→ →
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sé, bensì dalla funzione che svolge. L’insieme di tali rapporti risponde a unaconcezione che si fonda sulla logica, quindi l’operazione con cui si studia la sin-tassi della frase semplice si definisce analisi logica. Per svolgere questo tipo dianalisi è necessario ordinare la frase secondo uno schema logico, individuando:
• il soggetto espresso o sottinteso• il predicato verbale o nominale• il complemento oggetto e gli altri complementi indiretti• i complementi indiretti
Es.: Claudio deve restituire il libro a Martina.
1.1 IL SOGGETTO
Analisi grammaticaleClaudio = nome proprio di persona,
maschile, singolaredeve = verbo dovere, servile, 2a co-
niug. indic. presente, 3a pers.sing.
restituire = verbo restituire, 3a coniug.in-finito presente, trans., attivo
il = articolo determ., maschile, sin-golare
libro = nome comune di cosa, ma-schile, singolare
a = preposizione sempliceMartina = nome proprio di persona,
femminile, singolare
Analisi logicaClaudio= soggetto
deve restituire= pred. verbale
il libro= complemento oggetto
a Martina= compl.to di termine
Definizione Caratteristiche/Esempi
determina:⇒⇒⇒⇒⇒ la persona e il numero,
es.: io leggo; Giorgio legge; noi leggiamo;⇒⇒⇒⇒⇒ in alcuni casi anche il genere,
es.: Francesco è arrivato; Paola è arrivata;
specifica:⇒⇒⇒⇒⇒ chi o che cosa compie l’azione (con tutti i
verbi transitivi attivi e con gli intransitivi,es.: La folla applaude);
⇒⇒⇒⇒⇒ chi o che cosa subisce l’azione (con i verbipassivi, es.: Marta è stata salutata da Carlo);
elemento della pro-posizione di cui par-la il predicato
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⇒⇒⇒⇒⇒ a chi o a che cosa si attribuisce una quali-tà o uno stato (con il verbo essere, i copulativiaffettivi e simili, seguiti da un nome o da un ag-gettivo, es.: La situazione sembrava tranquil-la; Cristina è studiosa).Generalmente la funzione di soggetto è svol-ta da un nome o da un pronome (es.: Marcoscrive; egli corre),tuttavia qualsiasi altra parte del discorso so-stantivata può fungere da soggetto,es.: Gli ultimi (→ aggettivo) saranno i primi.Non sempre il chiedere (→ verbo di modo in-finito) è umiliante.Il proverbio dice che il troppo (→ avverbio)stroppia.Non mi appare chiaro il perché (→ congiun-zione),così come un’intera proposizione (detta “pro-posizione soggettiva”),es.: È giusto che siate premiati per il vostro la-voro.
Il soggetto può essere completato da varie determi-nazioni, appartenenti al gruppo del soggetto,
es.: Il fratello di Martina lavora al tribunale.
Inoltre, il soggetto può essere:⇒⇒⇒⇒⇒ partitivo quando è introdotto da una delle for-
me dell’articolo partitivo o dalle espressio-ni un po’ di, alcuni, qualche (es.: Sono venuti atrovarmi degli amici; Alcune rose non sonosbocciate);
⇒⇒⇒⇒⇒ sottinteso:• quando risulta chiaro dal contesto (es.: Gio-
cavano a nascondino → i bambini);• nella risposta a una frase: «Viene Marco?».
«Viene»;• in una serie di proposizioni che presentano
soggetto espansione gruppo del predicato
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1.2 IL PREDICATO
tutte lo stesso soggetto (es.: Luigi è andato al maree ha pescato due sgombri; al ritorno li ha cucinatiinsieme agli amici).
Per quanto riguarda la posizione del soggettoesso di solito precede il verbo (es.:I fanciulli gio-cavano in cortile; Le foglie cadono dagli alberi);tuttavia non necessariamente occupa il primo postonella frase, poiché possono precederlo uno o piùelementi circostanziali (es.: Domani, alle otto in pun-to, Martina andrà a lezione di danza). Inoltre, il sog-getto può seguire il verbo quando:
• si vuole metterlo in rilievo,es.: L’ho sempre detto, io, che non andavamod’accordo;
• si vuole metterlo a confronto con un altro pos-sibile soggetto,es.: La macchina l’ho comprata io, non tu;
• è noto nelle costruzioni passive,es.: Sono stati assunti i vincitori del concorso;
• è presente il verbo dire e altre espressioni di a-nalogo significato,es.: Dice Martina se vuoi andare a studiare acasa sua; Ha preso la parola Carlo per raccon-tare ciò che era accaduto.
Definizione Caratteristiche/Esempi
il predicato può essere verbale e nominale:⇒⇒⇒⇒⇒ predicato verbale →→→→→ costituito da tutti i ver-
bi, riflessivi e intransitivi, di forma attiva,passiva o riflessiva che hanno un sensocompiuto, ossia non necessitano di ulteriorielementi per dare un senso al soggetto; essofornisce un’informazione completa e puòindicare:
• un’azione compiuta dal soggetto,es.: Il babbo legge un libro (→→→→→ verbo tran-sitivo attivo)es.: Teresa è andata in laboratorio (→→→→→ ver-
elemento che indical’azione o lo stato ri-feriti al soggetto
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bo intransitivo attivo)es.: Carla si annoia (→→→→→ verbo riflessivo);
• un’azione subita dal soggetto,es.: Il libro è letto da Marco (→→→→→ verbo pas-sivo);
• un fenomeno, un evento che accade alsoggetto,es.: L’aereo è precipitato; Il ciclista è cadu-to dalla bici;
• uno stato, una condizione in cui si trova ilsoggetto,es.: Il gatto sta sul divano.
Quando il predicato verbale non ha da solo signifi-cato compiuto, è necessario che sia completato dauno o più argomenti(2), che con il verbo costituisco-no il gruppo del predicato,
es.:Luigi è andato a teatro. Luigi ha ricevuto una lettera da suo fratello.
⇒⇒⇒⇒⇒ predicato nominale →→→→→ costituito generalmen-te da una voce del verbo essere, definita copula(dal latino copula = legame) perché unisce ilsoggetto alla parte nominale, + un aggettivo oun nome, detti parte nominale del predicato,le cui eventuali espansioni fanno parte del grup-po del predicato.
soggetto pred. verbale argomenti del verbo
gruppo del predicato
(2) A completare il significato di ciascun verbo concorre un determinato numero di argo-menti; infatti, esistono:
• verbi a zero argomenti, che da soli hanno senso compiuto, es.: nevica, piove, …;• verbi con un argomento, che sono completati dalla persona del soggetto, es.: An-
drea scrive;• verbi con due argomenti, es.: Marco telefona a Francesca;• verbi con tre argomenti, es.: Paolo dona un libro a Chiara;• verbi con quattro argomenti, es.: Anna traduce una relazione dall’inglese in
tedesco.Dunque, il verbo e i suoi argomenti costituiscono la parte fondamentale della frase, dettanucleo.
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1.3 L’ATTRIBUTO
Es.: La giornata è stata piovosa. Martina è una ragazza di dodici anni.
Il predicato nominale si ha anche con un gruppodi verbi che da soli non esprimono senso com-piuto; essi sono i cosiddetti verbi copulativi(parere, sembrare, stare, rimanere, diventare,nascere, vivere, morire, …) che svolgono lastessa funzione logica del verbo essere(3), cioèesercitano la funzione di copula e indica-no una condizione o una qualità del sogget-to,
es.: Lo spettacolo sembra interessante.
soggetto copula parte nominale
gruppo del predicato
soggetto copula parte nominale
predicato nominale
Definizione Caratteristiche/Esempi
l’attributo può essere costituito da:• qualsiasi tipo di aggettivo: qualificativo (es.:
un bel quadro); possessivo (es.: la mia auto);dimostrativo (es.: quel ragazzo); indefinito(es.: qualche libro); numerale (es.: sei mesi);interrogativo (es.: quale canzone?); esclamativo (es.: che bella giornata!); …;
• un participio, presente o passato, usato come
gli aggettivi che ac-compagnano un so-stantivo e non compio-no la funzione di nomedel predicato in analisilogica si definisconoattributi, perché attri-buiscono al nomecui si riferiscono
(3)Il verbo essere, come tutti gli altri verbi, può avere anche funzione di predicato verbalequando assume significato di:
• stare, es.: Il libro è (sta) sul tavolo;• esistere, es.: Dio è (esiste);• appartenere, es.: La macchina è (appartiene) a Jacopo;• trovarsi, es.: Mio fratello era (si trovava) in città.
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1.4 L’APPOSIZIONE
aggettivo (es.: un film entusiasmante; un profes-sionista impegnato).
L’attributo, in quanto espansione di un nome, puòriferirsi a qualsiasi elemento della frase(4); quindipuò essere l’attributo:
• del soggetto,es.: Suo fratello frequenta l’Università;
• di un complemento,es.: Io abito in quel condominio laggiù;
• della parte nominale del predicato,es.: Marco è un ragazzo intelligente;
• dell’apposizione,es.: Dante, famoso poeta, nacque a Firenze.
delle nuove infor-mazioni, dei chiari-menti.
(4) È necessario sottolineare, inoltre, che gli avverbi e alcune locuzioni anteposte all’ag-gettivo si considerano parte integrante dell’attributo, per esempio: Il mio interventoè stato del tutto inutile (= assolutamente inutile); Diego è un giocatore molto bravo(= bravissimo).
Definizione Caratteristiche/Esempi
l’apposizione non è autonoma, dipende sempredal nome cui è legata (es.: Il poeta Virgilio scrissel’Eneide, poema famoso), che può avere la funzionedi soggetto o di complemento; essa può essere:
• semplice, costituita solo da un nome e può pre-cedere o seguire il sostantivo cui si riferisce,es.: il professor Rossi; Valeria, l’amica di Sara;
il fiume Tevere; …;• complessa, completata da uno o più aggettivi e
complementi, collocata generalmente dopo il nome,es.: Monti, docente ordinario di diritto costituzio-
nale.Talvolta l’apposizione può essere introdotta:
• dalla proposizione da,es.: Andrea, da vero intenditore, preferisce i vini
d’annata;• dall’avverbio come,
es.: Luca, come padre di famiglia, ha molte re-sponsabilità;
sostantivo che si ag-giunge a un altroelemento nominaledella frase per me-glio precisarlo.
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1.5 I COMPLEMENTI
1.5.1 I complementi diretti
• dalle locuzioni: in qualità di, in veste di, …,es.: Elena , in qualità di ospite, non doveva com-
portarsi così.
Definizione Caratteristiche/Esempi
i complementi possono essere costituiti da:• un nome• un pronome• una qualsiasi parte del discorso sostanti-
vata• un avverbio
e si distinguono in:• diretti, così chiamati perché si legano al verbo
direttamente, cioè senza l’ausilio di una preposi-zione;
• indiretti, così chiamati perché si legano al ver-bo indirettamente, cioè mediante una preposizio-ne.
determinazioni divaria natura che siaggiungono al sog-getto o al predicatoverbale per comple-tare il significatodella frase
Complementi Caratteristiche/Esempi
si ha con i verbi transitivi attivi e si uniscedirettamente al verbo, senza preposizioni, es.:L’esercito ha combattuto una battaglia.Inoltre, quando l’oggetto è introdotto dall’articolopartitivo o dalle espressioni un po’ di, alcuni, qual-che, si ha il complemento oggetto partitivo, es.:Ho trovato alcune notizie interessanti.
Tuttavia, anche alcuni verbi intransitivi posso-no reggere un complemento oggetto interno,hanno cioè come compl. oggetto un sostantivoche ha la stessa base del verbo o presenta unsignificato ad esso affine,es.: Vivere una vita tranquilla; Dormire sonni tran-quilli.Inoltre, ad avere la stessa funzione del compl. og-getto è la proposizione oggettiva; infatti, in diver-
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si casi un compl. oggetto può essere sostituito conuna proposizione oggettiva,es.: Preferisco la vostra sincerità → Preferisco chevoi siate sinceri.
predicativodel soggetto(5)
(5) I complementi predicativi, oltre ad unirsi direttamente al verbo, possono essere introdottida preposizioni, avverbi o locuzioni preposizionali (a, da, in, per, come, quale, inqualità di, in conto di, …), es.: Il signor Mario Rossi è stato assunto in qualità didirettore amministrativo.
costituisce il nome o l’aggettivo che completa ilpredicato; esso si ha:
• con un gruppo di verbi, intransitivi o riflessivi (crescere, nascere, partire, allontanarsi, …),di senso compiuto, che possono essere usatiin funzione copulativa e ricevono un ulterio-re significato dal compl. predicativo del sog-getto,es.: L’atleta torna vincitore dalle Olimpiadi;
• con una serie di verbi copulativi, di forma pas-siva, suddivisi in quattro gruppi:
costituisce un aggettivo o un sostantivo che com-pleta il significato del verbo e dal punto di vistagrammaticale si riferisce al complemento ogget-
categorie significato/esempi
essere chiamato, essere detto,essere soprannominato,..es.: Le colombe sono dette sim-bolo della pace.
essere eletto, essere creato, es-sere nominato, …es.: È stato eletto delegato am-ministrativo della società.
essere stimato, essere giudicato,essere considerato, ..es.: Nel suo lavoro è giudicatocompetente.
essere fatto, essere reso, essereridotto, …es.: Dalle esperienze vissute èstato reso insicuro.
verbi appellativi
verbi elettivi
verbi estimativi
verbi effettivi
predicativodell’oggetto
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1.5.2 I principali complementi indiretti
to; nella forma attiva è retto dalle stesse categorie diverbi che al passivo reggono il compl. predicativo delsoggetto (elettivi, estimativi, …),es.: L’esperienza ha reso maturo il ragazzo.
Complementi Caratteristiche/Esempi
⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalla preposizione di⇒⇒⇒⇒⇒ risponde alle domande: di chi?; di che cosa?⇒⇒⇒⇒⇒ illustra, chiarisce nonché specifica il signi-
ficato del termine a cui si riferisce; il compl.di specificazione può:• indicare un’appartenenza generica,
es.: la porta di casa; il nonno di Fabio;• indicare un rapporto di proprietà,
es.: il libro di Lucia; la macchina di Massi-miliano;
• specificare l’autore di qualcosa,es.: le imprese di Napoleone; le gesta di Car-lo Magno.
Generalmente dipende da un nome (es.: una con-fezione di caramelle), ma può dipendere ancheda:
• un aggettivoes.: Un atleta desideroso di gloria;
• un verboes.: La spedizione dispone di sofisticate tecno-logie.
⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalla preposizione a⇒⇒⇒⇒⇒ risponde alle domande: a chi?; a che cosa?⇒⇒⇒⇒⇒ indica il destinatario (persona, animale o co-
sa) dell’azione espressa dal verbo.Generalmente dipende da un verbo (es.: Il fumonuoce alla salute), ma può dipendere anche da:
• aggettivi, quali: utile, inutile, favorevole, con-trario, …,es.: Marco è favorevole alle elezioni.
⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalle preposizioni tra/fra, di⇒⇒⇒⇒⇒ risponde alle domande: fra chi?; fra cosa?
specificazione
termine
partitivo
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⇒⇒⇒⇒⇒ indica il tutto di cui l’elemento introduttivocostituisce una parte,
complementi partitivi
es.:alcuni dei libri una parte del film nessuno di voi
elementi introduttivi
Il compl. partitivo dipende da un elemento intro-duttivo che può essere costituito da:
• nomi che indicano numero, quantità o misu-ra, es.: Un gran numero di giovani;
• numerali, es.: Tre di loro hanno giocato;• comparativi o superlativi, es.: il più bravo del
la classe;• pronomi interrogativi, indefiniti, es.: In que-
sta polemica non c’è nulla di personale; chi divoi …?
parte tutto parte tutto parte tutto
agente(6)
e causaefficiente
mezzo
⇒⇒⇒⇒⇒ introdotti dalla preposizione da⇒⇒⇒⇒⇒ rispondono alle domande: da chi? (agente);
da che cosa? (causa efficiente)⇒⇒⇒⇒⇒ indicano l’essere animato (compl. d’agente)
o inanimato (compl. causa efficiente) da cui ècompiuta l’azione espressa da un verbopassivo,
es.: La campagna è stata sommersa dalle acque.
⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalle preposizioni con, per, a, di,mediante, tramite, attraverso, o dalle locu-zioni preposizionali per mezzo di, per operadi, grazie a, …
⇒⇒⇒⇒⇒ risponde alle domande: per mezzo di chi?;di che cosa?; con che cosa?
⇒⇒⇒⇒⇒ indica la persona, l’animale o la cosa permezzo del quale si compie l’azione espressa dalverbo,
(6) Il complemento d’agente in contesti formali può essere introdotto dalle locuzioni prepo-sizionali: da parte di, a opera di, es.: È stata aperta un’inchiesta da parte della ma-gistratura.
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modo ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalle preposizioni con, per, a, di,in, da, o dalla locuzione preposizionale alla ma-niera
⇒⇒⇒⇒⇒ risponde alle domande: come?; in quale mo-do (o maniera)?
⇒⇒⇒⇒⇒ indica la maniera in cui si compie l’azione,es.: Il neo-assunto si è buttato a capofitto nellavoro.
Esso, può essere espresso anche da un avverbio(es.: Vivere tranquillamente).
es.: La notizia sarà diffusa mediante le agenzie distampa.
Oltre a dipendere da un verbo, può dipendereanche da un nome introdotto dalla preposizio-ne a (es.: Il treno a vapore).
causa ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalle preposizioni per, di, da, con,o dalle locuzioni preposizionali a causa di, permotivo di, in conseguenza di, …
⇒⇒⇒⇒⇒ risponde alle domande: perché?; per qualecausa (motivo)?
⇒⇒⇒⇒⇒ indica il motivo per cui avviene un’azione,es.: La gara è stata rinviata a causa del mal-tempo.
Oltre a dipendere da un verbo, può dipendereanche da un nome o da un aggettivo (es.: Marcoè contento per il tuo successo).
compagnia e unione ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotti dalle preposizioni con, tra, o dallelocuzioni preposizionali in compagnia di, in-sieme con, assieme a, …
⇒⇒⇒⇒⇒ rispondono alle domande: insieme con chi(con che cosa)?; in compagnia di chi (diche cosa)?
⇒⇒⇒⇒⇒ indicano l’essere animato (compl. di compa-gnia) o inanimato (compl. di unione) con cui cisi trova in una determinata situazione, con cuisi compie o si subisce un’azione,es.: Carolina esce con la nonna; Martina ha
pranzato insieme con Andrea;Mio fratello ha ordinato una bistecca conle patate fritte.
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(7)stato in luogo ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalle preposizioni in, su, a, da, tra,per, di, sopra, sotto, dentro, fuori, o dallelocuzioni preposizionali accanto a, vicino a,nei pressi di, nelle vicinanze di, …
⇒⇒⇒⇒⇒ risponde alle domande: dove?; in quale luo-go?
⇒⇒⇒⇒⇒ indica il luogo in cui si sta, si compie o sisubisce l’azione,es.: Mi fermerò a Napoli.
Generalmente dipende da verbi che esprimonouno stato, ma può dipendere anche da:
• sostantivi quali: soggiorno, sosta, per-manenza, …
es.: Il soggiorno al mare è stato alquanto breve.
moto a luogo
(7) I complementi di luogo possono essere costituiti, oltre che da gruppi nominali, an-che da avverbi o locuzioni avverbiali, come: dove vai?; ti conviene passare da qui;o dalle particelle avverbiali ne e ci (es.: Adoro Roma: ci ritornerei volentieri).Inoltre, tutti i compl. di luogo possono essere usati in senso figurato, per indicare unacollocazione non in un luogo fisico concreto, bensì mentale e astratto (es.: Valentina èpiombata nello sconforto).
⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalle preposizioni in, a, da, su, tra,per, di,verso, sopra, sotto, dentro, vicino,o dalle locuzioni preposizionali dalle parti di,nei pressi di, …
⇒⇒⇒⇒⇒ risponde alle domande: verso dove?; perdove?
⇒⇒⇒⇒⇒ indica il luogo verso cui ci si muove o verso il quale è rivolta l’azione,es.: Parto per l’Inghilterra.
Generalmente dipende da un verbo che espri-me un movimento, ma può dipendere ancheda:
• sostantivi quali: partenza, arrivo, salita,discesa, …, o indicanti un mezzo di tra-sporto,es.: Il traghetto per la Sicilia.
moto da luogo ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalla preposizione da (raramentedi)
⇒⇒⇒⇒⇒ risponde alle domande: da dove?; da qualeluogo?
⇒⇒⇒⇒⇒ indica il luogo da cui si muove o dal quale
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moto per luogo ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalle preposizioni da, per, di, tra,attraverso, in, o dalla locuzione preposizio-nale in mezzo a
⇒⇒⇒⇒⇒ risponde alle domande: per (attraverso) do-ve?; per (attraverso) quale luogo?
⇒⇒⇒⇒⇒ indica il luogo attraverso cui si muove o sieffettua un’azione,es.: Un esercito passò per il centro della città.
Generalmente dipende da verbi di movimento(correre, passare, transitare), ma può dipendereanche da:
• sostantivi di analogo significato quali: pas-saggio, fuga, cammino, …es.: Si diede alla fuga attraverso i boschi.
tempo determinato(8) ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto generalmente dalle preposizioni elocuzioni preposizionali in, a, di, per, su, con,tra, durante, al tempo di, prima di, …, mapuò trovarsi anche senza preposizione
⇒⇒⇒⇒⇒ risponde alle domande: quando?; per quan-do?; tra quanto tempo?
⇒⇒⇒⇒⇒ indica il tempo in cui avvenne, avviene o av-verrà l’azione o la circostanza espressa dalverbo,es.: Marco tornerà a casa per le otto.
proviene un’azione,es.: Enea giunse nel Lazio da Troia.
Generalmente dipende da un verbo che espri-me un movimento, ma può dipendere ancheda:
• sostantivi quali: ritorno, rientro, esodo,partenza, …es.: Al rientro dalle vacanze riprenderemo astudiare insieme.
(8) I complementi di tempo possono essere espressi anche da avverbi e locuzioni av-verbiali, es.:Domani dovrò alzarmi presto.
tempo continuato ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto generalmente dalle preposizioni elocuzioni preposizionali in, per, da, durante,fino a, …, ma può trovarsi anche senza pre-posizione
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1.5.3 Altri complementi indiretti
⇒⇒⇒⇒⇒ risponde alle domande: quanto tempo?; perquanto tempo?; da quanto tempo?
⇒⇒⇒⇒⇒ indica per quanto tempo durano l’azione ola circostanza espresse dal verbo,es.: Il re e la regina vissero per sempre felici.
Complementi Caratteristiche/Esempi
⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalla preposizione di⇒⇒⇒⇒⇒ indica ciò che si ha in abbondanza o di cui si è
privi,es.: La città di Roma è ricca di monumenti.
abbondanza oprivazione
allontanamento oseparazione
⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalla preposizione da⇒⇒⇒⇒⇒ indica ciò da cui qualcuno o qualcosa si allon-
tana, si separa,es.: A malincuore mi allontanai dalla mia fami-glia.
argomento ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalle preposizione di, su e locuzio-ni preposizionali intorno a, a proposito di
⇒⇒⇒⇒⇒ indica ciò di cui qualcuno o qualcosa parla,es.: Riflettere sulle stragi del mondo.
colpa ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalla preposizione di⇒⇒⇒⇒⇒ indica la colpa di cui qualcuno è accusato,
es.: L’imputato è stato accusato di corruzione.
concessivo ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalle locuzioni nonostante, mal-grado, a dispetto di
⇒⇒⇒⇒⇒ indica qualcuno o qualcosa nonostante cui av-viene un’azione,es.: Martina è rimasta qui a dispetto di tutti.
denominazione ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalla preposizione di⇒⇒⇒⇒⇒ indica il nome proprio del nome generico che lo
precede,es.: Nel mese di agosto farò un lungo viaggio.
distanza ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalla preposizione a, tra⇒⇒⇒⇒⇒ indica la distanza di qualcosa o qualcuno da un
punto di riferimento, es.: La stazione dista cento metri dall’Università...
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⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalla preposizione per, a, su⇒⇒⇒⇒⇒ indica i rapporti numerici tra persone e cose,
es.: C’è una fetta di torta per ciascuno.
distributivo
esclusione ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto da senza, fuorché, eccetto,tranne, meno, salvo, all’infuori di, a ecce-zione di
⇒⇒⇒⇒⇒ indica ciò che rimane escluso,es.: Senza di te non si può iniziare il convegno.
età ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalla preposizione di e da intornoa , su (indicanti approssimazione)
⇒⇒⇒⇒⇒ indica l’età di qualcuno o qualcosa,es.: Un uomo sui quarant’anni.
fine o scopo ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalle preposizioni di, a, per, da, ine dalle locuzioni preposizionali a fin di, a sco-po di
⇒⇒⇒⇒⇒ indica il fine per cui si fa o avviene qualcosa,es.: È stato fissato il termine per la presentazio-ne delle domande.
limitazione ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalle preposizioni di, a, per, con,in e dalle locuzioni preposizionali rispetto a,quanto a, limitatamente a
⇒⇒⇒⇒⇒ indica il limite, l’ambito entro cui vale ciò che sidice,es.: Era alto di statura, ma debole di carattere.
materia ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalle preposizioni di, in⇒⇒⇒⇒⇒ indica la materia di cui è fatta una cosa,
es.: un vaso di ceramica; una bottiglia di vetro.
origine oprovenienza
⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalle preposizioni da, di⇒⇒⇒⇒⇒ indica ciò da cui qualcuno o qualcosa ha origi-
ne, proviene,es.: Discendeva da un’antica famiglia.
paragone ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalla preposizione di e dalle locuzio-ni preposizionali che, come, quanto
⇒⇒⇒⇒⇒ indica il secondo termine di un confronto,es.: Ero più affamato che stanco.
pena ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalle preposizioni a, di⇒⇒⇒⇒⇒ indica la pena a cui qualcuno è condannato,
es.: L’imputato è stato condannato all’ergasto-lo per omicidio.
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1.5.4 Una preposizione tanti complementi
⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalle preposizioni di, a, da, con⇒⇒⇒⇒⇒ indica una qualità o una caratteristica di qual-
cuno o qualcosa,es.: È un uomo di provata onestà.
qualità
quantità o misura ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalla preposizione su (indicanteapprossimazione)
⇒⇒⇒⇒⇒ indica una quantità o una misura,es.: La torre è alta sui venti metri.
sostituzione oscambio
⇒⇒⇒⇒⇒ introdotto dalla preposizione per e dalle locu-zioni preposizionali al posto di, invece di, incambio di, in luogo di
⇒⇒⇒⇒⇒ indica qualcuno o qualcosa che è al posto dialtro,es.: Il rappresentante di classe ha parlato pertutti.
stima e prezzo ⇒⇒⇒⇒⇒ introdotti dalle preposizioni a, per, da, su (in-dicante approssimazione)
⇒⇒⇒⇒⇒ indicano quanto è stimato o quanto costa qual-cosa,es.: Quella scultura è stimata trenta mila euro.
vantaggio esvantaggio
⇒⇒⇒⇒⇒ VANTAGGIO: introdotto dalle preposizioni a, pere dalle locuzioni preposizionali verso, a van-taggio di, in favore di;SVANTAGGIO: introdotto dalle preposizioni pere dalle locuzioni preposizionali contro, a dan-no di
⇒⇒⇒⇒⇒ indicano per chi o per che cosa si fa o succe-de qualcosa,es.: Ho agito per il tuo bene/contro gli interes-si dell’azienda.
Preposizioni Complementi Esempi
di (semplice oarticolata)
specificazione
partitivo
denominazione
L’eroismo dei Greci è celebrato alleTermopoli.Il più autorevole dei triumviri fuCesare.L’isola d’Elba è situata nel mar Tir-reno.
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N.B.:È necessario ricordare che le preposizioni articolate del, dello, …, pos-sono essere articoli partitivi e introdurre anche:
• il soggetto, es.: Mi avvertirono dei compagni.• il complemento oggetto, es.: Mi portò dei libri.• il nome del predicato, es.: Quelli erano dei ladri.
mezzo
modocausa
argomentomateria
moto da luogomoto per luogotempo determinatoparagonequalitàprivazionemisura
origine
limitazionestimaprezzocolpapenaetà
abbondanza
Martina si nutre di frutta e di ver-dura.Le milizie giunsero di nascosto.I Romani si rallegrano della vitto-ria.Si è discusso d’affari a lungo.Le colonne di marmo in San Pietrosono maestose.Uscì di casa frettolosamente.Passò di là casualmente.Un prigioniero fuggì di notte.Marco è più gentile di te.Era una signora di animo nobile.La Chiesa era priva di ornamenti.Il nuovo percorso di gara è di trechilometri.I miei nonni sono originari dell’In-ghilterra.Era basso di statura.Questa macchina vale di meno.La mia moto costa di più della tua.Fu accusato di furto.Era stato multato di cento euro.Marco è un ragazzo di quindicianni.Un mare ricco di pesci.
a (semplice oarticolata)
termine
mezzo
modocausastato in luogomoto a luogotempo determinatoqualità
Porterò ai miei compagni i tuoi sa-luti.Silvia ha svolto il lavoro a macchi-na.Leggi a voce alta.L’avvocato allibì alle sue parole.I miei parenti abitano a Napoli.Marco andrà a Siracusa.Arriveranno a notte tarda.Paolo indossava una camicia aquadri.
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N.B.:È necessario ricordare che la preposizione a può introdurre anche:• il complemento predicativo del soggetto e dell’oggetto,es.: Per la sua onestà Marta fu scelta (o la scelsero) a tutore dei minori.
distanza
limitazioneprezzopena
età
fine
Il prossimo ristorante è a due chi-lometri.Luca è imbattibile a scacchi.È stato pagato a caro prezzo.È stato condannato ai lavori forza-ti.Alessandro Magno morì a trentatréanni.L’ho fatto a fin di bene.
da (semplice oarticolata)
causa
stato in luogomoto a luogomoto da luogomoto per luogotempo
agente
causa efficiente
qualità
allontanamento oseparazioneorigine o provenienza
limitazione
stimacolpafine o scopo
I ragazzi tremavano dallo spaven-to.Incontrai Andrea dal librario.Vado dal tuo medico.Vengo dal cinema.Passammo da Brindisi.Le milizie marciavano da due gior-ni.Il “Mosè” fu scolpito da Miche-langelo.La pianura fu allagata dall’allu-vione.È un quadro dalle tinte calde e mor-bide.Il nuovo arrivato stava lontano datutti.Caio Mario nacque da genitori diumili origini.Carlo, dopo un grave incidente, ri-mase quasi cieco da un occhio.Fu giudicata cosa da nulla.Fu assolto da ogni accusa.Ho comprato un cane da caccia.
N.B.:È necessario ricordare che la preposizione da può introdurre anche:• il complemento predicativo del soggetto, es.: Tornò in città da
vincitore;• il complemento predicativo dell’oggetto, es.: Lo prese con sé
fin da ragazzo;• l’apposizione, es.: La nonna, da giovane, era molto bella.
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N.B.: È necessario ricordare che la preposizione in può introdurre anche:• il complemento predicativo del soggetto e dell’oggetto,
es.: In tua madre fu trovata (o trovarono) un’amica.
mezzomodostato in luogomoto a luogo
tempolimitazionestima
fine o scopo
materia
Giunse a Milano in treno.Si allontanò in fretta.Dimora in Toscana con la famiglia.Andammo in montagna con gli a-mici.In estate andremo al mare.Silvia mi superò in prontezza.Marco tiene in poco conto i mieiconsigli.Si organizzò in suo onore una granfesta.Il cancello fu realizzato in ferro bat-tuto.
con mezzomodo
compagniaunione
causa
qualità
penaconcessivo
sostituzione oscambio
Mi fulminò con lo sguardo.Ho rivisto con gioia i miei compa-gni di classe.Partiremo con tuo nonno.Mi piacciono i libri con molte illu-strazioni.Sarà impossibile raggiungere lavetta del monte con la neve cosìalta.Ho incontrato un uomo con manicosì grandi da far paura.Fui punito con una multa.Con tante preoccupazioni, non si èdimenticato di nessuno.Il premio fu sostituito con un altro.
in (semplice oarticolata)
per mezzocausamoto a luogomoto per luogo
tempo
Fui avvertito per telefono.Piango per le tue crudeli parole.Partirò domani per la Spagna.Passarono per questo ruscello.
continuato →→→→→ Restammo in ansia per alcune ore.determinato →→→→→ Fui invitato per Natale.
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N.B.:È necessario ricordare che la preposizione per può introdurre anche:• il complemento predicativo del soggetto e dell’oggetto,
es.: Mi fu dato (o mi diedero) per guida un esperto alpinista.
limitazione
prezzo
colpavantaggiofine o scopo
sostituzione oscambio
È una ragazza ammirevole per lasua umiltà.Ho acquistato questo libro per po-chi soldi.Fu processato per corruzione.Si prodigò molto per i poveri.Combatterà sempre per la giusti-zia.Mi scambiò per mia sorella.
su (semplice oarticolata)
argomento
stato in luogomoto a luogo
tempo
età
Non ammetto discussioni su questadecisione.Sulla cima del monte c’è molta neve.Salimmo sugli alberi come scoiat-toli.Sul far della sera inizia a sentirsi ilsilenzio in città.Era un ragazzo sui dieci anni.
tra e fra modostato in luogomoto a luogo
moto per luogotempopartitivo
Rideva tra i denti.Anche il professore sarà tra noi.Vengo tra voi come padre tra i fi-gli.Errava tra gli aridi campi.Tra poco verrò a farti visita.Era il più giusto fra tutti.
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2. SINTASSI DEL PERIODO
Il periodo o frase complessa è un pensiero compiuto, costituito da una o piùproposizioni, tante quanti sono i verbi che lo compongono(9), unite fra loro darapporti di:
• coordinazione(10) quando le proposizioni sono collegate in modo da rimane-re concettualmente sullo stesso piano (es.: Ho mangiato una pizza e ho be-vuto una birra); possono essere coordinate sia due frasi indipenden-ti (es.: Luca detta un testo e Marco scrive), sia due frasi subordinate (es.:Ti ho aiutato perché sei il mio migliore amico);
• subordinazione quando le proposizioni sono unite in modo tale che una(proposizione dipendente) dipende dall’altra (proposizioni reggente),
2.1 LA STRUTTURA DEL PERIODO
Un periodo può essere:• semplice: se è costituito da una sola proposizione,
es.: La conferenza cominciò alle undici del mattino.
• composto: se è costituito da due o più proposizioni indipendenti,coordinate fra di loro,
es.: La conferenza cominciò alle undici del mattino – e – durò fino a sera.
(9) In un periodo vi sono tante proposizioni quanti sono i predicati espressi da verbi dimodo finito, mentre i verbi di modo indefinito (infinito, participio, gerundio) reg-gono una proposizione solo quando sono trasformabili al modo finito, es.:Primadi andare (=che tu vada) a casa passa da me.
(10) La coordinazione, detta anche paratassi, può avvenire per:• asindeto mediante il semplice accostamento delle proposizioni, senza alcun tipo
di congiunzione,es.: Il centravanti conquistò la palla, si liberò di due avversari, tirò in porta,fece gol;
• polisindeto mediante l’uso di congiunzioni ripetute,es.: Valentina parlò ad alta voce e gesticolò nervosamente.
A tali coordinazioni generalmente si ricorre nella lingua letteraria per conferire un ritmopiù veloce e incalzante o più lento e solenne alla frase.
(11) La reggente, a seconda dei casi, può precedere o seguire la subordinata.
es.: Quando sarai pronto, andremo in città.
reggente(11) dipendente
proposizione principale prop. coordinataalla principale
proposizione principale
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• complesso: se è costituito da una proposizione principale e da una opiù proposizioni subordinate,
1° esempio:La conferenza cominciò alle undici del mattino – e – durò fino a sera – perché –
gli interventi furono numerosi dato l’interesse – che – gli argomenti avevano suscitato.
2° esempio:La conferenza cominciò alle undici del mattino – perché – il primo oratore proveniva da Londra
- e - l’aereo era partito con ritardo.
2.2 LA STRUTTURA DI UN PERIODO
Alle dodici ho preso l’autobus e sono tornato a casa,
dopo aver salutato gli amici,
che mi chiedevano notizie di te.
prop. coordinataalla principale
prop. principale
prop. subordinataprop. subordinata
prop. principale prop. subordinata
prop. subordinata
prop. principali coordinate fra loro ↓↓↓↓↓
subordinata di 1° grado ↓↓↓↓↓
subordinata di 2° grado
Proposizione Definizione/Esempi
⇒⇒⇒⇒⇒ proposizione grammaticalmente indipenden-te, con un verbo di modo finito,es.: Alle dodici ho preso l’autobus.
principale
coordinataalla principale
⇒⇒⇒⇒⇒ proposizione avente la funzione logica del-la principale, alla quale può essere unita concongiunzioni coordinative,es.: Alle dodici ho preso l’autobus e sono tornato a casa.
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2.2.1 Le proposizioni principali indipendenti
⇒⇒⇒⇒⇒ proposizione grammaticalmente dipendentedalla principale e unita ad essa con congiun-zioni subordinative,es.: Alle dodici ho preso l’autobus, dopo aver salu-tato gli amici.
subordinatadi 1° grado
subordinata di 2°grado o coordinata
alla subordinatadi 1° grado
⇒⇒⇒⇒⇒ proposizione dipendente, avente la mede-sima funzione logica della subordinata di 1°grado, alla quale è unita da congiunzioni co-ordinative,es.: Alle dodici ho preso l’autobus, dopo aver salu-tato gli amici, che mi chiedevano notizie di te.
Tipi diproposizioni
Definizione EsempiModo verbale
enunciative(o dichiara-tive infor-mative)
interrogati-ve
dubitative
esprimono un’informazione,un giudizio, un’opinione oanche una richiesta corte-se ; presentano sia la forma af-fermativa che negativa.
esprimono una domanda di-retta, sono contraddistinte dalpunto interrogativo.Possono essere:• semplici: con una sola do-manda;
• disgiuntive:con due doman-de in alternativa;
• reali: esprimono una doman-da di cui non si conosce larisposta;
• retoriche: esprimono unadomanda in cui è implicita larisposta.
esprimono un dubbio, un’in-certezza; hanno il punto inter-
indicativo
condizionale
indicativocondizionale
indicativo
Sabato siamoandati a scia-re.
Gradirei ungelato.
Vieni con noial cinema?Vi s i t e r e m oprima il Ca-stello o il Mu-seo?Che ora è?
Ti ho mai det-to bugie?
Con chi pos-so uscire?
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2.2.2 La proposizione incidentaleLa proposizione incidentale o parentetica è quella che si inserisce nel peri-odo senza alcun legame sintattico con le altre proposizioni; si usa perfare un’osservazione, per aggiungere un chiarimento, e per ciò è detta inci-dentale, cioè accessoria, non strettamente necessaria. Dal punto di vistasintattico, la proposizione incidentale non è una proposizione principa-le, poiché non è del tutto autonoma rispetto al periodo in cui è inserita,né una proposizione subordinata, poiché non dipende da una reggen-te; generalmente si trova fra parentesi (di qui la denominazione di parentetica),
esclamative
volitive (oesortative)
desiderative(o ottative)
concessive
rogativo, ma non si rivolgo-no a nessun interlocutorepreciso.
esprimono un’idea di dolore,di gioia, di stupore; sono con-traddistinte dal punto esclama-tivo.
esprimono un ordine, un co-mando in forma positiva o ne-gativa, un invito, un’esorta-zione, una preghiera.
esprimono un desiderio, unaugurio o un rimpianto.Generalmente sono introdotteda espressioni come: magari,volesse il cielo, oh, se …
esprimono l’ammissione del-l’esistenza o della possibili-tà di un fatto.Generalmente sono introdotteda espressioni come: pure, siapure, ammettiamo che …(convalore esclusivamente introdut-tivo).
condizionale
infinito
indicativo
congiuntivo
imperativo
non + infinito
congiuntivo(esortativo)
congiuntivo
condizionale
congiuntivo
Cosa dovreipensare?Che fare?
Come sono fe-lice!Fossi matto!
Dammi subi-to quel libro.Non distur-barmi!Che i colpe-voli siano pu-niti.F a c c i a m opresto.
Magari ti de-cidessi!M e r i t e r e s t iproprio unapunizione!
Parlino puremale di me.Ammettiamopure che ab-bia ragione.
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fra lineette o fra le virgole,es.: Napoleone, come tutti sanno, era di piccola statura, ma aveva un fisico assairesistente alle fatiche.
2.2.3 Le proposizioni coordinate
Tipi diproposizioni(12)
Caratteristiche Esempi
copulative
avversative
disgiuntive
conclusive
dichiarative oesplicative
correlative
si aggiungono ad un’altra propo-sizione mediante le congiunzio-ni e, anche, pure (con valore posi-tivo), né, neanche, neppure, nem-meno (con valore negativo).
segnalano un contrasto fra dueproposizione; sono introdottedalle congiunzioni ma, però, tutta-via, eppure, anzi, bensì, invece.
segnalano un’alternativa tra dueelementi; sono introdotte dallecongiunzioni o, oppure, ovvero, …
spiegano la conseguenza o laconclusione logica di un’afferma-zione precedente; sono introdot-te da: quindi, dunque, pertanto, per-ciò, sicché, ebbene, …
spiegano o dimostrano l’afferma-zione che le precede; sono intro-dotte da: cioè, infatti, ossia, …
quando una proposizione richia-ma direttamente l’altra; sono in-trodotte da: e … e, né … né, o … o,sia … sia, così … come, non solo …ma, …
È uscito dal cinema edè tornato a casa.Marco non ha visto Lu-cia né l’ha sentita.
Mi sento meglio, ma hodeciso di stare a casa.
Non so se dirglielo o farfinta di niente.
Ho perso l’autobus,quindi arriverò in ritar-do all’appuntamento.
Ormai fa buio presto,infatti siamo quasi inautunno.
O entri o esci.
(12) Le proposizioni coordinate prendono il nome dalle congiunzioni da cui sono in-trodotte: copulative, disgiuntive,avversative, esplicative o dichiarative, conclusive, cor-relative
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2.2.4 Le proposizioni subordinateLe proposizioni subordinate non sono autonome ma dipendono sempre daaltre proposizioni; esse si distinguono in:
• esplicite: quando il predicato è di modo finito (indicativo,congiuntivo,con-dizionale);
• implicita: quando il predicato è di modo indefinito (infinito, participio, ge-rundio).
Non esistono proposizioni subordinate aventi il verbo all’imperativo; es.:
Generalmente per avere una subordinata implicita è necessario che il sog-getto della reggente e quello della dipendente coincidano, così ad esempiola frase:[Io] penso che [io] gli dirò la verità (soggetto uguale)→→→→→ può essere tra-sformata in: Penso di dirgli la verità.Al contrario l’espressione:[Io] penso che [tu] gli dirai la verità (soggetto diverso) →→→→→ non può subireun’analoga trasformazione;quindi la trasformazione di una subordinata im-plicita in esplicita è sempre possibile, mentre non è sempre possibilela trasformazione inversa.
2.2.4.a Classificazione delle subordinateSe si estende alla frase complessa la distinzione tra nucleo ed espansioneutilizzata per analizzare la struttura della frase semplice, è possibile suddividerele subordinate in:
• proposizioni argomentali che espandono uno degli argomenti dellafrase principale;
• proposizioni non argomentali che si aggiungono alla proposizioneprincipale per determinare, specificare, mettere in connessione al-tri concetti rispetto a quello in esso espresso.
a. Le proposizioni argomentali
subordinata esplicita subordinata implicita
penso che uscirò
se corri arriverai puntuale
dopo che ebbe terminato il lavoro,andò a cena con gli amici
penso di uscire
correndo, arriverai puntuale
terminato il lavoro, andò a cena con gliamici
Tipi di proposizioni Caratteristiche/Esempi
soggettive le proposizioni subordinate soggettive svolgono lafunzione di soggetto della proposizione reggen-
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te, es.:È importante che ti sia laureato; La tua laurea è importante
La proposizione soggettiva può dipendere da:• verbi impersonali: accade, avviene, bisogna, ca-
pita, conviene, occorre, pare, risulta, sembra, …;• verbi usati impersonalmente: si dice, si cre-
de, si narra, si spera, si pensa, …;• espressioni impersonali costituite dalla voce
del verbo essere + aggettivo o sostantivo: è ora,è tempo, è bene, è male, ….
La proposizione soggettiva, inoltre, può essere:• esplicita: quando è introdotta dalla congiunzio-
ne che; i modi verbali usati sono:- l’indicativo, quando la reggente esprime certez-
za,es.: Risultò che non aveva mai detto nulla;
- il congiuntivo, quando il verbo della reggenteesprime possibilità, dubbio, speranza,es.: Sembra che Martina si sposi;
- il condizionale, quando l’azione espressa dallasoggettiva dipende da una condizione,es.: Si dice che il Direttore Amministrativo sarebbepronto a dimettersi dal suo incarico, se glielo per-mettessero;
• implicita: quando il verbo è all’infinito, precedu-to o meno dalla preposizione di,es.: Mi sembra di aver visto tuo fratello.
subordinata soggettiva soggetto
oggettive le proposizioni subordinate oggettive(13) svolgonola funzione di oggetto della prop. reggente(14), es.:
(13) La subordinata oggettiva non si può confondere con la soggettiva perché:• le soggettive sono rette da un verbo impersonale o costruito come tale;• le oggettive hanno un proprio soggetto, espresso o sottinteso.
Esempi: Accadde (→→→→→ verbo impersonale) che all’improvviso mancò la luce (→→→→→subordinata soggettiva).
Martina ricorda (→→→→→ soggetto espresso) che all’improvviso mancò la luce (→→→→→subordinata oggettiva).
(14) Si considerano oggettive anche alcune subordinate che non svolgono il ruolo dioggetto della frase reggente, ma servono a completarla. Tali subordinate hanno la
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stessa forma delle vere oggettive, ma rispondono alla domanda di che cosa? edipendono da:
• un verbo intransitivo, es.: Si è accorto che andavi verso di lui;• un verbo transitivo che ha già il compl. oggetto, es.: Ho convintoMarco che avrebbe dovuto rivedere i suoi piani;• un aggettivo, es.: Erano ansiosi di sapere gli esiti.
(15) Nelle proposizioni oggettive esplicite l’alternanza fra indicativo e congiuntivo èregolata da:1. un criterio semantico:
Tutti notarono che era assente→→→→→ vale a dire ↓↓↓↓↓ Tutti notarono la sua assenza
La proposizione oggettiva può dipendere da:• verbi di significato dichiarativo: affermare, an-
nunciare, comunicare, confessare, dichiarare, dire,informare, …;
• verbi che indicano una percezione o un ricor-do: ascoltare, dimenticare, percepire, ricordare,sentire, udire, vedere, …, e locuzioni verbali disignificato equivalente,come: avere l’impressione,venire alla mente, …;
• verbi che esprimono giudizio, opinione, dub-bio: credere, pensare, stimare, giudicare, soste-nere, dubitare, supporre, sospettare, .., e locuzio-ni verbali come: essere dell’idea, avere la convin-zione, il dubbio, il sospetto, …;
• verbi che esprimono volontà, desiderio, im-pedimento, timore: volere, desiderare, sperarepreferire, ordinare, comandare, permettere, con-cedere, vietare, impedire, …, e locuzioni verbalicome: avere desiderio, paura, …;
• verbi che indicano un sentimento: godere, ral-legrarsi, meravigliarsi, lamentarsi, sdegnarsi, ram-maricarsi, dolersi,…,e locuzioni verbali come:es-sere lieto, avere piacere, rammarico, meraviglia;
• un nome, es.: La fretta di partire;• un aggettivo, es.: Capace di ascoltare.
USO DEL CONGIUNTIVO E DELL’INDICATIVO (15)
Richiedono il congiuntivo i verbi che indicano: vo-lontà, desiderio, aspettativa, opinione, immagi-nazione, timore, preghiera:
subordinata oggettivacomp. oggetto
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-enunciazione di un avvenimento certo →→→→→ uso dell’indicativo,es.: Sostengo che la colpa è tua.
-enunciazione di un avvenimento presunto o probabile →→→→→ uso del congiuntivo,es.: Penso che sia colpa di Carlo.
2. una scelta di registro:-nel linguaggio formale si segue generalmente la norma del punto 1;-nel linguaggio informale si ricorre spesso all’indicativo anziché al congiuntivo,
es.: Penso che è colpa di Carlo.(16) Le dichiarative si possono confondere con le subordinate oggettive e soggettive,
poiché presentano una costruzione simile; per distinguerle occorre tener presente che:• le oggettive e le soggettive si pongono rispettivamente come oggetto e come sog-
accettare disporre negare sperareaspettare domandare ordinare supporreattendere dubitare permettere temereaugurare esigere preferire volerechiedere fingere pregarecredere immaginare riteneredesiderare lasciare sospettareRichiedono l’indicativo i verbi di giudizio o perce-zione:accorgersi dire promettere sentireaffermare giurare ricordare sostenereconfermare insegnare riflettere udireconstatare intuire rispondere vederedichiarare notare scopriredimostrare percepire scrivere
Alcuni verbi a seconda del significato richiedonoil congiuntivo o l’indicativo, ad esempio:
ammettere{{{{{
capire{{{{{
indicativo nel significato di “riconosce-re”→→→→→ ammetterai che non ti sei comportato bene.
congiuntivo nel significato di “supporre”→→→→→ ammettiamo che sia innocente .
indicativo nel significato di “rendersi conto”→→→→→ capivo che era in difficoltà.
congiuntivo nel significato di “trovare natura-le” →→→→→ capisco che tu sia preoccupato per lei.
dichiarative le proposizioni dichiarative(16) svolgono la fun-zione di spiegare, chiarire o dichiarare un ele-mento generico contenuto nella reggente, che
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getto della reggente, dipendono inoltre da un verbo o da una locuzione costituitada un verbo + aggettivo e rispondono alla domanda che cosa?;
• le dichiarative dipendono da una reggente che è già completa in sé, non dipen-dono inoltre dal suo predicato ma da un nome o da un pronome in essa pre-sente.
Esempi: Mi preoccupa (che cosa?) che Mauro non sia a casa (→→→→→ prop. sub. sog-gettiva);Questo mi preoccupa: che Mauro non sia a casa (→→→→→ prop. sub. dichiarativa);Sperava (che cosa?) di vincere la gara (→→→→→ prop. sub. oggettiva);Nutriva la speranza di vincere la gara (→→→→→ prop. sub. dichiarativa).
non sia il predicato,es.: Mi turba il fatto che staremo lontani a lungo.
Con le dichiarative, il contenuto è anticipato nellareggente da un sostantivo generico come argo-mento, fatto, circostanza, punto, … o da funzione disoggetto, oggetto o di altro complemento,
es.: Questo mi rende felice: che tu sia generoso.
Il fatto che io ti stia accanto testimonia il mio affetto per te.
La proposizione dichiarativa può essere:• esplicita: quando è introdotta dalla congiunzio-
ne che; i modi verbali usati sono l’indicativo, ilcongiuntivo o il condizionale, a seconda che lareggente presenti il fatto come certo o reale,in-certo o dubbio, possibile,
es.: In ciò si distingue da te, che è più onesto.Ho l’impressione che non sia sincero.Non si rassegnava all’idea che avrebbe potutoessere lui l’indagato.
subordinata dichiarativa
interrogativeindirette
le proposizioni interrogative indirette sono dellesubordinate che esprimono una domanda o undubbio in forma indiretta (cioè senza il punto interro-gativo); esempi:
Non so da quanti annisia in Italia.
Mi chiedo se siano arrivatia destinazione.
Da quanti anniè in Italia?
Sono arrivatia destinazione?
interrogativa diretta interrogativa indiretta
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La proposizione interrogativa indiretta può dipende-re da:
• verbi che esprimono una domanda: domanda-re, chiedere, informarsi, …;
• verbi e locuzioni verbali che esprimono undubbio: dubitare, ignorare, essere incerto, nonsapere, indovinare, …;
• verbi di significato affermativo-dichiarativo:dire, sapere, pensare, credere, …, usati general-mente al modo imperativo o con la forma nega-tiva: dimmi se ho torto;fammi sapere che cosa de-vo portare; non credo che facciano in tempo.
Come le interrogative dirette anche le indirette sonointrodotte da:
• pronomi o aggettivi interrogativi: chi, quale,quanto;
• avverbi interrogativi: dove, da dove;• congiunzioni con significato dubitativo o inter-
rogativo: quando, come, perché, se.La proposizione interrogativa indiretta(17) può essere:
• esplicita dove i modi verbali utilizzati sono:- l’indicativo, quando la domanda ha un con-
tenuto semplicemente informativo,es.: Dimmi che cosa ho fatto di male;
- il congiuntivo, quando la frase esprime va-lore dubitativo,
es.: Ignoro che cosa sia accaduto;- il condizionale, quando è introdotta dalla con-
giunzione se,es.: Non so se accetterebbe a queste condizioni;
• implicita dove il verbo è all’infinito, retto daglistessi elementi della forma esplicita, e il soggettoè il medesimo della reggente,
es.: Non so come risolvere la questione.
(17) Le interrogative indirette, come quelle dirette, si dividono in:• parziali introdotte da: chi, che, che cosa, come, quando, dove, perché, quando,
quale, … , dove il soggetto, se espresso, è collocabile preferibilmente dopo ilverbo, es.: Non si ricordava quando fosse partito Flavio;
• totali introdotte dalla congiunzione se, dove invece il soggetto si colloca gene-ralmente prima del verbo, es.: Non si ricordava se Flavio fosse partito.
argomentali oblique come nella frase semplice, dove oltre al soggetto e alcomplemento oggetto, possono essere argomenti delverbo anche alcuni complementi indiretti, così nella frase
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complessa, oltre alle soggettive e alle oggettive, si hannole proposizioni argomentali oblique, introdottegeneralmente da verbi intransitivi pronominali (ac-corgersi, convincersi, accontentarsi, congratularsi,degnarsi, …), ma anche da alcuni verbi non pro-nominali (godere, pensare, dubitare, …),es.: Mi sono ricordato di telefonare al signor Rossi.
Valentina si è sforzata di essere allegra.L’autore ha fatto attenzione a non offendere nessuno.
Le argomentali oblique presentano comunementela forma implicita con:
• di + infinito →→→→→ es.: Mi scuso di essere scortese;• a + infinito →→→→→ es.: Ha sofferto a vedere quello spet-
tacolo.Rara è la forma esplicita, introdotta da:
• che, es.: Si è dimenticato che aveva chiuso il cancello.
relative le proposizioni relative sono delle subordinate checompletano e chiariscono il significato della prin-cipale, collegandosi ad essa mediante un prono-me o un avverbio relativo. A differenza delle altresubordinate, le relative non si riferiscono all’inte-ra proposizione reggente, ma a un elemento no-minale contenuto in essa, definito antecedente,
es.: Ho letto un libro che mi è piaciuto.
Dal punto di vista del significato, si possono distin-guere due tipi di relative:
relativaprincipale
tipi di relative caratteristiche/esempi
relativedeterminate
servono a limitare o a preci-sare il senso dell’anteceden-te, es.: Adoro i dolci che fannoalla pasticceria in piazza(proprio quelli, non altri).
forniscono un’aggiunta non in-dispensabile alla compiutezzadell’antecedente,es.: Adoro la cassata, che è undolce tipico della Sicilia.
relativeoppositive
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Le proposizioni relative possono essere:• esplicite introdotte da:
- un pronome relativo (che, il quale, cui),es.: Il palazzo nel quale vivo è stato costruito nelSettecento.
- l’avverbio relativo dove,es.: Il ristorante dove abbiamo pranzato è immer-so nel verde della natura.
L’uso dei relativi sono riassunti nel seguente sche-ma:
La proposizione relativa ha il verbo:• all’indicativo quando il fatto viene presentato come
reale,es.: Cerco qualcuno che dà lezioni di matematica;
• al congiuntivo quando il fatto viene presentato
pronome funzione sintattica/esempi
che soggetto,es.: Un risultato che va oltre le
aspettative.complemento oggetto,es.: L’aereo che hai preso è arri-
vato in ritardo.
complementi indiretti,es.: Il film di cui mi hai parlato;
Il tavolo su cui hai mangiato;Gli obiettivi per cui ho lavorato affannosamente.
preposizione+ cui
il quale soggetto (formale),es.: Un risultato il quale va oltre
le aspettative;L’aereo il quale hai preso èarrivato in ritardo
preposizione+ il quale
complementi indiretti,es.: Il film del quale mi hai parla-
to;Il tavolo sul quale hai man-giato;Gli obiettivi per i quali ho la-vorato affannosamente.
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come possibile o desiderato,es.: Cerco qualcuno che dia lezioni di matematica;
• al condizionale quando il fatto viene presentatocome ipotetico,es.: Imparare la matematica è una cosa che fareivolentieri;
• implicita che presenta due tipi di costruzio-ne:
- da + infinito nei casi diretti,es.: Ho acquistato un video da vedere (= che puòessere visto) a casa;
- preposizione + cui (o quale) + verbo all’infi-nito,es.: Non riesco a trovare nessuno a cui (o alquale) vendere la mia macchina.
Inoltre, si ricorda l’uso del participio passato convalore di relativa implicita,
es.: I soldi donati (= che sono stati donati) allacomunità serviranno per realizzare un centro diaccoglienza infantile.
Le proposizioni relative si distinguono anche in:• proprie che possono essere trasformate, all’in-
terno di frasi semplici, in attributi o apposizioni, es.: L’uomo che non ha coraggio è disprezzato
subordinata relativa
vile è disprezzato
attributo
Senna, che era un pilota di Formula Uno, morì a I-mola
subordinata relativa
Senna, un pilota di Formula Uno, morì a Imola
apposizione
• improprie solo dal punto di vista formale, poi-ché assumono la funzione e il significato di al-tre subordinate (causali, finali, temporali, …).
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b.Le proposizioni non argomentaliLe proposizioni non argomentali si aggiungono alla principale per specifica-re, determinare, mettere in connessione altri argomenti rispetto a quel-lo in essa espresso e svolgono diverse funzioni.
Tipi diproposizioni
Caratteristiche/Esempi
causali indicano la causa di quanto detto nella reggente; si distin-guono in:
tipo introdotte da modoverbale
esempio
causaliesplicite
⇒⇒⇒⇒⇒congiunzioni per-ché, poiché, giac-ché, siccome, che(o ché), …;
⇒⇒⇒⇒⇒locuzioni congiun-tive per il fatto che,per il motivo che, dalmomento che, datoche, visto che, con-siderato che, ….
⇒⇒⇒⇒⇒ indicativo⇒⇒⇒⇒⇒ congiun-tivo per e-sprimere u-na causa fit-tizia, intro-dotta da per-ché e segui-ta general-mente da unaaltra causa-le + indicati-vo;⇒ condizio-nale si può u-sare nellem e d e s i m ecircostanzein cui lo siavrebbe inproposizio-ni indipen-denti
Ti sto ascol-tando nonperché nonabbia di me-glio da fare,ma perchémi interessaciò che dici.
Non ho man-giato dolciperché misarei sentitomale.
tempo-rali im-plicite
⇒⇒⇒⇒⇒ per + infinito
⇒⇒⇒⇒⇒ il gerundio (pre-sente o passato)
⇒⇒⇒⇒⇒ il participio passa-to
tipo esempiocostruite con
È contento per aver vinto iltrofeo.
Avendo studiato tutto il gior-no, sono molto stanco.
Preso da mille impegni, misono dimenticato di telefo-narti.
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finali indicano il fine, lo scopo di quanto espresso nella reggen-te; si distinguono in:
Le finali, oltre che dal verbo, possono dipendere anche daun nome o un aggettivo, es.: Gli sforzi per risolvere ilproblema sono stati inutili.
tipo introdotte da modoverbale
esempio
finaliesplicite
⇒⇒⇒⇒⇒congiunzioni e lo-cuzioni finali affin-ché, perché, in mo-do che, ….
⇒⇒⇒⇒⇒ congiun-tivo presen-te in dipen-denza da pre-sente o da fu-turo
⇒⇒⇒⇒⇒ congiun-tivo imper-fetto in di-pendenza daun passato
Ti informosulle condi-zioni atmo-sferiche inmodo che tunon parta.
Lo incorag-giarono af-finché si im-pegnasse dipiù.
finaliimplici-
te(18)
⇒⇒⇒⇒⇒la preposizione +infinito
⇒⇒⇒⇒⇒locuzioni quali: alfine di, allo scopo di,in modo di + infini-to
tipo esempiocostruite con
Lavoro per mantenermiagli studi.
Mi sto preparando al finedi sostenere l’esame.
(18) Le proposizioni finali, a differenza della maggior parte delle subordinate, possono a-vere forma implicita anche quando il soggetto della reggente e quello della subordi-nata non coincidono, es.: Il padrone di casa invitò gli ospiti a prendere posto a tavola.
consecutive esprimono la conseguenza di quanto detto nella reggen-te (es.: Sono così assetato che berrei tutta l’acqua della bot-tiglia); sono caratterizzate da un elemento introduttivocollocato nella principale (così, tanto, tale, simile, …) ri-preso dalla congiunzione che, presente nella subordi-nata (es.: Giulia è così gentile, che tutti la cercano).Le proposizioni consecutive si distinguono in:
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indicano il fatto o la circostanza nonostante i quali si veri-fica quanto detto nella reggente; si distinguono in:
conse-cutive
esplici-t e
⇒⇒⇒⇒⇒l’indicativo
⇒⇒⇒⇒⇒il congiuntivoquando la conse-guenza è ipoteticao possibile
⇒⇒⇒⇒⇒il condizionale perindicare una conse-guenza realizzabi-le soltanto a deter-minate condizioni
tipo esempiocostruite con
Il film era così noioso chemi sono addormentato.
Leggi in modo che tutti pos-sano capirti.
Sono così stanco che miaddormenterei (se potessi);
concessive
conse-cutive
implici-te (19)
⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ l’infinito retto dallepreposizioni per oda
È abbastanza maturo peraffrontare la situazione.
(19) La forma implicita si può avere quando i soggetti della reggente e della subordinatacoincidono, ma anche quando la subordinata ha un soggetto generico, es.: Emi-se un suono così sgradevole da far rabbrividire.
(20) Le locuzioni anche se e con tutto che reggono l’indicativo (es.: Anche se è tardi,non ho sonno). Inoltre, le concessive esplicite possono precedere o seguire lareggente (es.: Sebbene l’asfalto fosse bagnato, le automobili hanno corso unamagnifica gara/Le automobili hanno corso una magnifica gara, sebbene l’a-sfalto fosse bagnato).
(21) Per esprimere la concessiva implicita d’uso più raro sono le costruzioni:• per + aggettivo + che + congiuntivo di essere,
es.: Per gentile che fosse (= Sebbene fosse gentile) non riusciva e essere simpatico;• per + infinito + che + congiuntivo di fare,
es.: Per gridare che facesse (= Sebbene gridasse), nessuno lo sentiva.
tipo introdotte da modoverbale
esempio
conces-sive es-plicite
⇒⇒⇒⇒⇒ congiunzioni ben-ché, sebbene,quantunque, …
⇒⇒⇒⇒⇒ locuzioni per quanto, anche se, …(20)
⇒⇒⇒⇒⇒ congiun-tivo
Sebbene siaricco, nonspende unsoldo.
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indicano la condizione, cioè l’ipotesi necessaria per l’av-verarsi di quanto affermato nella reggente; si distinguonoin:
concessiveimplicite(21)
⇒⇒⇒⇒⇒ pur, pure o anche +gerundio
⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ per + infinito
⇒⇒⇒⇒⇒nemmeno a, neppu-re a, neanche a,manco a + infinito,se la reggente ènegativa
⇒⇒⇒⇒⇒la locuzione a co-sto + infinito delverbo
tipo esempiocostruite con
Pur essendo in ritardo arri-veremo alla stazione.
Per essere (= Sebbene sia)così giovane, ha molta espe-rienza.
Non lo si convince neanchea metterlo di fronte all’evi-denza!
Sarò sincero, a costo di liti-gare con qualcuno.
condizionali
tipo introdotte da modoverbale
esempio
condi-zionali
esplicite
⇒⇒⇒⇒⇒ indicativose esprimeuna condi-zione rea-le
⇒⇒⇒⇒⇒congiuntivose esprimeuna condi-zione pos-sibile
Qualora midovessi deci-dere, vi rag-giungerò piùtardi al par-co.
⇒⇒⇒⇒⇒ se, dalle congiun-zioni qualora, ove,purché, o dalle lo-cuzioni al postoche, ammesso che,a condizione che
tipo esempiocostruite con
condi-zionali
implicite
⇒⇒⇒⇒⇒ il gerundio pre-sente
⇒⇒⇒⇒⇒ il participio passa-to
⇒⇒⇒⇒⇒ l’infinito precedutoda, a
A lavorare (= se si lavora)male, non c’è soddisfazio-ne.
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La proposizione condizionale e la reggente formano il perio-do ipotetico, dove la condizionale si chiama pròtasi (=pre-messa), perché costituisce la premessa da cui dipende l’azio-ne principale, e la reggente apòdosi (=conseguenza), per-ché indica la conseguenza che dovrebbe realizzarsi di quantoaffermato nella subordinata.Es.: Se uscirà il sole andremo a fare un giro in bici.
Il periodo ipotetico, a seconda della condizione espressa, puòessere di tre tipi:
apòdosi(prop. reggente)
pròtasi(prop. sub. condizionale)
periodo ipotetico
periodo ipoteti-co della realtà
periodo ipoteti-co della possi-
bilità
periodo ipoteti-co dell’irrealtà
tipo caratteristiche/esempi
dove la condizione o l’ipotesi è ritenutareale, sicura; modi verbali:
pròtasi →→→→→ indicativoapòdosi →→→→→ imperativo
es.: Se vuoi venire con noi (pròtasi), sbrigati(apòdosi).
dove l’ipotesi è ritenuta possibile ma nondel tutto certa; modi verbali:pròtasi →→→→→ congiuntivo imperfettoapòdosi →→→→→ condizionale
es.: Se studiassi di più (pròtasi), non avrestiproblemi (apòdosi).
dove l’ipotesi o la condizione richiesta ap-pare impossibile da realizzarsi; modi ver-bali:se l’ipotesi irreale
si riferisceal presente
se l’ipotesi irrealesi riferisceal passato
es.: Se fossi stato avvisato (pròtasi), sarei intervenu-to subito (apòdosi).
pròtasi →→→→→ congiuntivoimperfetto
apòdosi →→→→→ condizionalepresente
{
{pròtasi →→→→→ congiuntivo
trapassatoapòdosi →→→→→ congiuntivo
passatoo presente
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CONCORDANZA TRA I MODI E I TEMPI DELLA PRÒTASI(ESPLICITA) E DELL’APÒDOSI
Quando la pròtasi è all’indicativo, sono possibili tutti i tem-pi,es.: Se ti fa piacere, cucino io; Se ti farà piacere, cucinerò io; ….
Quando la pròtasi è al congiuntivo, la concordanza avvie-ne secondo il seguente schema:
1. pròtasi introdotta da secontemporaneità
pròtasi apòdosiimperfetto presentecongiuntivo: se avessi fame condizionale: mangereitrapassato passato condi-congiuntivo: se avessi avuto fame zionale: avrei mangiato
anterioritàpròtasi apòdosi
congiuntivo trapassato: condizionale presente:se avessi praticato uno sport non sarei così pigro
2. pròtasi introdotta da altre congiunzioni o locuzioni(qualora, nel caso che, …)
contemporaneitàpròtasi apòdosi
cong. presente o imperfetto: condizionale presente:qualora tu abbia (avessi) bisogno mi chiameresticongiuntivo trapassato: condizionale passato:qualora tu avessi avuto bisogno mi avresti chiamato
anterioritàpròtasi apòdosi
cong. passato o trapassato: condizionale presente:qualora sia (fosse) scaduto le società calcistiche paghe-il termine d’iscrizione al rebbero una considerevolecampionato multa
Altre possibilità di correlazione dei modi verbali formano i pe-riodi ipotetici misti; fra i più comuni si distinguono:
• indicativo + imperativo, es.: se hai sete, bevi;• indicativo imperfetto + condizionale passato (diffu-
so principalmente nel parlato), es.: Se seguivo il tuo consi-glio, mi sarei trovato nei guai.
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temporali esprimono una relazione di tempo fra la subordinata e lareggente; tre sono le categorie di rapporti temporali:
1. contemporaneità quando gli eventi della reggente edella subordinata sono contemporanei; si distinguonoin:
tipo introdotte da modoverbale
esempio
tempo-rali es-plicite
⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ congiunzioni,come:quando, allor-ché, allorquando,mentre, …
⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ locuzioni, come:al tempo in cui, nelmomento che, …
⇒⇒⇒⇒⇒ indicativo
⇒⇒⇒⇒⇒ congiun-tivo per espri-mere un’azio-ne futura,consideratapossibile oprobabile
Q u a n d oviaggio inm a c c h i n anon riesco aleggere.
C a m b i e r òm e s t i e r equando se nepresenti l’oc-casione(22).
tempo-rali im-plicite
⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ il gerundio pre-sente
⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ in + infinito
N.B.: Tali costruzio-ni sono possibiliquando il soggettodella reggente e quel-lo della subordinatacoincidono, altrimen-ti si ricorre alla formaesplicita.
tipo esempisi costruiscono con
Mangiando (=mentre man-giavo) ascoltavo la musica.
Nel giocare (=mentre gio-cavo) a calcio, mi sono in-fortunato.
(22) La subordinata in questo caso ha valore sia temporale che condizionale, infatti,può significare “quando se ne presenterà l’occasione” ma anche “se se ne presenteràl’occasione”.
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2. posteriorità quando l’evento della reggente è poste-riore a quello della subordinata; si distinguono in:
3. anteriorità quando l’evento della reggente è anterio-re a quello della subordinata; si distinguono in:
tipo introdotte da modoverbale
esempio
tempo-rali es-plicite
⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ locuzioni, come:dopo che, …
⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ congiunzioni,come: quando, …,sono impiegate perindicare una rapidasuccessione tra idue avvenimenti
⇒⇒⇒⇒⇒ indicativo
⇒⇒⇒⇒⇒ congiun-tivo per espri-mere un’azio-ne conside-rata probabi-le, non sicu-ra
Dopo che eb-bi termina-to(23) il pran-zo, feci unapasseggiata.Quando mivide, mi cor-se incontro.
Preferirei fir-mare il con-tratto dopoche sianostate risoltealcune for-malità.
tempo-rali im-plicite
⇒⇒⇒⇒⇒ dopo
⇒⇒⇒⇒⇒ participio passa-to
(23) In frasi come questa per evitare il trapassato remoto, di uso raro, si può ricorrere alcostrutto implicito: Dopo aver terminato il pranzo feci una passeggiata.
(24) Anche in questa frase la forma implicita è possibile solo se il soggetto della tempo-rale coincide con quello della reggente. Inoltre, si sottolinea che la costruzione delparticipio passato + che + ausiliare avere o essere è generalmente di uso letterario,es.: Concluso che ebbe il monologo, ricevette le congratulazioni.
⇒⇒⇒⇒⇒ infinitopassatodel verbo
Dopo avercomprato ilnecessar io ,tornerò acasa.
Trascorsi iprimi anni, tiabituerai avivere nellanuova cit-tà(24).
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Le temporali iterative esprimono un’azione che si ripeteperiodicamente; esse sono introdotte da: ogni volta che,ogni qualvolta, tutte le volte che,es.: Ogni volta che vado in montagna, trovo dei fiori stupendi.
tipo introdotte da modoverbale
esempio
tempo-rali es-plicite
⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ locuzioni, come:prima che, …
⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ congiunzionefinché e locuzionicongiuntive fino ache, fin quando, finoa quando
⇒⇒⇒⇒⇒ congiun-tivo
⇒⇒⇒⇒⇒ indicativo(quando la lo-cuzione pri-ma che ha ilsignificato diappena)
⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ indicativoo congiunti-vo + non convalore raffor-zativo.
Telefoniamo-le, prima cheesca di casa.
Ti spedirò ilplico, primache potrò.
La aspettere-mo finché[non] arrive-rà (o finché[non] arri-vi).
tempo-rali im-plicite
⇒⇒⇒⇒⇒ prima di e fino a ⇒⇒⇒⇒⇒ infinito Prima dipubblicarel ’ a r t i c o l o ,vorrei rileg-gerlo.
modali indicano il modo in cui si svolge un’azione; le proposizionimodali possono essere:
tipo introdotte da modoverbale
esempio
modaliesplicite
⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ come, secondoche, nel modo che,quasi che, come se,….
⇒⇒⇒⇒⇒ indicativoquando laprop. esprimeun fatto certo,reale⇒⇒⇒⇒⇒ congiunti-vo quando laprop. esprimeun fatto ipote-tico o irreale
Fai ciò che ri-tieni opportu-no.
Fai come sefossi a casatua.
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stabiliscono un paragone con la reggente; si distinguono in:
Le proposizioni comparative di uguaglianza e di minoran-za presentano solo la forma esplicita; quelle di maggio-ranza hanno anche una forma implicita, introdotta da: piùche, piuttosto che/di, es.: Più che gustare i dolci, li divora.
modaliimplici-
t e
⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ il gerundio
⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ la preposizionecon + infinito
tipo esempiosi costruiscono con:
Camminava zoppicando.
Iniziamo la lezione col ri-cordare il compagno scom-parso.
comparativetipo introdotte da modo
verbaleesempio
compa-rative dimaggio-
ranza
⇒⇒⇒⇒⇒ indicativo
⇒⇒⇒⇒⇒congiuntivo
⇒⇒⇒⇒⇒condizionale
Aurelia è piùsimpatica diquanto im-m a g i n a v o(immaginas-si /avrei imma-ginato).
⇒⇒⇒⇒⇒ congiunzione che
⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ locuzioni: di quan-to, di quello che, dicome,…,mentre nel-la reggente sonopresenti i correlativipiù o meglio
compa-rative di
ugua-glianza
⇒⇒⇒⇒⇒ come, quanto, tale,mentre nella reg-gente sono presenti espressioni correlative quali: così,tanto, tale
⇒⇒⇒⇒⇒ indicativo
⇒⇒⇒⇒⇒condizionale
Non è così le-ale come di-cono.
Ho agito conlui come a-vrei fatto conte.
compa-rative dimino-ranza
⇒⇒⇒⇒⇒ congiunzione che
⇒⇒⇒⇒⇒ locuzioni:di quanto, di quelloche, di come,...mentrenella reggente sonopresenti i correlativimeno o peggio
Questa mine-stra è peggiodi quantopensavo(pensassi/
avrei pensa-to)(25).
⇒⇒⇒⇒⇒ indicativo
⇒⇒⇒⇒⇒congiuntivo
⇒⇒⇒⇒⇒condizionale
(25) La scelta del modo verbale è generalmente legata al registro:• il congiuntivo prevale nei contesti più formali;• l’indicativo prevale nei contesti più colloquiali;• il condizionale indica una possibilità ipotetica.
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indicano una situazione opposta a quella espressa nellareggente; si distinguono in:
avversative
tipo introdotte da modoverbale
esempio
avversativeesplicite
⇒⇒⇒⇒⇒ indicativo
⇒⇒⇒⇒⇒condizionale
Ha detto checi avrebbepensato lui,mentre hascaricato tut-to il lavoro sudi te.
⇒⇒⇒⇒⇒ quando, mentre(rafforzati da inve-ce, laddove, ..)
avversativeimplicite
⇒⇒⇒⇒⇒ invece di, in luogodi, anziché, ….
⇒⇒⇒⇒⇒ infinito Invece di es-sere conten-to, si lamen-ta del nuovolavoro.
esclusive esprimono il mancato verificarsi di una circostanza in re-lazione a ciò che è detto nella reggente; si distinguono in:
tipo introdotte da modoverbale
esempio
esclusiveesplicite
⇒⇒⇒⇒⇒congiun-tivo
Le hanno rubato laborsa senza che sene accorgesse.
⇒⇒⇒⇒⇒ senza che
esclusiveimplicite
⇒⇒⇒⇒⇒ senza ⇒⇒⇒⇒⇒ infinito Siamo partiti sen-za avvertire la non-na.
accentuative esprimono una circostanza che condiziona e potrebbeinterferire con quanto affermato nella reggente; si distin-guono in:
tipo introdotte da modoverbale
esempio
accen-tuative
esplicite
⇒⇒⇒⇒⇒ indicativo(in particolare con sennonché);
⇒⇒⇒⇒⇒congiuntivo
Arriverò alledieci, salvoche (non) cisiano ritardi.
⇒⇒⇒⇒⇒ tranne che, eccettoche, salvo che, fuor-ché, …
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2.2.4.b La concordanza dei tempiIl tempo della proposizione subordinata dipende:
• dal tempo della reggente• dalla relazione temporale che intercorre fra le proposizioni.
La concordanza dei tempi, quindi, si ha secondo il seguente schema, in cuisono distinte le subordinate col verbo all’indicativo (tab. 1) e subordinate colverbo al congiuntivo (tab. 2):
1. Proposizione subordinata col verbo all’indicativo
limitative esprimono una limitazione rispetto a ciò che viene affer-mato nella reggente; si distinguono in:
tipo introdotte da modoverbale
esempio
limitativeesplicite
⇒⇒⇒⇒⇒indicativo Per quel che mi ri-guarda ho chiuso
⇒⇒⇒⇒⇒ per quanto, aquanto, perquello che, …
limitativeimplicite
⇒⇒⇒⇒⇒ in quanto a (oquanto a)
⇒⇒⇒⇒⇒ infinito (In) quanto a strin-gere amicizia, nonho problemi.
accen-tuative
implicite
⇒⇒⇒⇒⇒ infinito Era prepara-to a tutto,fuorché rice-vere quellanotizia.
⇒⇒⇒⇒⇒ tranne che, eccettoche, salvo che, fuor-ché, …
contemporaneitàreggente subordinata
presente indicativo: sostengocongiuntivo: [io] sostenga
condizionale: sosterreiimperativo: sostieni
presente: che hai ragione
passato indic. imperfetto: sostenevopass. remoto: sostennipass. prossimo: ho sostenu-to
trap. prossimo: avevo soste-nuto
imperfetto: che avevi ragio-ne
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condizionale passato:avrei sostenutocongiuntivo trapassato:avessi sostenuto
futuro sosterrò presente: che hai ragionefuturo: che avrai ragione
anterioritàreggente subordinata
presente indicativo: sostengocongiuntivo: [io] sostenga
condizionale: sosterreiimperativo: sostieni
imperfetto: che avevi ragio-nepass. remoto: che avesti ra-gione
pass. prossimo: che haiavuto ragionetrap. prossimo: che aveviavuto ragione
passato indic. imperfetto: sostenevopass. remoto: sostennipass. prossimo: ho sostenu-to
trap. prossimo: avevo soste-nutocondiz. passato: avrei soste-nutocong. trapassato: avessi so-stenuto
trap. prossimo: che aveviavuto ragione
futuro sosterrò imperfetto: che avevi ragio-nepass. remoto: che avesti ra-gione
pass. prossimo: che haiavuto ragionetrap. prossimo: che aveviavuto ragione
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2. Proposizione subordinata col verbo al congiuntivo
posterioritàreggente subordinata
presente indicativo: sostengocongiuntivo: [io] sostenga
condizionale: sosterreiimperativo: sostieni
presente: che avrai ragione
passato indic. imperfetto: sostenevopass. remoto: sostennipass. prossimo: ho sostenu-to
trap. prossimo: avevo soste-nutocondiz. passato: avrei soste-nutocong. trapassato: avessi so-stenuto
cond. passato: che avrestiavuto ragione
futuro sosterrò presente: che avrai ragione
contemporaneitàreggente subordinata
presente indicativo: pensocongiuntivo: [io] pensi
condizionale: pensereiimperativo: pensa
presente: che [tu] abbia ra-gione
passato indic. imperfetto: pensavopass. remoto: pensaipass. prossimo: ho pensato
trap. prossimo: avevo pen-satocondiz. passato: avrei pen-sato
imperfetto: che [tu] avessi ra-gione
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anterioritàreggente subordinata
indicativo presente: pensoimperativo: pensaindicativo futuro: penserò
passato: che [tu] abbia avuto ragione
indic. imperfetto: pensavopass. remoto: pensaipass. prossimo: ho pensatotrap. prossimo: avevo pensato
trapassato: che [tu] avessi avuto ra-
gione
condizionale presente: penserei passato: che [tu] abbia avuto ragioneimperfetto: che [tu] avessi ragionetrapassato: che [tu] avessi avuto ra-gione
condizionale passato: avrei pensato passato: che [tu] abbia avuto ragioneimperfetto: che [tu] avessi ragionetrapassato: che [tu] avessi avuto ra-gione
posterioritàreggente subordinata
indicativo presente: pensoindicativo futuro: penserò
indic. imperfetto: pensavopass. remoto: pensaipass. prossimo: ho pensatotrap. prossimo: avevo pensato
condizionale presente: penserei
condizionale passato: avrei pensato
indicativo futuro: che avrai ragione
condiz. passato: che avresti avutoragione
passato: che [tu] abbia avuto ragioneimperfetto: che [tu] avessi ragionetrapassato: che [tu] avessi avuto ra-
gione
passato: che [tu] abbia avuto ragioneimperfetto: che [tu] avessi ragionetrapassato: che [tu] avessi avuto ra-gione
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2.3 GLI INCISI
Una frase può essere interrotta da una sequenza di parole più o meno lunga(sintagma, frase semplice, frase complessa), definita inciso. Tale se-quenza, che nella lingua orale si differenzia per un’intonazione sospensivarispetto alla frase principale, nell’uso scritto è isolata mediante:
• due trattini, es.: Valentina -secondo il mio parere- sa ballare molto bene;• due virgole, es.: Valentina, secondo il mio parere, sa ballare molto bene;• parentesi tonde, es.: Valentina (secondo il mio parere) sa ballare molto
bene.Gli incisi possono essere delle proposizioni subordinate, dette inciden-tali (o parentetiche); si distinguono in:
2.4 LA FRASE NOMINALE(26)
La frase nominale è priva di predicato verbale; possono essere nominali peresempio:
• le dichiarative, es.: Eccomi a casa;• le interrogative, es.: Quanto zucchero nel caffè?;• le esclamative, es.: Che bella giornata!;• le imperative, es.: Tutti in silenzio, per favore.
Il procedimento che porta una frase verbale a trasformarsi in frase nomi-nale è definito nominalizzazione e può interessare sia una proposizione in-dipendente (es.: Il ministro ha fatto un appello ai suoi elettori. →→→→→ L’appello delministro ai suoi elettori), che una proposizione subordinata (es.: Gli inse-gnanti chiesero che fosse eliminato l’intervallo. →→→→→ Gli insegnanti chiesero l’eli-minazione dell’intervallo).
2.5 DISCORSO DIRETTO E INDIRETTO
Per riferire il pensiero o le parole di qualcuno si può ricorrere:• al discorso diretto, cosiddetto perché registra fedelmente il discorso
tipo caratteristiche/esempi
dove l’elemento introduttivo della frase non è espres-so, es.: Marco – sembra – ha ottenuto un nuovo incarico(da confrontare con: A quanto sembra, Marco ha ottenu-to un nuovo incarico).
dove l’elemento introduttivo compare, es.: Marta sirecava, per cogliere i fiori, nella parte più interna delgiardino.
incidentaliprimarie
incidentalisecondarie
(26) In un periodo quando prevalgono le frasi nominali si parla di stile nominale, utilizzatosoprattutto nella lingua letteraria e nella prosa giornalistica, burocratica e scienti-fica, poiché conferisce brevità e immediatezza al discorso.
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pronunciato; esso, distinto dai seguenti segni grafici:- i due punti (:) seguiti dalle virgolette (“” o «»);- i due punti (:) seguiti da un trattino (-),
è introdotto da verbi come dire, rispondere, chiedere, domandare, esclama-re, …, che possono essere collocati prima del discorso stesso (es.: Alber-to disse: «Ascoltami, ti prego»)o al termine (es.: “Spero proprio che tu abbia ragione”, sospirò Martina),oppure al suo interno, interrompendo il discorso (es.: “Non immagini comesono contento di vederti” esclamò Giulio. “Temevo di non rivederti”.);
• al discorso indiretto, che anziché riportare fedelmente le parole pronun-ciate le rielabora secondo il punto di vista di chi le riferisce; esso non è in-dicato da particolari segni grafici ed è retto dai verbi dire, rispondere,riferire, aggiungere, …. Dal punto di vista sintattico il discorso indiretto ècostituito da una proposizione oggettiva o da un’interrogativa indiret-ta,es.: Giulio disse che non aveva voglia di giocare (→→→→→ oggettiva).
Quando le ho chiesto se verrà al cinema (→→→→→ interrogativa indiretta).Isabella mi ha risposto che non ne sapeva nulla (→→→→→ oggettiva).
2.5.1 Dal discorso diretto al discorso indiretto: verbi, pronomi e av-verbi
La trasformazione del discorso diretto in indiretto è sempre possibile, pur-ché si osservino alcune regole:
1. segni grafici →→→→→ scompaiono i due puntini e le virgolette (o i trattini);2. tempi dei verbi
a. Se il verbo della reggente è presente o futuro, il passaggio dal di-scorso diretto a quello indiretto non comporta alcun cambiamento,es.: La nonna ripete spesso: “Ai miei tempi i ragazzi avevano meno
grilli per la testa”.La nonna ripete spesso che ai suoi tempi i ragazzi avevano menogrilli per la testa.
b. Se il tempo verbale della reggente è al passato, si hanno i seguenticambiamenti:• il presente indicativo può diventare, in relazione al contesto:
- imperfetto indicativo,es.: Sara disse: “Non ho fame”. →→→→→ Sara disse che non aveva fame.
- imperfetto congiuntivo,es.: Sara chiese: “Dove andate?”.→→→→→ Sara chiese dove andassero.
- condizionale passato,es.: Sara mi assicurò: “Vengo a prenderti alle nove”.→→→→→ Sara assi-curò che sarebbe venuta a prendermi alle nove.
• Il passato prossimo e il passato remoto diventano trapassato
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prossimo,es.: Sara rispose: “Ho studiato tutto il giorno”. →→→→→ Sara rispose cheaveva studiato tutto il giorno.
• Il futuro diventa condizionale passato,es.: Sara promise ai genitori: “Da domani mi impegnerò a trovare
un nuovo lavoro”. → → → → → Sara promise ai genitori che dal giornosuccessivo si sarebbe impegnata a trovare un nuovo lavoro.
• L’imperativo diventa imperfetto congiuntivo,es.: Sara mi ordinò: “Restituiscimi subito il libro”. →→→→→ Sara mi ordi-
nò che le restituissi subito il libro.
c. Quando il soggetto del verbo dichiarativo (dire, rispondere, aggiun-gere, …) è lo stesso del discorso diretto, il discorso indiretto puòessere espresso anche in forma implicita con:• la preposizione di + infinito presente se le azioni della reggente
e del discorso diretto sono contemporanee,es.: Carla ammise: “Sono felice”. →→→→→ Carla ammise di essere felice.
• la preposizione di + infinito passato quando l’azione espressanel discorso diretto è anteriore rispetto a quella della reggen-te,es.: Carla mi comunicò: “Ho superato l’esame di matematica”.→→→→→
Carla mi comunicò di aver superato l’esame di matematica.
d. Quando non vi è identità fra il soggetto della reggente e quello deldiscorso diretto si può usare la forma implicita con l’imperativo,
es.: Mio padre mi ordinò di restituirgli subito la macchina.
3. pronomi, aggettivi pronominali, avverbiInoltre, nel passaggio dal discorso diretto a quello indiretto sono neces-sari alcuni cambiamenti nella persona dei verbi e dei pronomi; in parti-colare quando il verbo della reggente è di 3a persona:
• i pronomi personali e possessivi di 1a e 2a persona diventanodi 3a persona;
• le forme verbali di 1a e di 2a persona diventano di 3a persona,es.: Martina dice a Roberto: «Io vorrei una macchina come la tua».
Martina dice a Roberto che lei vorrebbe una macchina come la sua.
Altre trasformazioni possono riguardare i dimostrativi e diverse espres-sioni/avverbi che collocano l’enunciato nel tempo e nello spazio, come:
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questo →→→→→ quello oggi(27) →→→→→ quel giornoqui →→→→→ lì ieri →→→→→ il giorno prima/precedenteora →→→→→ allora domani →→→→→ il giorno dopo/successivo/seguente
es.:Marco pensò: «Ora è giunto il momento di risolvere questo problema».
Marco pensò che allora fosse giunto il momento di risolvere quel problema.
(27) La trasformazione degli indicatori temporali (ora, oggi, …) non si rende necessariaquando la frase è al presente, per esempio: Tina dice: «Ora me ne vado» →→→→→ Tinadice che ora se ne va.
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Verbi irregolari della 1a coniugazione -arein
dic
ativ
o
vad
ova
iv
aan
diam
oan
date
vann
o
do dai
dà diam
oda
teda
nno
facc
io(r
aro
fo)
fai
fa facc
iam
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nno
sto
stai
sta
stia
mo
stat
est
anno
VE
RB
Oan
davo
anda
vian
dava
anda
vam
oan
dava
tean
dàva
no
da
vod
avi
da
vada
vam
oda
vate
dàva
no
facé
vofa
cévi
facé
vafa
ceva
mo
face
vate
facé
van
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sta
vost
avi
sta
vast
ava
mo
sta
vate
stàv
ano
pre
sen
teim
per
fett
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anda
ian
dast
ian
dòan
dam
mo
anda
ste
andà
rono
dièd
idé
sti
dièd
edé
mm
odé
ste
dièd
ero
féci
facé
sti
féce
facé
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ofa
cést
efé
cero
stè
tti
sté
sti
stè
tte
stém
mo
stés
test
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p. r
emo
to
andr
òan
drai
andr
àan
drém
oan
drét
ean
dran
no
darò
dara
ida
ràda
rém
oda
réte
dara
nno
farò
fara
ifa
ràfa
rém
ofa
réte
fara
nno
star
òst
arai
star
àst
arém
ost
arét
est
aran
no
f.se
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lice
and
are
(au
s.es
sere
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dar
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(au
s. a
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Verbi irregolari della 2a coniugazione in -érein
dic
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o
cado
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cadi
amo
cadé
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mi d
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o
gòdo
gòdi
gòde
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amo
godé
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dono
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pari
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paia
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pòss
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8-88
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88-8
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rèbb
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8-88
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42-2
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bn978-
88-8
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Verbi irregolari della 2a coniugazione in erein
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arde
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dono
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sum
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éssi
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www.suntini.it/isbn978-88-89142-23-3
Verbi irregolari della 2a coniugazione in erein
dic
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o
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8-88
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www.suntin
i.it/is
bn978-
88-8
9142
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www.suntini.it/isbn978-88-89142-23-3
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8-88
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bn978-
88-8
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Verbi irregolari della 2a coniugazione in -erein
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rém
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deci
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88-8
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3
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o
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odi
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88-8
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mo
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ono
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(1) Nell’indicativo il pass. remoto presenta anche le forme dètti, dètte (1a e 3a pers. sing.)e dèttero (3a pers. plu.).
(2) Seguono la coniugazione di fare i verbi: contraffare, rifare, sopraffare, stupefare, tu-mefare, …Inoltre, alcuni composti, accanto alle voci che presentano la coniugazione difare, ne possiedono altre autonome, come disfare che nell’indicativo presente hadisfo e disfa, e soddisfare, che ha le forme regolari nell’indicativo presente (soddisfo),nel futuro (soddisferò) e nel congiuntivo presente (soddisfi).
(3) Seguono la coniugazione di stare i verbi: ristare, soprastare, sottostare; mentre icomposti constare, contrastare, costare, prestare, restare, sostare, sovrastare presen-tano la coniugazione regolare.
(4) Seguono la coniugazione di cadére i verbi: accadére, decadére, scadére, ….
(5) Il verbo dolére presenta anche le forme ci dogliamo (1a pers. plu. indic. e cong. pres.),vi dogliate (2a pers. plu. cong. pres.).
(6) Il verbo dovére presenta anche le forme dèbbo e dèbbono (1a pers. sing. e 3a pers. plu.indic. pres. ), dovètti (1a pers. sing. indic. pass. rem.), dèbba, dèbbano (1a,, 2a, 3a, pers.sing. e 3a pers. plu. cong. pres.).
(7) Il verbo giacére presenta anche le forme giacciamo (1a pers. plu. indic. e cong. pres.) egiaciate (2a pers. plu. cong. pres.).
(8) Il verbo godére presenta anche la forma godètti (1a pers. sing. indic. pass. rem.).
(9) Segue la coniugazione di persuadére il verbo dissuadére.
(10) Seguono la coniugazione di piacére i verbi: compiacére (compiacérsi), dispiacére (dispia-cérsi), spiacére (spiacérsi).
(11) Il verbo sapére presenta nell’indi. pass. rem. anche le forme sèppi, sèppe (1a e 3a pers.sing.). e sèppero (3a pers. plu.) con e tonica aperta.
(12) Il verbo sedére presenta anche le forme sèggo, sèggono (1a pers. sing. e 3a pers. plu.indic. pres.), sedètti, sedètte, sedèttero (1a e 3a pers. sing. e 3a pers. plu. ind. pass. rem.),sègga, sèggano (1a, 2a e 3a pers. sing. e 3a pers. plu. cong. pres.), nonché le forme monot-tongate dell’indic. fut. (sederò, sederai, …) e al cond. pres. (sederèi, sederésti, …).Segue la coniugazione di sedére il verbo possedére.
(13) Seguono la coniugazione di tenére i verbi: appartenére, contenére, ottenére, trattenére...
(14) Seguono la coniugazione di valére i verbi: avvalérsi, equivalére, prevalére, rivalérsi.
(15) Il verbo vedére al participio pass. presenta anche la forma veduto; seguono la suaconiugazione i verbi avvedérsi, intravedére, rivedére, ravvedérsi, …. Altri composti
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(prevedére, provvedére, …) al futuro e al condizionale hanno forma non sincopata:prevederò, provvederèi, …; tra i composti, avvedérsi e ravvedérsi presentano solo il part.pass. in –uto.
(16) Seguono la coniugazione di acclùdere i verbi: conclùdere, esclùdere, inclùdere, preclù-dere, reclùdere ....
(17) Segue la coniugazione di afflìggere il verbo inflìggere.
(18) Seguono la coniugazione di allùdere i verbi: deludere, disilludere, elùdere, illudere, ....
(19) Il verbo annèttere presenta anche le forme con e tonica chiusa nell’indic. pres. e cong.pres. (1a, 2a, 3a pers. sing. e 3a pers. plu.), nell’imperat. (2a pers. sing.) e nel part. pass..Inoltre, seguono la sua coniugazione i verbi annèttere, connèttere, riannèttere, ricon-nèttere, sconnèttere, tutti con la possibile variante della e tonica chiusa nei casi indicati.
(20) Seguono la coniugazione di appèndere i verbi: dipèndere, sospéndere, spèndere, vili-pèndere, ....
(21) Seguono la coniugazione di acclùdere i verbi: conclùdere, esclùdere, inclùdere, preclù-dere, reclùdere ....
(22) Segue la coniugazione di afflìggere il verbo inflìggere.
(23) Seguono la coniugazione di allùdere i verbi: deludere, disilludere, elùdere, illudere, ....
(24) Il verbo annèttere presenta anche le forme con e tonica chiusa nell’indic. pres. e cong.pres. (1a, 2a, 3a pers. sing. e 3a pers. plu.), nell’imperat. (2a pers. sing.) e nel part. pass..Inoltre, seguono la sua coniugazione i verbi annèttere, connèttere, riannèttere, ricon-nèttere, sconnèttere, tutti con la possibile variante della e tonica chiusa nei casi indicati.
(25) Seguono la coniugazione di appèndere i verbi: dipèndere, sospéndere, spèndere, vili-pèndere, ....
(26) Si usa l’ausiliare avere se il verbo è transitivo (es.: Il fuoco arde la legna), essere se èintransitivo (Riccardo arde di passione).
(27) Seguono la coniugazione di assòlvere i verbi: dissolvere e risòlvere.
(28) Seguono la coniugazione di assùmere i verbi: desùmere, presùmere, riassùmere.
(29) Il verbo bére nell’indic. pass. rem. presenta anche le forme bevètti, bevètte (1a, 2a pers.sing.) e bevèttero (3a pers. plu.).
(30) Seguono la coniugazione di chiùdere i verbi: dischiùdere, richiùdere, schiùdere, soc-chiùdere.
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(31) Seguono la coniugazione di assùmere i verbi: desùmere, presùmere, riassùmere.
(32) Seguono la coniugazione di cògliere i verbi: accògliere e raccògliere, ....
(33) Seguono la coniugazione di comprìmere i verbi: deprìmere, esprìmere, imprìmere, opprì-mere, reprìmere, sopprìmere.
(34) Seguono la coniugazione di condùrre i verbi: addùrre, dedùrre, indùrre, introdùrre, pro-dùrre, ricondùrre, ridùrre, riprodùrre, sedùrre, tradùrre.
(35) Segue la coniugazione di conóscere il verbo riconóscere.
(36) Segue la coniugazione di convèrgere il verbo divèrgere, che manca del part. pass. edei tempi composti.
(37) Seguono la coniugazione di córrere i verbi: accórrere, occórrere, percórrere, ricórrere,soccórrere, ….
(38) Quando il verbo è usato transitivamente si ricorre all’ausiliare avere; seguono la coniu-gazione di créscere i verbi: accréscere, decréscere, incréscere, rincréscere.
(39) Il verbo cuòcere presenta anche le forme monottongate cociamo, cocéte (1a e 2a pers.plu. indic. pres.), cocévo, cocèvi, … (indic. imp.), cocésti, cocemmo, cocéste (2a pers.sing. e 1a e 2a pers. plu. indic. pass. rem.), cociamo, cociate (1a e 2a pers. plu. cong. pres.),cocéssi, cocéssi, … (cong. imp.), cocerèi, cocéresti, … (condiz. pres.), cocéte (2a pers.plu.), cocèndo (gerundio).
(40) Seguono la coniugazione di decìdere i verbi: circoncìdere, coincìdere, incìdere, recìdere,uccìdere.
(41) Il verbo devòlvere all’indic. pass. rem. presenta anche le forme devolvètti, devolvètte (1a
e 3a pers. sing) e devolvèttero (3a pers. plu.); segue la sua coniugazione il verbo evòl-vere.
(42) Segue la coniugazione di dirìgere il verbo erìgere.
(43) Seguono la coniugazione di discùtere i verbi: escùtere, incùtere.
(44) Seguono la coniugazione di distìnguere i verbi: contraddistìnguere, estìnguere.
(45) Seguono la coniugazione di dividére i verbi: condividére, suddivìdere.
(46) Seguono la coniugazione di emèrgere i verbi: immèrgere, sommèrgere.
(47) Il verbo esìstere all’indic. pass. rem. presenta anche le forme esistètti, esistètte (1a e 3a
pers. sing) e esistèttero (3a pers. plu.); seguono la sua coniugazione i verbi: assìstere,desìstere, sussìstere, ….
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(48) Seguono la coniugazione di fìggere i verbi: afflìggere, configgere, crocìfìggere, infìggere,prefìggere, sconfiggere, trafiggere; tuttavia, affìggere, crocìfiggere, infìggere e prefìggereal part. pass. presentano la terminazione in –isso (affisso, crocifisso, …).
(49) Il verbo flèttere all’indic. pass. rem. presenta anche le forme flèssi, flètte (1a e 3a pers.sing) e flèssero (3a pers. plu.); seguono la sua coniugazione i verbi: deflèttere, genu-flèttere, riflèttere; tuttavia, quest’ultimo verbo al part. pass. presenta la doppia formariflèsso e riflettuto, con diverso significato.
(50) Seguono la coniugazione di fòndere i verbi: confòndere, diffòndere, infòndere, ….
(51) Segue la coniugazione di fràngere il verbo infràngere.
(52) Seguono la coniugazione di giùngere i verbi: aggiùngere, congiùngere, raggiùngere, ....
(53) Seguono la coniugazione di invàdere i verbi: evàdere, prevàdere.
(54) Seguono la coniugazione di lèggere i verbi: elèggere, rilèggere.
(55) Seguono la coniugazione di méttere i verbi: amméttere, comméttere, comprométtere, di-méttere, ométtere, perméttere, prométtere, scomméttere, sméttere, sottomèttere, trasméttere...
(56) Il verbo muòvere presenta anche le forme monottongate moviamo, movéte (1a e 2a pers.plu. indic. pres.), movévo, movèvi, … (indic. imp.), movésti, movémmo, movéste (2a pers.sing. e 1a e 2a pers. plu. indic. pass. rem.), moverò, moverai, ... (indic. futu.), moviamo,moviate (1a e 2a pers. plu. cong. pres.), movéssi, movéssi, … (cong. imp.), moverèi, movéresti,… (condiz. pres.), movéte (2a pers. plu.), movèndo (gerundio). Seguono la sua coniuga-zione i verbi: commuòvere, promuòvere, smuòvere, ....
(57) Il verbo neglìgere presenta anche le forme monottongate nòccio, nociano, nocéte, nòc-ciono (1a pers. sing. e 1a , 2a, 3a pers. plu. indic. pres.), nocévo, nocèvi, … (indic. imp.),nocésti, nocémmo, nocéste (2a pers. sing. e 1a e 2a pers. plu. indic. pass. rem.), nocerò,nocerai, ... (indic. futu.), noccia, … (cong. pres.), nocéssi, … (cong. imp.), noceréi, nocé-resti, … (condiz. pres.), nocéte (2a pers. plu.), nocèndo (gerundio), nocènte e nociuto (part.pres. e pass.).
(58) Il verbo pèrdere all’indic. pass. rem. presenta anche le forme perdètti, perdètte (1a e 3a
pers. sing.) e perdèttero (3a pers. plu.). Inoltre, si ha la forma perduto al partic. pass.;seguono la sua coniugazione i verbi: dispèrdere, spèrdere.
(59) Seguono la coniugazione di piàngere i verbi: compiàngere, rimpiàngere.
(60) Segue la coniugazione di pòrgere il verbo spòrgere.
(61) Seguono la coniugazione di pórre i verbi: antepórre, compórre, depórre, oppórre, sot-topórre, suppórre ….
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(62) Seguono la coniugazione di prèndere i verbi: apprèndere, comprèndere, intraprèndere,sorprèndere, ….
(63) Il verbo pròpendere all’indic. pass. rem. presenta anche le forme propési, propése (1a
e 3a pers. sing.) e propésero (3a pers. plu.).
(64) Seguono la coniugazione di pùngere i verbi: compùngere, espùngere, interpùngere,trapùngere.
(65) Il verbo redìgere all’indic. pass. rem. presenta anche le forme redigètti, redigètte (1a e3a pers. sing.) e redigèttero (3a pers. plu.).
(66) Seguono la coniugazione di règgere i verbi: corrèggere, sorrèggere.
(67) Segue la coniugazione di rèndere il verbo arrèndersi.
(68) Seguono la coniugazione di rìdere i verbi: arrìdere, derìdere, irrìdere, sorrìdere.
(69) Segue la coniugazione di rispóndere il verbo corrispóndere.
(70) Segue la coniugazione di ródere il verbo corródere.
(71) Seguono la coniugazione di rómpere i verbi: corrómpere, interrómpere, irrómpere,prorómpere.
(72) Seguono la coniugazione di scégliere i verbi: prescégliere, trascégliere.
(73) Si usa l’ausilare avere quando il verbo scéndere è transitivo, essere quando è intransitivo; inoltre, esistono anche le forme con e tonica aperta: scèndo, scènde, scèndono (1a,2a, 3a pers. sing. e 3a pers. plu. indic. pres.), scènda, scènda, scènda, scèndano (1a , 2a,3a pers. sing. e 3a pers. plu. cong. pres), scèndi (2a pers. sing. imper.). Seguono la suaconiugazione i verbi: scéndere, accondiscéndere, ascéndere, discéndere, scoscéndere,trascéndere, …; tutti con la possibile variante della e tonica aperta nei casi indicati.
(74) Segue la coniugazione di scìndere il verbo rescìndere.
(75) Seguono la coniugazione di sciògliere i verbi: disciògliere, prosciògliere.
(76) Seguono la coniugazione di scrìvere i verbi: ascrìvere, circoscrìvere, descrìvere, is-crìvere, prescrìvere, proscrìvere, sottoscrìvere.
(77) Il verbo scuòtere presenta anche le forme monottongate scotiamo, scotéte (1a e 2a pers.plu. indic. pres.), scotévo, scotèvi, … (indic. imp.), scotésti, scotémmo, scotéste (2a pers.sing. e 1a e 2a pers. plu. indic. pass. rem.), scoterò, scoterai, ... (indic. futu.), scotiamo,scotiate … (1a e 2a pers. plu. cong. pres.), scotéssi, … (cong. imp.), scoteréi, scotéresti,… (condiz. pres.), scotéte (2a pers. plu.), scotèndo (gerundio), scotènte (part. pres.).Seguono la coniugazione di scuòtere i verbi: percuòtere, riscuòtere.
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www.suntini.it/isbn978-88-89142-23-3(78) Il verbo sórgere presenta anche le forme con o tonica aperta: sòrgo, sòrgi, sòrge, sòr-
gono (1a , 2a, 3a pers. sing. e 3a pers. plu. indic. pres.), sòrsi, sòrse, sòrsero (1a e 3a pers.sing. e 3a pers. plu. indi. pass. rem.), sòrga, sòrga, sòrga, (1a , 2a, 3a pers. sing. cong.pres), sòrgi (2a pers. sing. imper.), sòrto (part. pass.). Seguono la sua coniugazione iverbi insórgere e risórgere, entrambi con la possibile variante della o tonica aperta neicasi indicati.
(79) Il verbo spàndere all’indic. pass. rem. presenta le forme spansi, spanse (1a e 3a pers.sing.) e spànsero (3a pers. plu.); segue la sua coniugazione il verbo espàndere.
(80) Seguono la coniugazione di strìngere i verbi: astrìngere, costrìngere, restrìngere, ri-stringere.
(81) Segue la coniugazione di strùggere il verbo distrùggere.
(82) Il verbo succèdere presenta all’indic. pass. rem. anche le forme forti succèssi, succèsse(1a e 3a per. sing.), succèssero (3a pers. plu.) e del part. pass. succèsso. Generalmentesi tende a usare le forme deboli del pass. rem. e del part. pass. (succédette, succe-duto) quando il verbo assume il significato di “subentrare”, le forme forti (succèsse,succèsso) quando il verbo assume il significato di “accadere”.
(83) Il verbo svèllere presenta anche le forme svèlgo e svèlgono (1a pers. sing. e 3a pers. plu.indic. pres.), svèlga e svèlgano (1a pers. sing. e 3a pers. plu. cong. pres.); segue la suaconiugazione il verbo divèllere.
(84) Seguono la coniugazione di tèrgere i verbi: astèrgere, detèrgere.
(85) Seguono la coniugazione di tìngere i verbi: intìngere, ritìngere, stìngere.
(86) Segue la coniugazione di tògliere il verbo distògliere.
(87) Seguono la coniugazione di tòrcere i verbi: attòrcere, contòrcere, distòrcere, estòrcere,ritòrcere, stòrcere.
(88) Seguono la coniugazione di trarre i verbi: astrarre, attrarre, contrarre, detrarre, distrarre, estrarre, protrarre, ritrarre, sottrarre.
(89) Seguono la coniugazione di vìncere i verbi: avvìncere, convìncere, stravìncere.
(90) Si usa l’ausiliare avere quando il verbo è transitivo, essere quando è intransitivo; se-guono la coniugazione di vìvere i verbi: convìvere, rivìvere, sopravvìvere.
(91) Seguono la coniugazione di vòlgere i verbi: avvòlgere, coinvòlgere, rivòlgere, sconvòl-gere, svòlgere, travòlgere, ….
(92) Seguono la coniugazione di apparire i verbi: comparire, riapparire, ricomparire, scomparire, trasparire; tuttavia, di quest’ultimo al partic. pass. è più comune la forma trasparitoche trasparso.
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(93) Il verbo aprire presenta all’indic. pass. rem. anche le forme apèrsi, apèrse (1a e 3a pers.sing.) e apèrsero (3a pers. plu.); seguono la sua coniugazione i verbi: coprire, riaprire,ricoprire, riscoprire, scoprire.
(94) Seguono la coniugazione di dire i verbi: benedire, contraddire, disdire, maledire, predire,ridire; tuttavia, l’imperativo sing. di questi verbi (tranne di ridire) presenta la forma in–dici (disdici, maledici, …).
(95) Il verbo morire presenta le forme sincopate morrò, morrai, …(indic. fut.) e morrei, mor-resti, … (cond. pres.).
(96) Il verbo offrire presenta all’indic. pass. rem. anche le forme offèrsi, offèrse (1a e 3a pers.sing.) e offèrsero (3a pers. plu.).
(97) Il verbo salire assume l’ausiliare avere quando è usato transitivamente.
(98) Il verbo udire presenta anche le forme sincopate udrò, udrai, … (indic. fut.) e udrèi,udrèsti, … (condiz. pres.).
(99) Il verbo venire presenta all’indic. pass. rem. anche le forme con e tonica aperta vènni,vènne (1a e 3a pers. sing.) e vènnero (3a pers. plu.); seguono la sua coniugazione i verbi:avvenire, convenire, divenire, intervenire, provenire, svenire, ….